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04 ottobre 2024

Montebelluna

Foto e video intimi online per vendetta, Silvia ne parla agli studenti del liceo

Promotrice della petizione per una legge sul revenge porn. Sarà ospite al Veronese

| Matteo Ceron |

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| Matteo Ceron |

semenzin

MONTEBELLUNA Silvia Semenzin (in foto) tornerà domani al liceo “Veronese” di Montebelluna, dove si è diplomata nel 2010, per parlare del revenge porn agli studenti. Silvia è infatti l’autrice di una petizione da record su Change.org per chiedere alle istituzioni italiane una legge sul revenge porn. Si tratta di una vera e propria deviazione dell’utilizzo dei social network: quando si utilizzano foto o video intimi delle persone per vendetta, significa che qualcosa – all’interno della nostra società – non funziona più.

 

“La ragione per cui vengo al Veronese - spiega Silvia - è una lezione ai ragazzi di educazione civica digitale, affrontando il tema del revenge porn a partire dal loro uso quotidiano di internet e dei social, riflettendo sul problema dell’odio online e sulle conseguenze che questo può avere sulle persone”.

 

“La rete che umilia: riflessioni su revenge porn, doxxing e hate speech online”, è il titolo che è stato dato all’incontro dove farà da relatrice. Attualmente dottoranda in Digital Sociology all’Università di Milano, la Semenzin, dopo avere ottenuto un Master in Social Communication all’università di Madrid e la laurea in scienze politiche, relazioni internazionali e diritti umani all’università di Padova, ora si occupa di diritti digitali e data justice. A fare da intermediario fra la giovane e la scuola è stata la prof. Lidia Garbin, che l’ha avuta come alunna.

 

“Seguo Silvia e le sue innumerevoli attività (è un vulcano) da quando si è diplomata nel 2010 - spiega la Garbin - e l’ho contattata per chiederle se aveva piacere di tornare nella sua vecchia scuola, visto che la nostra popolazione studentesca è per la maggior parte femminile; abbiamo deciso di orientare la sua conferenza alle classi del primo biennio”.

 

Attualmente Silvia lavora come freelance per Kialo, una piattaforma online che si occupa di creare discussioni su punti diversi, è anche un’attivista per i diritti umani e ha collaborato con organizzazioni no profit, come Amnesty International e Insieme in Rete.

 


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