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17 maggio 2024

Treviso

Treviso è la terza città più inquinata d’Italia

Il rapporto “Mal’Aria di città 2024” di Legambiente sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane evidenzia una situazione allarmante

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Treviso

TREVISO - Smog e aria irrespirabile. Treviso è maglia nera in Veneto e al terzo posto in Italia per città più inquinata d’Italia con ben 63 giorni di sforamenti di Pm10 sui 365 del 2023, vuol dire meno di uno su sei. Ricordiamo che i limiti normativi per lo sforamento del Pm10 sono 35 giorni all'anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo. Peggio di noi solo Frosinone e Torino, ma a tossire è tutta la pianura Padana.  A dirlo è il report “Mal’Aria di Città 2024” pubblicato da Legambiente.

“I dati del 2023 ci dicono che il processo di riduzione delle concentrazioni è inesistente o comunque troppo lento” - spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente. “Ad oggi, infatti, ben 35 città dovranno intensificare gli sforzi per ridurre le loro concentrazioni di PM10 entro il 2030, con una percentuale di riduzione compresa tra il 20% e il 37%, mentre per il PM2.5 il numero di città coinvolte sale a 51, con una riduzione necessaria tra il 20% e il 57%. Non migliore la situazione per quanto riguarda l’NO2 (biossido di azoto), dove 24 città dovranno ridurre le emissioni tra il 20% e il 48%. Alla luce degli standard dell’Organizzaziene mondiale della sanità, che suggeriscono valori limite molto più stringenti dei valori di legge attuali e che rappresentano il vero obiettivo per salvaguardare la salute delle persone, la situazione diventa ancora più critica. Bisogna determinare una svolta a livello nazionale e territoriale per ridurre l'impatto sanitario sulla popolazione italiana, il costo ad esso associato, e il danno agli ambienti naturali”. Nonostante una riduzione dei livelli smog rispetto all’anno precedente le città faticano a migliorare la qualità dell'aria" osserva Legambiente. Preoccupa il confronto con i nuovi target al 2030: sarebbero fuorilegge il 69% delle città per Pm10, l'84% per Pm2.5 e il 50% per l'No2.

Per Legambiente Treviso ci sono molte azioni preventive che possono essere adottate, sia dai singoli cittadini ma soprattutto dagli enti territoriali. I cittadini per esempio possono e dovrebbero proteggersi dalle particelle sottili (PM2.5 e PM10) e da altri inquinanti utilizzando mascherine, facendo un ricambio dell’aria negli spazi interni degli edifici che abitano, ma individuando i momenti più appropriati per farlo (solitamente nelle ore più calde evitando mattina e sera), per esempio consultando siti web e app dedicate alla misurazione dei livelli di inquinamento, fino all’uso di purificatori d’aria o – nei giorni peggiori – riducendo la permanenza all'esterno. Il valore limite stabilito dal decreto legge 155/2010 per la media giornaliera è di 50 μg/m3 con un massimo di 35 superamenti in un anno. Al di sopra di quel parametro, è sconsigliato uscire: i valori di queste ultime settimane sono stati tra gli 80 e i 130 μg/m3. Per gli spostamenti è preferibile utilizzare i mezzi pubblici riducendo al minimo l'uso dell'auto.

Per quanto riguarda gli enti locali, invece, prevenire significa – come ben nota Legambiente nazionale nello stesso rapporto “Mal’Aria di città 2024” – incentivare l’uso del trasporto pubblico, implementare ZTL e le zone 30, promuovere l’homeworking, supportare l’installazione di tecnologie a emissioni “quasi zero” per quanto riguarda il riscaldamento, eseguire controlli sugli allevamenti intensivi nelle campagne e la lista prosegue.  Non da ultimo, e anzi dal nostro punto di vista la prima azione per una città che si professa green, è preservare tutto ciò che di “green” esiste ancora, e dunque bloccare ulteriore consumo di suolo.  L’inquinamento atmosferico, a Treviso come altrove, è strettamente legato alla perdita di suolo e alla cementificazione, che comporta la riduzione delle aree verdi capaci di assorbire CO2 e altri inquinanti atmosferici, quali le zone umide – di cui lo scorso 2 febbraio abbiamo ricordato l’importanza con la Giornata Mondiale dedicata – ma anche le siepi, i prati, le fasce tampone lungo i corsi d’acqua. Preservare queste zone sarebbe fondamentale soprattutto lungo arterie stradali come viale della Repubblica, il Terraglio, la tangenziale – che si trovano anche a ridosso di scuole e aree residenziali – e che attualmente sono particolarmente interessate e minacciate dalle lottizzazioni e nuovi progetti edificatori.  Occorre immaginare il cemento come un tumore: per vivere, in entrambi i casi, è necessario fermarlo e rimuoverlo. Se il cemento è un tumore, quindi, non dobbiamo solo fermarlo, ma rimuoverlo, e dunque rinaturalizzare: rinaturalizzare per migliorare la qualità dell’aria e di conseguenza la salute dei cittadini.

 


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Isabella Loschi

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