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03 maggio 2024

Treviso

Profughi, i sindaci: "Il coordinamento spetta alla Regione"

I primi cittadini della Marca chiedono un incontro a Zaia: "Il no del Governatore non ferma gli arrivi"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Profughi, i sindaci:

TREVISO - “Il prefetto mi ha assicurato che la caserma Salsa di Santa Maria del Rovere rimarrà aperta per accogliere i profughi al massimo per due o tre giorni. Entro sabato sarà liberata”. Queste le parole del sindaco Giovanni Manildo che nella serata di mercoledì ha incontrato il prefetto Maria Augusta Marrosu per fare il punto sulla situazione profughi. “Voglio ancora una volta rassicurare i residenti del quartiere e tutti i cittadini: il complesso militare è assolutamente inadeguato per accogliere queste persone e dunque non c'è alcuni rischio di creare un ghetto". 

Intanto questa mattina i sindaci delle amministrazioni di Silea, Casier, Preganziol, Ponzano Veneto, Monastier, Roncade, Carbonera, San Biagio di Callalta e Maserada si sono riuniti a Cà Sugana con il sindaco di Treviso e il presidente dell’Anci Veneto MariaRosa Pavanello, per ribadire la necessità che la Regione si assuma la propria responsabilità e svolga il suo ruolo di coordinamento sulla gestione dei profughi. “Insieme con gli altri sindaci abbiamo inviato una lettera al governatore Zaia per chiedere un incontro urgente - spiega Manildo - E’necessario trovare subito delle soluzioni che coinvolgano tutti gli attori interessati per fronteggiare l’emergenza, non è possibile che delle persone dormano nei giardinetti come è successo a Montebelluna o in una struttura inadeguata come la caserma Salsa”.

“Da parte nostra rimane la disponibilità, ma non possono essere i Comuni a farsi carico di trovare la soluzione” - sottolinea Paolo Galeano, sindaco di Preganziol.

Tra le principali necessità ribadite dal presidente dell’Anci Veneto Pavanello, l’individuazione di un centro regionale di accoglienza, non ancora presente in Veneto a differenza di altre regioni. “Inoltre è necessario velocizzare i tempi delle commissioni per verificare i requisiti delle persone che chiedono asilo politico. Oggi - dice Pavanello - l’inter dura circa un anno e nell’arco di questo periodo queste persone in attesa rimangono nelle strutture di accoglienza occupando i pochi posti disponibili”.

 


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Isabella Loschi

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