“Bambini e carcere”: giochi, fiabe e pittura per far incontrare genitori detenuti con i figli
Il progetto promosso da Telefono Azzurro e dalla Casa Circondariale di Santa Bona
| Isabella Loschi |
TREVISO - Cancelli , controlli, chiavi e porte che si chiudono sono ora realtà più affrontabili per i bambini che vanno a trovare i loro papà nella Casa Circondariale di Treviso.
Oggi grazie dal progetto “Bambini e Carcere”, promosso da Telefono Azzurro e dalla Direzione della Casa Circondariale di Santa Bona, genitori e figli possono giocare insieme, leggere e perché no, crescere delle piantine. Così la stanza dei colloqui, dipinta dagli stessi detenuti nel corso di un’esperienza formativa, si trasforma all’occorrenza in ludoteca e apre un modo e un mondo nuovo per far incontrare i genitori detenuti con i loro figli. Insieme, possono leggere dei libri, partecipare a letture animate o ad attività teatrali come la drammatizzazione di una fiaba, l’improvvisazione, il mimo. Ma possono anche giocare, dipingere, creare piccoli lavoretti con pongo, creta e altri materiali. E, in estate, possono coltivare piccole piante o far sport all’aperto.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti in questo primo biennio di lavoro anche perché si è implementato con attività nuove e specifiche cercando di offrire e di rispondere ai bisogni dei minori coinvolti nel sistema penitenziario ”, spiega Michela Rossi, psicologa responsabile del progetto. “E’ un progetto che porta benefici a tutto il sistema penitenziario: nei genitori detenuti favorisce il reinserimento sociale, infatti, ogni detenuto che mantiene dei legami familiari riduce tre volte il rischio di recidiva” sottolinea il dottor Francesco Massimo direttore della Casa Circondariale di Treviso.
A seguire il progetto è un’equipe di operatori volontari di Telefono Azzurro, che aiutano i minori nel momento dell’accoglienza, animano il tempo del colloquio e rendono meno pesante il momento del distacco. A Treviso il progetto è presente da due anni ed hanno partecipato già una trentina di detenuti insieme ai loro figli: 30 bambini di età compresa tra i pochi giorni e i 12 anni di età e di nazionalità più diverse. I padri detenuti inoltre partecipano una volta al mese a gruppi di parola per dar voce al loro vissuti di genitori ristretti. Inoltre il progetto prevede uno sportello di ascolto per tutti quei detenuti che riescono ad ottenere misure alternative e che stanno reinserendosi nel tessuto sociale. I
l progetto “Bambini e Carcere", nato nel 1993 a San Vittore, è già attivo in altre 12 carceri nazionali e coinvolge circa 210 volontari.