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26 aprile 2024

USA - UE E I POLLI ALLA VARECHINA

Categoria: Notizie e politica -

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Francesca Salvador | commenti | (19)

 

Premetto di non aver problemi con l'ipoclorito di sodio, prodotto interessante anche per la "cura" di numerose malattie, ma il fatto che ci prendano per imbecilli, come sempre, questa proprio non mi va giù. 

Possiamo o no, decidere NOI se vogliamo trovarci nel piatto, polli lavati con la varechina come è permesso dalle leggi  USA, gli OGM senza etichetta, le merendine al "vetro" ed altre amenità del genere?

Da alcuni anni stiamo mettendo in guardia i cittadini dell'ulteriore step verso la catastrofica svendita della nostra salute e benessere attraverso il cibo, ed esattamente la paventata firma del TTIP.

Quando chiedo alle persone se sanno cosa sia, nella quasi totalità dei casi ottengo cenni di diniego (salvo chi frequenta le conferenze del 13), alcuni invece, leggendo solo la stampa di regime, esaltano positivamente l'avvento. 

Ma allora, i cittadini dovrebbero esultare per l'imminente firma dell'ennesimo trattato, o abbiamo di che preoccuparci?

Facciamo un po' di chiarezza....

Buona lettura,

Francesca

 

 

BAD TTIP

 

Che cos'è il TTIP, il Transatlantic Trade and Investment Partnership, l'accordo di partenariato transatlantico che il bimbominkia del consiglio (guardate quant'è autorevole), Re Giorgio e tutto il cucuzzaro collaborazionista pidduista non vede l'ora di approvare per ripetere i grandi successi del Trattato di Lisbona e degli altri eventi capestro imposti all'Italia negli ultimi maledetti trent'anni?

 

Se leggete il sito ufficiale della Commissione Europea, il TTIP vi verrà quasi voglia di volerlo firmare personalmente.

Una pacchia: aumenti di PIL e pilu come per magia, zecchini che crescono sugli alberi, creazione di posti di lavoro, benessere, cellulite scomparsa, capelli ricresciuti, un boom di erezioni mattutine, macchinette acchiappapupazzi che ti regalano ogni volta delle Peppa Pig giganti e restituiscono pure gli euro, figa e piadina per tutti.

 

Tutto grazie ad una sciocchezzuola: all'abolizione di fastidiosi lacci e lacciuoli che impediscono la libera circolazione delle merci tra Stati Uniti ed Europa.

Merci? Allora esportazione libera di parmigiano, prosciutti, cantuccini e provole in da Uesei, ma non sarà in cambio degli OGM e della merda della Monsanto? Non lo ammettono ma è molto probabile. Se non ti lecchi le dita godi solo a metà, come dicono nei consigli di amministrazione delle multinazionali.

 

Quindi libera circolazione anche dei capitali? Beh, si, che credevi? Ma le nostre disgrazie non nascono da un'eccessiva e scriteriata circolazione di capitali esteri, che ad esempio creano debito privato a dismisura nei paesi nei quali si vogliono "aprire" dei mercati di sbocco? Certo. La deregulation finanziaria è uno dei principi cardine del fottuto neoliberismo. Farla girare senza che la pula rompa i coglioni.

E se un paese è insolvente gli si manda il messaggino: "Che bel paese, sarebbe un peccato se andasse a fuoco", e giù con lo spread.

Tanto ci sono gli useful idiots a libro paga che, piazzati nei posti di comando (ma i bottoni che premono sono finti), faranno tutto ciò che vogliono coloro che li hanno messi lì.

E, scusate una domanda, se il trattato è così benefico e innocuo per i popoli che vi saranno soggetti, com'è che le trattative per metterlo a punto, iniziate nel luglio del 2013 a Washington, stanno avvenendo riservatamente e pare vi partecipino solo i rappresentanti delle corporation e non quelli delle istituzioni nazionali? Capisco che la democrazia ormai venga considerata quella roba vecchia più di Woodstock ma stiamo pur sempre parlando dei nostri culi o di quel che resta di loro.

Incollo dal sito della Commissione:

"Throughout the negotiations, the European Commission is keeping the EU Member States in the Council and the European Parliament informed of developments. In the end, once the negotiators have come up with an agreement, it will be the Council, together with the European Parliament, which will examine and approve or reject the final agreement. On the US side, it will be the US Congress."

Tradotto nella lingua di Dante: "Nel corso del negoziato, la Commissione Europea mantiene informati gli stati membri nel Consiglio ed il Parlamento Europeo dei suoi sviluppi. Alla fine, una volta che i negoziatori saranno pervenuti ad un accordo, sarà il Consiglio, assieme al Parlamento Europeo che esaminerà ed approverà o rigetterà l'accordo. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, sarà il Congresso a decidere."

 

Quindi vedi che un palettata di paranoia aiuta sempre a sciogliere i dubbi?

 

La differenza sostanziale è che il Congresso americano, pur espressione di lobby, interessi loschi e quant'altro (guardatevi questo gustosissimo film in proposito) è pur sempre eletto, slot machine Diebold a parte, dal fucking American people.

 

Il Consiglio Europeo è quella poltiglia umana di Gollums eurofili che si sono fottuti il cervello con il tessoro e che non sono stati eletti proprio da nessuno e il Parlamento Europeo è un noto luogo di villeggiatura, una Marienbad per trombati alle elezioni nazionali.

Un organismo che conta meno del due di coppe.

Ricordo inoltre un dettagliuccio. Gli Stati Uniti sono uno stato federale, nonché un'OCA, di cui il Congresso è l'espressione legislativa, mentre l'Europa è un blob tenuto assieme solo dal vincolo monetario.

Non è uno stato federale né un'OCA, non esprime un potere legislativo vero e figuriamoci la volontà dei popoli.

 

E' evidente che si tratta di un accordo con un'infinità di clausole in piccolo tra diseguali, che andrà a svantaggio di questi ultimi.

 

I più preoccupati oppositori di questo TTIP sostengono che con questo trattato le multinazionali avranno campo libero e potranno forzare i governi locali a privatizzare l'inimmaginabile, imporre controverse tecniche di estrazione come il fracking, gli OGM e tutto ciò che vorranno; potranno costringere a proibire di usare sementi autoctone per imporre quelle prodotte dalle corporation and more.

 

Loro negano ma chissà perché si sono incazzati quando sono stati leakati alcuni documenti sfuggiti al controllo. E la cosa che essi stessi ammettono è che, per salvaguardare gli investitori (uuh, che bruciore!) da eventi come, ad esempio, le nazionalizzazioni (anvedi che uno stato non pensi di rinazionalizzare banche o aziende di servizi), le corporation potranno richiedere al singolo paese o all'Unione risarcimenti immagino impossibili da pagare.

Quindi il paese dovrà cedere alle richieste delle multinazionali, prima che qualche drone imperiale cominci a volteggiargli sopra a mo' di avvoltoio.

Siamo in pieno capitalesimo, come dice Diego Fusaro e, aggiungo io, il capitalismo è come o cazzo, nun vo' penziere. Facciamo bene quindi a preoccuparci e ad aggiungere questo tassello al kit di maledizioni che ogni sera riserviamo, prima di addormentarci, al governo collaborazionista.

Mi sbaglierò ma, alla luce di questa ennesima calata di braghe imminente, il voto europeo diventa una volta tanto forse più importante di una consultazione nazionale.

Non so se il TTIP è la Morte Nera dell'impero e noi siamo Alderaan, ma per come viene descritto in questo articolo molto dettagliato di Filippomaria Pontani penso che il caro vecchio timeo danaos et dona ferentes di Laocoonte non ci stia male, anzi, sia la morte sua, appunto.

E ricordate che Laocoonte non era né paranoico né comunista come Papa Francesco.

 

Barbara Tampieri

5 aprile 2014

http://ilblogdilameduck.blogspot.it/2014/04/bad-ttip.html

 

 

NON MOLLANO MAI, MAI, MAI, STI MASTINI. E VINCONO: TTIP

 

Di fatto c’è una nuova offensiva del Vero Potere chiamata Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP).

 

E’ micidiale, potenzialmente devastante come mai prima per l’esistenza stessa di democrazia e Interesse Pubblico. Seguitemi.

 

Era il 1999, da giornalista di Report (RAI 3) fui il primo e unico in Italia ad avvisare il pubblico con un’inchiesta sui pericoli della Globalizzazione, intesa proprio come sistema di accordi segreti e potentissimi creato da una elite di capitalisti per ricacciare indietro decenni di progressi democratici a favore del pubblico, nelle aree dei commerci, della finanza e dei servizi.

Allora il ‘mostro’ si muoveva, mastodontico, nella stanze dell’Organizzazione Mondiale del Commercio a Ginevra, cioè il WTO. Col Trattato sovranazionale, cioè più potente delle leggi dei singoli Stati, chiamato di Marrakech, l’ignorante politica del mondo occidentale aveva firmato e ratificato regole micidiali tutte a favore delle mega Corporations e tutte a sfavore di qualsiasi intervento politico nazionale o anche locale per proteggere i lavoratori, le famiglie, le aziende nazionali, le cooperative, i Comuni ecc., nella spietata guerra dei commerci globali.

L’Italia ratificò Marrakech con un solo, uno solo!, politico che l’avesse letto fra Camera e Senato. Non sto a rispiegare qui cosa comportava Marrakech, fatevi un google con I Globalizzatori di Paolo Barnard, e buona visione.

 

Ma ora devo sottolineare alcune cose utili a capire cosa sta accadendo oggi col TTIP:

Il Trattato di Marrakech del WTO in pratica stabiliva regole di potere superiore alle leggi degli Stati aderenti che, ad esempio, avrebbero potuto limitare qualsiasi intervento della politica in campo economico e finanziario se esso avesse rappresentato una barriera al Libero Commercio, al Libero Profitto, ai diritti delle Corporations.

Ad esempio: se una multinazionale americana riteneva che le leggi italiane gli impedissero di vendere in Italia un suo prodotto contenente una plastica per noi tossica, poteva chiedere al governo USA di denunciare Roma al tribunale del WTO, per ottenere l’abolizione della legge italiana, ritenuta ‘una barriera’ al Libero Commercio, al Libero Profitto, ai diritti delle Corporations.

Ancora: se un Comune italiano indiceva una gara d’appalto per un servizio pubblico, qualsiasi mega-Corporation mondiale dei servizi poteva reclamare lo stesso diritto a partecipare di un’azienda locale, quando magari il Comune avrebbe preferito dar lavoro e reddito a italiani locali. No, quella preferenza rappresentava ‘una barriera’ al Libero Commercio, al Libero Profitto, ai diritti delle Corporations, e di nuovo l’Italia poteva essere trascinata in tribunale. Ok.

 

Questo sistema ha segretamente, cioè sotto al naso disattento di milioni di cittadini, fatto danni immensi alle economie nazionali ma soprattutto ai distretti piccolo-medi industriali italiani che ci fecero ricchi dopo la II guerra mondiale, con valanghe di fallimenti e licenziati a cascata. Ma danni anche ai diritti dei cittadini alla tutela della salute, per non parlare dell’orrore inflitto al Terzo Mondo.

 

Ora, qui va ricordato questo passaggio, attenzione!: la multinazionale poteva chiedere al governo USA di denunciare Roma al tribunale del WTO, per ottenere l’abolizione della legge italiana, ritenuta ‘una barriera’ al Libero Commercio, al Libero Profitto, ai diritti delle Corporations. Ok? Cioè, DOVEVA ESSERE IL GOVERNO AMERICANO A FAR CAUSA AL GOVERNO ITALIANO, LA MULTINAZIONALE NON POTEVA FARLO DIRETTAMENTE.

 

Per anni un piccolo gruppo di bravi attivisti internazionali (me incluso, ma ricordo in Italia l’eccellente Roberto Meregalli di Retelilliput) ha lottato contro queste mostruosità che i nostri politici, e anche il solito pubblico bue, ignoravano. E qualche piccolo risultato l’avevano ottenuto… Per carità poca roba, come ricordato sopra, ma almeno non il peggio del peggio era accaduto ancora… che arriva adesso. Perché i mastini del Vero Potere non si fermano mai.

 

La solita lobby d’elite finanziaria e grande industriale si è formata, come le decine da me descritte nel mio Il Più Grande Crimine 2011, e ha fatto quello che doveva fare: vincere. Si chiama S2B, acronimo dell’inglese Seattle to Bruxelles Network. Ci trovate: J.P. Morgan, Chevron, BNP Paribas, Microsoft, Uniliver, Philip Morris, Glaxo, Ford, Shell, Monsanto, Goldman Sachs… devo continuare?

Ora hanno messo assieme un patto transatlantico sui commerci assieme alla solita Commissione Europea col gran nome di Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP). Questo accordo vuole armonizzare le regole del commercio e della finanza fra USA e UE, liberalizzare gli scambi, eliminare barriere ecc.

 

Naturalmente la vendita alle masse di sta ennesima schifezza bastarda viene fatta, come fu con l’euro, con gran promesse di crescita, milioni di posti di lavoro e cazzate del genere –quando poi si vanno a leggere le stime della Commissione UE stessa sull’affare, si vede che non ci credono manco per il piffero, e stimano un impatto ridicolo dello 0,01% del PIL UE, come ha detto Karel de Gught, Commissario al Commercio. Ma rimane il fatto che si tratterebbe di un blocco di Libero Scambio immenso, perché almeno un terzo degli scambi globali avviene fra USA e UE.

 

E cominciamo con il meno peggio del TTIP, che è sempre una tragica porcheria per l’Interesse Pubblico:

 

A) La bella parola ‘armonizzazione’ delle regole significa di fatto solo questo: che in Europa verranno imposte le miserrime regole di protezione dell’ambiente e dei consumatori degli USA, e in America verrà imposta la miserrima regolamentazione della finanza che abbiamo noi europei. Quindi una gara al ribasso ovunque.

 

B) Il TTIP propone la totale liberalizzazione del settore sei servizi, particolarmente quelli pubblici come sanità, asili e scuole, assistenza anziani, trasporti, utilities comunali ecc. E qui ci casca naturalmente l’acqua potabile.

 

C) I diritti sindacali europei, assai meno forti che in USA, vengono diluiti ovviamente dalla solita ‘armonizzazione’ delle regole, col risultato che ci troveremo coi lavoratori italiani che già oggi con la bastardata dell’euro devono vedersela con una deflazione dei redditi da incubo, e che domani saranno anche in gara a tagliarsi i diritti del lavoro per competere con i lavoratori USA, dove licenziare è più facile che fare un peto. Tutto questo per il solito infame motivo che dipendiamo tutti dagli Investitori per avere economia, e gli Investitori investono QUASI SEMPRE dove i diritti sono minori.

 

Come se non bastasse, ora invece arriva il peggio del TTIP:

 

A) Ricordate la prefazione che ho fatto sul 1999, il WTO e le regole del commercio a favore delle Corporations e a sfavore del pubblico? Vi ho detto sopra di badare a questo passaggio: la multinazionale poteva chiedere al governo USA di denunciare Roma al tribunale del WTO, per ottenere l’abolizione della legge italiana, ritenuta ‘una barriera’ al Libero Commercio, al Libero Profitto, ai diritti delle Corporations. Ok? Cioè, DOVEVA ESSERE IL GOVERNO AMERICANO A FAR CAUSA AL GOVERNO ITALIANO, LA MULTINAZIONALE NON POTEVA FARLO DIRETTAMENTE…

 

… Ora questo è drammaticamente, catastroficamente cambiato nel TTIP. Ora…

 

… POTRANNO ESSERE LE CORPORATIONS STESSE A FARE CAUSA A INTERE NAZIONI se ritengono che i Parlamenti di quelle nazioni hanno legiferato nell’Interesse Pubblico e non nel loro interesse. Ci si rende conto di cosa significa questo?

 

Significa che abbiamo centinaia di multinazionali che possono aggredire con cause costosissime il nostro Paese (gli studi legali per questo tipo di affari prendono parcelle da 3.000 euro al giorno per ciascun avvocato e sono in media una quindicina, per tempi biblici, e moltiplicateli per una pioggia di cause infinita) senza limiti di sorta, imponendoci spese di Stato rovinose, e di fronte alle quali un governo finisce quasi sempre per cedere e cambiare la legislazione d’Interesse Pubblico.

Questo significa. E il ricatto è micidiale anche perché, si badi bene, con il dogma economico Neoclassico (vedi Eurozona) non è più lo Stato che può intervenire con la sua spesa a dar lavoro, reddito e protezione a cittadini e aziende. Oggi quel ‘pane’ a tutti ce lo danno i MERCATI, cioè quelle Corporations di beni e finanza, per cui esse ci infilano anche la minaccia che se perdono le cause ritireranno gli investimenti (il pane) dalle nostre tavole nazionali e noi siamo fottuti. Già a questo stadio un governo finisce per cedere. Ma c’è di peggio.

 

B) Il TTIP prevede che le Corporations possano indire queste cause PRESSO TRIBUNALI OFF-SHORE, cioè non europei, dove difendersi è tutto un altro film, capite?

 

In tutti gli aspetti del vivere governati, o anche solo lambiti, dai commerci di beni e servizi, il TTIP può divenire letale per famiglie, cittadini, piccole medie aziende, democrazia e Stato stesso. Ancora un’altra mazzata catastrofica all’idea di Mondo Migliore che tanti di noi sognavano o sognano per i propri bambini. Noi che sappiamo queste cose, noi che capiamo cosa fa e come si comporta il Vero Potere, noi che Renzi, i tagli Irpef, le europee, Grillo, Confindustria e i sindacati sappiamo essere fuffa, zero, nulla in grado di proteggerci da nulla.

Good luck.

Paolo Barnard

15.04.2014

 

 

TTIP: accordo USA-UE

 



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Riassunto per politicamente scorretto

Le regole di protezione saranno livellate al ribasso, da ambo le parti (farmaci, alimenti, protezione lavoro ecc.)

totale liberalizzazione del settore sei servizi, particolarmente quelli pubblici come sanità, asili e scuole, assistenza anziani, trasporti, utilities comunali ecc. naturalmente anche l’acqua potabile.

Totale livellamento al ribasso di qualsiasi diritto dei lavoratori.

Con l’avvento del WTO si stabilivano regole di potere superiori alle leggi interne degli stati aderenti, per cui le multinazionali che ritenevano di perdere profitti a causa di una legge emanata dallo stato a protezione dei propri cittadini, poteva, attraverso il suo governo di appartenenza denunciare ed ottenere l’abolizione di detta legge.

Con il TTIP, invece, POTRANNO ESSERE LE CORPORATIONS STESSE A FARE CAUSA A INTERE NAZIONI se ritengono che i Parlamenti di quelle nazioni hanno legiferato nell’Interesse Pubblico e non nel loro interesse.

Il TTIP prevede che le Corporations possano indire queste cause PRESSO TRIBUNALI OFF-SHORE, cioè non europei, dove difendersi è tutto un altro film…

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Ringrazio per il sunto. Sono arrivato alla frase " figa e piadina per tutti" e poi sono sceso in basso fino alla fine del post dove ho letto la firma di Paolo Barnard.
E lí ho capito tutto!
L'unica cosa che non ho capito è che una corporation può fare causa al parlamento italiano, però magari presso un tribunale dell'Uganda e questi possono sanzionarci? Mi pare leggermente strano.

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Ehi, Pol,
mi sa che non hai capito nulla!
devi manovrare il topo più lentamente! ☺

la frase che attribuisci a Barnard si trova nell'articolo di Barbara Tampieri.




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Concordo, il Barnard tira fuori conclusioni senza citare la fonte da dove ha recuperato i suoi bei dettagli.
La sua conclusione comunque è godibile:
"
Noi che sappiamo queste cose, noi che capiamo cosa fa e come si comporta il Vero Potere, noi che Renzi, i tagli Irpef, le europee, Grillo, Confindustria e i sindacati sappiamo essere fuffa, zero, nulla in grado di proteggerci da nulla.
"
Per fortuna che c'è barnard, lui detiene il verbo e si spiega a culo, pazienza, oguno ha i suoi difetti...

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1) se giusto giusto ti dai da fare due minuti due, le fonti le trovi anche tu, non mi sembra così complicato
http://tradegameblog.files.wordpress.com/2013/07/mandat.pdf
http://ec.europa.eu/trade/policy/in-focus/ttip/
http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2013/june/tradoc_151381.pdf

2) Barnard avrà pure i suoi difetti, ma se vuoi fare un utile esercizio, vai a leggere gli articoli del suo blog dal 2008.
Ti assicuro che nella quasi totalità dei casi, poi pensi "ecchè cavolo, ma 'sto qui aveva la sfera di cristallo??"
Sempre che uno voglia capire, ovvio

3) ma com'è che non ho nessun problema a capire il significato degli articoli? dove non è chiaro, a tuo parere?

Comunque, se Barnard ti sembra complicato da seguire, Monia è sempre molto chiara...

...a proposito, ma lo hai visto o no il documentario di due mesi fa?

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Grazie Francesca del tuo intervento di benvenuto nel mio primo post e grazie anche di avermi fatto conoscere Sir Ken Robinson e i suoi pensieri sulla scuola; condivido in pieno anche se credo che sia difficile realizzarli soprattutto vista la scarsità di risorse.
Tornando al TTIP, di cui ammetto la più totale ignoranza, l'analisi che viene fatta fa venire i brividi e credo che non sia facile l'approfondimento visto i molti aspetti tecnici. Certo che se va come sta andando per l'Euro abbiamo tutte le ragioni per non poterci fidare.
L'aspetto più preoccupante, dal mio punto di vista è proprio la difesa della qualità dei nostri prodotti alimentari anche se guardandoci in giro non siamo ormai proprio sicuri che siano così "innocui" e mi sembra che l'unica difesa sia una certa consapevolezza di noi consumatori sperando sempre nella correttezza delle informazioni.
Per il momento il bilancio della globalizzazione non direi che per noi sia molto positivo quindi è giusto informarsi, rimanere vigili e intervenire attivamente per dire la nostra.
E' preoccupante che se ne parli e discuta così poco.
Hai fatto bene a metterlo in luce.

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Anuska, per l'apprezzamento, significa che hai letto e visionato il materiale...
A volte mi sento sfiduciata, poiché nonostante siano decenni che cerco di informare le persone, mi sembra di combattere contro i mulini a vento. Poi leggo un commento come il tuo e allora penso che ne valga la pena! ☺
Questi problemi partono da lontano e finché i cittadini non si renderanno conto che la globalizzazione ed i trattati internazionali non vengono quasi mai stipulati a loro vantaggio (euro compreso) sarà difficile fermare questi piani criminali.
Mi sembra di capire che sei interessata, perciò se ti fa piacere, ti posso inviare della documentazione che ho raccolto negli ultimi anni.
Nel frattempo, questo è un link molto interessante su quell’abominio del Codex Alimentarius:
http://www.disinformazione.it/codex_alimentarius.htm

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Favorevole al libero commercio tra USA ed UE, con tutte le formule di tutela possibili per il consumatore.
Chi è contrario è liberissimo di allevarsi i polli in giardino; in senso lato, se ne è capace, è liberissimo di praticare l'autachia assoluta su tutto ciò che serve al vivere quotidiano.

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Bastanzetti! ☺
se non ricordo male, ti sei anche dichiarato favorevole agli OGM.

Il problema è un altro.

Questo trattato in particolare, eliminerà la maggior parte delle tutele che noi consumatori italiani abbiamo ottenuto nel tempo. Si livelleranno gli standard verso il basso.

E io non ci sto!
Per il momento la scelta è mia, quando vado a fare la spesa, e finora posso ancora decidere se mangiare le mele nostrane o quelle cinesi, impollinate e anticrittogamicizzate una ad una manualmente, ma per il futuro, la vedo brutta.

Per quanto riguarda l'autarchia, sono assolutamente favorevole (non nel modo che intendi tu ovviamente)

Basterebbe informare correttamente le persone e si potrebbe anche arrivare ad un buon livello di autosufficienza nel territorio italiano.

Ti è andata bene, che non mi sia candidata sindaco.... avrei riempito il territorio di canapa e alberi di frutta antica!
Potrebbe essere un nuovo slogan elettorale... "pòn e zarèse par tùti" ☺ ☺ ☺

Buona serata.

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A me risulta che USA ed UE stiano ancora accesamente tattando su molti aspetti di questo accordo. Più forti saremo come europei più potremmo tutelare tutto il tutelabile.

Se invece ci indeboliremo politicamente con l' euroscetticismo, alla fine, delle nostre eccellenze, i pesci grossi faranno un sol boccone; senza neanche chiedere: "si puo?".

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Nel quadro della campagna stop TTIP, che sta crescendo in Italia, in Europa ed anche negli Stati Uniti, non lontano dalla Marca, a Trento, dal 31 maggio al 2 giugno si terra' OltreEconomia Festival dove assieme ad altri temi, si parlera' anche di questo trattato.

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Eccolo, immancabile alfin si staglia sulla scena il sacerdote del lugubre catastrofismo antiamericano.

PS: ma col pollo alla varecchina si servono le patate al Biancofà (quel par far vegner bianche e tende) ? magari con una bella grattuggiata di sapone sole?

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E' noto che Butler e Roberts hanno avuto grossi problemi con l'amministrazione a causa di alcuni vizietti non proprio commendevoli. E' commprensibile, anche se non condivisibile, il loro rancore vendicativo.

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Grazie Francesca,
accolgo molto volentieri la tua offerta del materiale per approfondire;
anuska.pol21@gmail.com
Devo dire che soprattutto per l'alimentazioneho sempre cercato, con il buon senso, di mangiare bene e con gusto. Da quando è nato Tommaso poi ho acquistato più biologico (non sono ricca!!) e comunque sono stata più attenta.
Il risultato dopo 11 anni (tiè, facciamo le corna) mai visto un virus intestinale in casa, mai preso un'influenza e perso 2 giorni di scuola in tutta la carriera scolastica (forse sarà merito del patrimonio genetico o solo una gran fortuna? Beh può essere).
Poi arrivo a Londra e vedo la quantità indutriale di fritti e chips che mangiano qui a tutte le età, l'uso smodato di grassi idrogenati, la mancanza nella stragrande maggiornaza della popolazione di qualsiasi senso delle regole alimentari che sono diventate per noi normali. E si ammalano meno, apparentemente.
L'ultima volta che sono stata a casa in Italia (Pasqua) ho mangiato delle fragole che non avevano gusto. A Barking (periferia londnese) ho comprato più volte le fragole spagnole e l'altro giorno quelle inglesi da LIDL. Ed erano buonissime.
Perchè stiamo scadendo anche in quello che dovrebbe essere un'altra eccellenza?
Per finire dichiaro che mi trovo d'accordo con Michele Bastanzetti sul fatto che più forti saremo come Europa e soprattutto l'Italia dentro l'Europa, in modo sero e deciso, più avremo potere di fermare o cambiare le cose che non ci vanno bene.

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...che molti non hanno capito che è proprio l'europa la causa di molti problemi. Invito a leggere il post di Valentina http://www.oggitreviso.it/tavola-aiutati-che-l%E2%80%99ue-non-ti-aiuta-88244

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Molti non lo hanno sicuramente capito, forse perché non è quello da capire. Ma per fortuna c'è sempre il nostro MarcoM della "Complottisti & Catastrofisti Foundation" che capisce per tutti !

PS: Valentina la Streghetta?

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Del TTIP, non si è parlato molto durante la campagna elettorale per le europee,
Il quinto ciclo di negoziati si è concluso ad Arlington, Virginia il 23 maggio scorso.
Incollo dopo averlo copiato un commento semiserio di Monica Di Sisto di Fairwatch sugli ultimi risultati della trattativa.

In Virginia botte da orbi sul TTIP
di Monica Di Sisto, Fairwatch
Avrei voluto davvero esserci, ad Arlington: vedere un allevatore americano che affronta un azzimato diplomatico europeo per chiedergli quando in Europa la pianteremo di impedirgli di venderci le sue bestie cresciute con gli ormoni, e se ci decideremo a farlo con il TTIP, non ha prezzo. I tradizionali dialoghi con la società civile, che i negoziatori del Trattato transatlantico di liberalizzazione di commercio e investimenti Usa-Ue svolgono a margine delle trattative in corso in questa settimana oltre Oceano, hanno assunto nella ridente cittadina della Virginia un tono meno patinato di quello cui ci avevano abituato Bruxelles e Washington. E questo quinto ciclo negoziale si tinge di farsa, con Lorenzo Terzi, capo dell’unità delle relazioni internazionali bilaterali nella Direzione generale per la salute e i consumatori della Commissione europea, che imbarazzato raccomanda al vaccaro lobbista dell’American Meat Institute (AMI) Jim Hodges, a quanto riporta la stampa presente “di adottare una posizione più in linea con quella degli altri partner commerciali” e quindi “di cominciare a sperimentare la produzione libera da ormoni” senza insistere su una direzione “che non ha possibilità d’essere considerata a breve o medio termine”. Insomma, un principe in visita alle stalle.
Di recente, nell’ambito del Trattato di liberalizzazione con il Canada, l’Europa ha già concesso a quel partner di piazzare nel nostro mercato una quota cospicua di carne in più rispetto al passato, a patto che fosse libera da ormoni, e altrettanto vorrebbe propinare agli Usa. Peccato che, a distanza, il ministero del commercio Usa aveva già avvertito il commissario europeo De Gucht che questa non era una proposta interessante per loro, a meno che non si parlasse di far entrare tutta la carne a stelle e strisce, ormoni compresi. D’altronde il lobbista Hodges l’ha fatto capire a chiare lettere nel suo intervento: gli ormoni sono solo l’inizio. Altre condizioni vincolanti per il loro appoggio al TTIP – determinante per il consenso del Congresso Usa – sono l’ingresso nel mercato comunitario della loro carne di maiale “senza essere costretti a condurre test non necessari” sugli animali in ingresso, e idem dicasi per i polli, che noi respingiamo al mittente perché usano lavarli con il cloro ed altre giocondità tossiche. I controlli e le misure di sicurezza sanitaria su vegetali e animali, ha ammonito Hodges, “devono basarsi sulla scienza”, e l’Europa deve dimostrare apertura e disponibilità ad abbattere le sue barriere su tutti i prodotti agroalimentari, senza prevedere gradualità, periodi di transizione, o meccanismi specifici contro il dumping – che l’Europa ha usato spesso per proteggersi dagli aggressivi esportatori americani – se no non se ne fa niente. Insomma, un vero, irrituale, ultimatum, dal recinto delle vacche al nirvana del decision making commerciale.
Amenità a parte, in questo incontro Usa e Ue sono entrati nel vivo degli interessi veri, e le differenze strategiche si sono fortemente accentuate. Il capo dei negoziatori USA Dan Mullaney ha spiegato nei meeting di questi giorni che si comincia a parlare di testi concreti e della loro formulazione verbale – cruciale per ottenere nero su bianco quello che si vuole – e che mentre la sua delegazione ha presentato le proprie prime offerte di liberalizzazione di servizi, tariffe e appalti pubblici, la Commissione Ue non è riuscita perché i Paesi membri non hanno raggiunto in tempo per Arlington il consenso necessario a consolidarle. L’Europa, soprattutto, non ha ancora idea di come strutturare un meccanismo di cooperazione orizzontale sugli standard che sia accettabile per tutti i suoi membri, che tra loro hanno ancora meccanismi diversi e non completamente livellati dalle leggi comunitarie, che non coprono tutto l’ampio spettro delle normative rilevanti per un trattato di liberalizzazione commerciale di questa portata e che quindi vedono i diversi Paesi membri regolare alcune materie non trascurabili – ad esempio alcune previsioni sui brevetti, altre sulla sicurezza sul lavoro, altre in materia ambientale, di controlli fitosanitari, alimentari e così via – ciascuno ancora a proprio modo.
Per i servizi, l’Europa nei mesi scorsi avrebbe proposto l’abbattimento del 95% di tutte le sue tasse sulle importazioni di servizi dagli Usa per tutti gli Stati membri, mentre gli Usa avrebbero concesso appena il 69% delle proprie linee di tariffe, aprendo l’accesso ai soli servizi di competenza federale e tenendo gelosamente protetti quelli gestiti dai singoli Stati. La giustificazione? Se l’Europa non mollerà su agricoltura e cibo, a cominciare dalle Indicazioni Geografiche dei prodotti alimentari – che sull’altra sponda dell’oceano vengono trattate come suggestive fissazioni da europei anziani e sulla quale i negoziatori hanno discusso più di mezza giornata senza venirne a capo – gli Usa non faranno un passo in più. Senza contare che gli Usa vogliono che il trattato affronti i servizi finanziari in un capitolo dedicato, con un impianto specifico che tenga conto delle recenti regolazioni da loro introdotte dopo lo scoppio della bolla speculativa su mutui e derivati, mentre banche e fondi di casa nostra spingono perché entrino nel calderone generale dei servizi, per avere più forza negoziale visto che già sulla liberalizzazione dei servizi di trasporto aereo e postali ci sono visioni opposte su quanto sia necessario concedere e quanto proteggere. Da parte Ue, poi, noi vorremmo normare in capitolo separato del TTIP energia e materie prime, per assicurarci un volume d’importazioni costante e crescente di entrambi, mentre sono gli Usa qui a promuovere l’”approccio calderone”.
Insomma un brutto teatrino vaudeville, quello di Arlington, con l’Europa trattata da anziana signorina questuante petulante da una sorta di gigolò globale, che le mostra solo a tratti spiragli delle sue appetibili grazie energetiche e ormonate, richiudendo seccato il paletot appena lei accenna qualche ricordo di dignità. Che brutta fine…

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purtroppo con la vittoria del PD alle europee, ne vedremo, di braghe calate per il TTIP.

Ieri ho sentito Padoan alla radio 5 minuti e mi si sono rizzati tutti i peli che non ho!

Per molta gente, sarà un brusco e brutto risveglio....

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non dimenticherò mai che, a novembre 2011, quando cercavo di informare la gente su chi fosse realmente Mario Monti e sul perché e come avrebbe perseguito la sua opera di curatore fallimentare, l’85% del popolo italiano era favorevole al “professore”! e le lodi si sprecavano… poi si sono svegliati e presto succederà anche con questo. Che amarezza vedere che ci ricascano sempre!

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