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17 maggio 2024

Treviso

Emergenza migranti, Casartigiani Treviso: "No all'accoglienza diffusa"

D'Aliberti: “Si sta creando una situazione sempre più delicata per l'armonia delle nostre città e delle nostre imprese"

| Isabella Loschi |

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Salvatore D’Aliberti

TREVISO – “Sulla questione migranti si sta creando una situazione sempre più delicata per l'armonia delle nostre città e delle nostre imprese e su questo fronte la ridistribuzione nel territorio, la cosiddetta “accoglienza diffusa”, ha dimostrato di avere molte lacune: forse è tempo di trovare soluzioni alternative”. Così Casartigiani Treviso interviene sulla questione dell’emergenza migranti, bocciando il modello dell’accoglienza diffusa, soluzione ritenuta come “unica possibile” da parte del presidente Luca Zaia e dal sindaco di Treviso e presidente Anci Veneto, Merio Conte, per gestire l’arrivo dei migranti nel territorio regionale e trevigiano.

“Tra le promesse di questo governo - ricorda il direttore di Casartigiani Salvatore D’Aliberti - vi era l'impegno a bloccare gli sbarchi ed evitare situazioni di difficoltà nelle città. Questo non è avvenuto anche a seguito delle pressioni UE al nostro Governo, e ora i Comuni, oltre alle difficoltà sul fronte della sicurezza legate alla marginalità di molte “seconde generazioni”, si trovano ad affrontare nuove richieste di accoglienza”. “La scorsa primavera il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza per flussi migratori, in ingresso attraverso le rotte del Mediterraneo. Pochi giorni fa la Prefettura di Treviso, anche come effetto della saturazione dei due principali hub della provincia (la Caserma Zanusso a Oderzo, che già ricorre alle tende, e la Caserma Serena alle porte del capoluogo), ha emesso un bando in cui chiede la collaborazione del terzo settore e di operatori economici per offrire ospitalità ad oltre 300 persone”.

“Si sta creando una situazione sempre più delicata per l'armonia delle nostre città e delle nostre imprese - fa notare D’Aliberti - e su questo fronte la ridistribuzione nel territorio, la cosiddetta “accoglienza diffusa”, ha dimostrato di avere molte lacune. A nostro avviso, vista l'incapacità di bloccare tali arrivi, occorre implementare i grandi centri di accoglienza garantendo percorsi di identificazione immediata e certa, accertare chi ha il diritto di rimanere ed eventualmente concordare con gli altri Paesi Ue la necessaria redistribuzione. Rimpatrio immediato per gli altri. Questo - conclude il direttore di Casartigiani Treviso - è solo il primo passo: per chi rimane in Italia è prioritario frequentare percorsi di istruzione, e fare formazione, solo così, nello scenario della crisi demografica e di manodopera, le imprese potranno dare il loro effettivo contributo integrando questi cittadini all’interno dei loro processi produttivi. Il sistema è pronto a fare la propria parte, ma sono le istituzioni che ora devono fare un salto di qualità”.

 

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