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14 maggio 2024

Castelfranco

Chiude Ncd, Conte con Alternativa Popolare

Il senatore di Resana: “Modello fiscale all’americana, no agli estremismi populisti”


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RESANA - “Alternativa Popolare è un progetto ancora più coraggioso ed ambizioso rispetto a quanto abbiamo fatto fino ad ora; un progetto che è lontano dai populismi, lontano dalla sinistra che richiama al comunismo e dalla destra estrema che richiama passati nefasti. Siamo al centro e vogliamo riunire quelle forze politiche che hanno radici nel popolarismo europeo e che interpretano la politica confrontandosi e rispettando la dignità delle persone. Il tempo della riflessione è terminato, ora scegliamo sapendo che qui in Veneto ci sono moltissime persone che la pensano come me”.

Lo sottolinea il senatore di Alternativa Popolare Franco Conte (in foto), illustrando la sua visione, specialmente in Veneto del nuovo progetto politico nato questo weekend dopo la chiusura dell'esperienza di Ncd.

 

“Alternativa Popolare è un progetto che nasce dal basso, – continua il parlamentare di Resana  - dalla volontà di dare risposte alla gente facendo politica con umiltà puntando ad unire per far diventare il nostro Paese più forte e competitivo; non ci sto a vedere che, con la forza che abbiamo qui in Veneto di saper fare tante cose (in primis impresa), come Paese siamo fanalino di coda della ripresa tra i grandi in Europa. 

Come fare con orgoglio a tornare ad essere in vetta? Vogliamo un modello fiscale all’americana favorevole alle nostre imprese. Io sono Senatore della Repubblica Italiana ma vivo a Treviso: il mio territorio produce, lavora, genera benessere per questo sappiamo che dobbiamo confrontarci con le nostre imprese per dare loro ciò che serve per uno slancio di qualità. Troppo fisco, troppe iniquità, troppo difficile fare tutto: dobbiamo alimentare l’entusiasmo di chi vuole darsi da fare; dal creare una start-up fino al volontariato. E’ arrivato il tempo del fare. Sul tavolo anche un patto sociale per la povertà, nuove politiche per il lavoro per favorire opportunità per i giovani, ma anche per chi ha maturato esperienza ed è in quel limbo a un passo dalla pensione ma che ha preso il lavoro per la crisi.

 

E poi c’è un capitolo spinoso: il contenimento della spesa pubblica, i tagli denari non servono ma rinunciare ad alcuni fronzoli è possibile: ci sono spese nel bilancio dello Stato che si potrebbero tranquillamente eliminare. Per non parlare della paralisi delle provincie: per fingere di risparmiare abbiamo messo in ginocchio i Comuni. E poi la sicurezza: dobbiamo rafforzare il controllo dei nostri territori, specialmente qui in Veneto, dove esistono comuni molto ampi e il controllo è complesso. Perciò noi diciamo che si parte oggi per fare con impresa e cittadini, dal basso”. 

 



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