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01 maggio 2024

Castelfranco

IL GRANDE FRATELLO MAURO

E’ uscito dalla casa. Ed è rientrato nel suo bar di Castelfranco.

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

IL GRANDE FRATELLO MAURO

CASTELFRANCO - Che poi – se uno pensa al suo stato di famiglia - fare “il grande fratello” a Mauro Marin non deve essere costato troppo. Perché lui, nella sua casa di Castelfranco, è stato (è tuttora) sia il fratello più grande che quello più piccolo.

E’ il fratello di mezzo. Quello che secondo la (dubbia) letteratura psichiatrica vive la condizione più difficile. O complessa. E in effetti, il “fratello Mauro” – da bambino, da adolescente - qualche problema l’ha avuto. Problemi psichici che lui stesso ha raccontato nel libro C’è una cosa che non vi ho detto, edito da Imart e nella trasmissione Bikini di Canale 5.

Problemi di cui preferisce non parlare a noi. Perché – per contratto o per scelta (è probabile che le due opzioni coincidano) - dopo aver passato un tot della sua vita nella casa più spiata dagli Italiani, Mauro gli affari suoi vuole metterli solo in una piazza televisiva. Nell’altra piazza, quella reale, quella di Castelfranco, scrutata si fa per dire dallo sguardo lapideo di Giorgione, Mauro è uno qualunque. Un ragazzino (dimostra meno dei suoi 30 anni) coi capelli castani raccolti in una coda, la camicia e i bermuda bianchi lindi, i mocassini di rito e lo sguardo liquido da Bonjour tristesse.

Se il suo ruolo di s-comparsa tivù non lo avesse già calendarizzato sotto la voce Ragazzo che ha vinto l’edizione ormai passata del GF, Mauro Marin potrebbe sembrare un personaggio di Francoise Sagan. Un co-protagonista, magari. Perché noi, col nostro bagaglio di pregiudizi televisivi, prima di incontrarlo, sospettiamo che la quantità di riflettori puntati l’abbiano già smaterializzato. Ma è così?

Ciao Mauro.

Ciao.

Come stai?

Bene. Ho vissuto l’anno più lungo della mia vita, ma mi sto riprendendo.

Hai sempre avuto quello sguardo un po’ triste?

Sono un po’ stanco. La popolarità mi piace ma diventa difficile da gestire. Ieri sono stato a Jesolo. Non ho fatto in tempo a stendere l’asciugamano sulla spiaggia che sono stato riconosciuto e circondato da fans.

Be’, se avevi un desiderio di solitudine avresti potuto scegliere una spiaggia meno affollata…

Mi piace essere riconosciuto: non dico di no. Ma vivere costantemente un grado così alto di notorietà richiede una tensione costante.

Cominciamo a parlare della trasmissione che ti ha dato popolarità. Quali sono stati gli aspetti positivi e negativi dell’esperienza al Grande fratello? Naturalmente puoi glissare sul fatto che hai vinto 250 mila euro: questo è ovviamente uno dei lati buoni.

In realtà io i soldi non li ho ancora visti. E poi mi hanno già detto che saranno tassati per cui non so quanti me ne verranno in tasca. Gli aspetti positivi della partecipazione al Grande fratello sono stati gli incontri con tante persone a cui ho avuto l’opportunità di raccontare la mia storia. La condivisione delle esperienze di vita è uno degli aspetti belli. I lati negativi sono legati all’assenza di informazioni che dopo un po’ caratterizza il clima della casa. Dopo un po’ l’ambiente diventa asettico, isolato dal mondo. Spento.

Rifaresti l’esperienza conoscendo l’epilogo fortunato?

No. Non la rifarei. Anche perché si tratta di un’ipotesi irrealizzabile. Nessuno ha fatto due volte il Grande fratello. Nessuno, dopo il Grande fratello, ha vissuto a lungo della fama acquisita.

E quindi?

Quindi intendo sfruttare questa popolarità fino in fondo. A ottobre quando inizierà il Grande Fratello 11 è probabile che nessuno si ricorderà di me. Questo format non è un ufficio di collocamento. Non ti dà lavoro. Ti dà una chance. Io la voglio sfruttare. Guarda come. Te lo faccio sentire in diretta…

Nel corso della chiacchierata, dalla piazza centrale di Castelfranco ci siamo trasferiti nel Bar di Mauro (che è proprio il nome del locale che Mauro Marin gestisce con la mamma Valeria). Dentro il bar qualche tavolino, qualche avventore e tante slot machine che fanno un casino bestiale e inquinano un po’ la conversazione, ma soprattutto una quantità industriale di gigantografie e reperti di Mauro-grande-fratello. Un Mauro che mentre sta con noi chiama qualcuno al cellulare. E tiene a farci sentire chi è.

- Pronto Lele? (è Lele Mora, didascalizza Mauro). Sono Mauro. Mauro Marin. Come stai? Hai passato bene l’weekend? Volevo parlarti …perché ho un po’ di dubbi…

Per snocciolare i dubbi, Mauro si allontana e prosegue la chiacchierata con quello che dirà essere “il suo agente” in privato, tra le slot machine.

Quando torna, porta con sé il portatile. La pagina su cui è aperto è Facebook: Ho il fanclub più numeroso d’Italia. Ho 450 mila iscritti

La pagina la gestisci tu?

Certo.

Da quando sei uscito dalla casa del Grande Fratello, sei tornato dietro il banco o hai lasciato campo libero alla mamma?

No, no. Lavoro anche dietro il banco. Impegni permettendo.

Quali impegni?

Be’: vengo chiamato spesso a partecipare a trasmissioni, come le Iene, Studio Aperto…Poi mi invitano nelle discoteche. E ora che si stanno facendo le selezioni per l’edizione numero 11 del Grande Fratello io sto dietro le quinte. Rivivo quanto è successo a me, ma da un’altra angolatura. E questa è una bella esperienza.

Mauro, ho letto che hai partecipato al Gf per due motivi: vincere la lucrosa somma in palio e riportarti a casa l’ex morosa. Il primo obiettivo l’hai raggiunto. Il secondo?

Il secondo no. Con la mia ex è finita. Ci siamo sentiti al telefono, si è congratulata con me. Ma il nostro rapporto è archiviato.

Ora sei fidanzato?

No.

Che pensi del matrimonio?

E’ una bella cosa.

Porti un crocifisso al collo. Sei credente?

Sì. La fede mi ha sempre aiutato.

Cos’altro ti aiutato a diventare il Grande Fratello?

La mia determinazione a vincere. A vincere i soldi in palio che ci servivano per pagare il mutuo in questi tempi di crisi…e poi la voglia di emergere. Ho studiato l’Arte della guerra prima di entrare nella casa. Ho messo in atto ogni strategia. Tenendo presente che io ero il mio esercito.

Ma le cicatrici che hai sulle braccia non le hai riportate nelle battaglie fatte all’interno della Casa di Cinecittà vero?

No. Da piccolo mi ha morso un cane.

Nelle note biografiche che ho trovato in rete, ho letto che hai una Laurea in Marketing d’impresa. E’ una laurea specialistica?

No. E’ una triennale. Ma Ca’ Foscari ora dovrebbe darmi una Laurea honoris causa per quello che sto facendo. Sto investendo la mia popolarità come fosse un pacchetto di azioni. Nel mio salumificio stanno confezionando dei salumi con la mia faccia e io li promuovo, li porto in giro, ai ristoratori del Nord Italia. E poi faccio serate un po’ in tutta la penisola, soprattutto in Emilia, in Calabria, in Puglia. Non avevo mai girato l’Italia e ora mi chiamano un po’ dappertutto. Devo far fruttare la mia popolarità ora perché la tivù è come una grande lavatrice con la centrifuga. Finché sei famoso giri, ti senti avvicinare da persone che hai sempre ritenuto molto più celebri di te e che ti chiedono di lavorare con loro…ma tutto questo quanto durerà? La popolarità non è facile da amministrare. E io lo sto facendo con questa consapevolezza.

Be’, Mauro, ti auguriamo di farcela.

….Vi fermate a pranzo? Siete miei ospiti.

(Foto di Andrea Armellin) 

 


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Emanuela Da Ros

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