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30 aprile 2024

Treviso

Trent'anni fa il primo trapianto di cuore da un donatore trevigiano

All'ospedale di Padova il chirurgo Vincenzo Gallucci eseguì per la prima volta il trapianto

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Trent'anni fa il primo trapianto di cuore da un donatore trevigiano

PADOVA-TREVISO - Era la notte tra il 13 e il 14 novembre del 1985, esattamente trent’anni fa, quando per la prima volta in Italia si realizzò il primo trapianto di cuore.

Quella notte a Padova, il professor Vincenzo Gallucci, cardiochirurgo mantovano effettuò il primo trapianto di cuore a Ilario Lazzari, affetto da miocardiopatia dilatativa. Il cuore è quello del giovane trevigiano Francesco Busnello, ricoverato all’ospedale Cà Foncello di Treviso dopo un incidente in motorino in condizioni disperate. Dopo il progressivo peggioramento delle sue condizioni i medici dichiarano la morte cerebrale e la famiglia decide per la donazione. Un gesto che cambierà la storia medica dell’Italia. Dopo giorni di attesa, dal ministro della Salute finalmente arriva l’attesa autorizzazione ai trapianti in Italia. Si può operare.

Il cuore viene espiantato al Cà Foncello, immerso in un liquido di acqua e ghiaccio e trasportato al Policlinico di Padova. Nel frattempo Ilario Lazzari, allora 39enne di Vigonovo, si prepara a ricevere il nuovo cuore. Sono le 4 di notte quando, nel reparto di Cardiochirurgia di Padova, l’equipe di medici e infermieri guidata da Gallucci comincia a realizzare il miracolo. Il cuore nuovo di Ilario ricomincia a battere. L'uomo visse fino al 1992.

Oggi a trent’anni dal primo trapianto si parla di futuro. L’attuatore, ovvero il "motore", di un nuovo modello di cuore artificiale realizzato dall'azienda ospedaliera e dall'Università di Padova, sarebbe già pronto all'uso. A darne notizia è il direttore del Centro di Cardiochirurgia "Gallucci", professor Gino Gerosa, già "autore" nel 2007 del primo trapianto di cuore artificiale totale in Italia e nel 2015 del primo trapianto di cuore artificiale totale in un ragazzo. "Abbiamo pronto il motore del cuore artificiale - ha spiegato il professor Gerosa - adesso avremmo bisogno di circa 50 milioni di euro per finire il lavoro e rendere disponibile il nuovo cuore in circa tre anni di lavoro. Ma stiamo andando avanti anche con gli studi sulla decellularizzazione dei cuori donati, da ripopolare poi con le cellule staminali dei riceventi".

Per celebrare il trentennale dal primo trapianto di cuore venerdì è stata organizzata a Padova una giornata di studi dal titolo "Dal cuore umano al cuore meccanico 1985-2015" che culminerà con la donazione di due cuori artificiali (utilizzati da un paziente adulto e da un ragazzo) al Musme, il Museo della Storia della Medicina di Padova. "La storia della cardiochirurgia padovana è una storia di eccellenza. E per fare dei primi trapianti è necessario un lavoro di team ci vuole tanta curiosità e tanta fantasia per inventarsi degli interventi mai tentati prima. Serve un certo spirito pionieristico”, ha concluso Gerosa.

 


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