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09 dicembre 2024

Benessere

Adesso si diventa "vecchi" solo a 75 anni! Ecco le sorprendenti rivelazioni dei geriatri

Il significato di "anzianità" è stata ridefinito

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

Anziani dopo i 75 anni

Un'epoca di cambiamento è ufficialmente iniziata in Italia, poiché la definizione di "anzianità" è stata ridefinita: da oggi in poi, si diventa ufficialmente "anziani" solo dopo aver compiuto 75 anni.

Questa svolta rivoluzionaria è stata annunciata durante il Congresso nazionale della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg) a Roma, lasciando molti a chiedersi se questo possa influenzare il modo in cui percepiamo l'invecchiamento.

Secondo Niccolò Marchionni, professore ordinario dell'Università di Firenze e direttore del dipartimento cardiovascolare dell'Ospedale Careggi, "Un 65enne di oggi ha la forma fisica e cognitiva di un 40-45enne di 30 anni fa. E un 75enne ha la vitalità di un individuo che aveva 55 anni nel 1980."

Il professor Marchionni spiega che questa nuova prospettiva si basa sulle attuali aspettative di vita nei Paesi sviluppati. "I dati demografici ci dicono che in Italia l'aspettativa di vita è aumentata di circa 20 anni rispetto alla prima decade del 1900. Non solo, larga parte della popolazione tra i 60 e i 75 anni è in ottima forma e priva di malattie, per l'effetto ritardato dello sviluppo di malattie e dell'età di morte".

Questa ridefinizione dell'anzianità è stata accolta positivamente dai geriatri, che vedono la necessità di adattare il concetto alle mutevoli condizioni demografiche ed epidemiologiche. Sottolineano anche che scientificamente si è anziani quando si ha un'aspettativa media di vita di dieci anni.

Attualmente, le indagini statistiche indicano una media di 85 anni di longevità per le donne e 82-83 per gli uomini. "Una persona che ha 65 anni ai giorni nostri non si riesce proprio più a percepirla come 'anziana'", afferma Marchionni.

Tuttavia, non mancano le voci maligne che suggeriscono che questa ridefinizione dell'anzianità potrebbe essere un pretesto per aumentare la pressione lavorativa. C'è chi si chiede se dietro questa novità ci sia un tentativo di spingere le persone a lavorare più a lungo.

In ogni caso, la discussione è aperta, e il modo in cui la società reagirà a questa nuova prospettiva sull'invecchiamento sarà sicuramente al centro dell'attenzione nei prossimi mesi.


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