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27 luglio 2024

Nord-Est

Iniziata l'autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin

Nell'istituto di Medicina legale di Padova. Nel frattempo l'avvocato di Turetta è arrivato in carcere per l'interrogatorio dal pm

| Ansa |

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Iniziata l'autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin

PADOVA - E' iniziata da poco l'autopsia sul corpo di Giulia Ceccchettin, la 22enne di Vigonovo uccisa dall'ex fidanzato, Filippo Turetta. L'esame si svolge nell'istituto universitario di Medicina legale a Padova. La Procura ha incaricato il professore Guido Viel. Dall'autopsia i magistrati si attendono, tra le altre, risposte in ordine all'ora e alle cause della morte, anche per capire se Giulia fosse già morta quel sabato notte quando Turetta da Fossò, luogo dell'aggressione, cominciò sua fuga in auto. All'esame prendono parte, per i Cecchettin i consulenti Stefano D'Errico e Stefano Vanin, per Turetta la dottoressa Monica Cucci.

"Non sappiamo quando potrà durare l'indagine, dipende dalla lesività che verrà riscontrata. I tempi si decidono man mano che l'indagine va avanti, da quello che viene rinvenuto". Lo ha detto Anna Aprile, dirigente dell'unità operativa di Medicina Legale dell'ospedale universitario di Padova, riferendosi all'esame necroscopico in atto sul corpo di Giulia Cecchettin. La dirigente ha precisato che sul corpo verrà eseguita anche una Tac. Rispondendo ai cronisti, sull'aspetto umano di questa vicenda, Aprile ha affermato: "era una giovane donna, frequentava la nostra Università, la sentiamo come una perdita comune, non solo della famiglia, ma di tutta la comunità. Giulia è entrata nel cuore di tutti".

A VERONA
Nel frattempo è arrivato in carcere a Verona l'avvocato Giovanni Caruso per l'interrogatorio di Filippo Turetta, arrestato per l'omicidio di Giulia Cecchettin, davanti al pm di Venezia Andrea Petroni, fissato per le 11. "Non parlerò ora né dopo l'interrogatorio", ha detto il legale ai cronisti.

AGGIORNAMENTO

È iniziato verso le 11 nel carcere Montorio di Verona l'interrogatorio, richiesto dal pm di Venezia Andrea Petroni, di Filippo Turetta arrestato e reo confesso per l'omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto l'11 novembre. La sensazione è che stavolta, dopo il silenzio davanti al gip Benedetta Vitolo alla quale ha rilasciato solo brevi dichiarazioni spontanee, il 21enne possa decidere di parlare. Poco prima delle 11 è entrato nell'istituto penitenziario il pm. Prima erano arrivati i legali Giovanni Caruso e Monica Cornaviera.

Tre giorni fa davanti al giudice Turetta, con le sue dichiarazioni spontanee, oltre a dirsi "affranto" e a spiegare che vuole "pagare", ha fatto cenno ad un black out mentale, lasciando spazio, però, ad una volontà di collaborazione. Ha spiegato, infatti, che sta cercando di ricostruire "nella memoria" cosa gli è "scattato" in testa quella sera dell'11 novembre, tra Vigonovo e Fossò. "Voglio parlare", sembra abbia detto ai legali, gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, nei colloqui in carcere di questi giorni. In contemporanea oggi sono in corso a Padova gli esami autoptici che potrebbero fornire risposte sul numero di coltellate (una ventina, secondo la prima ispezione sul cadavere) e su quale lama sia stata usata da Turetta: quella da 12 centimetri recuperata nell'auto in Germania o quella del coltello da 21 centimetri trovato spezzato nel parcheggio di via Aldo Moro. O entrambi.

Bisognerà accertare, inoltre, se siano presenti ferite di altra natura, da calci o pugni. E se Turetta abbia infierito su Giulia quando lei era ancora viva. Ciò potrebbe portare la Procura a contestare l'aggravante della crudeltà, mentre l'interrogatorio si concentrerà sull'ipotesi di una premeditazione. Turetta potrebbe decidere di rispondere ad alcune domande e ad altre no. Gli accertamenti medico legali dovranno anche stabilire se sia stato inferto un fendente letale nella zona del collo o se la botta alla testa subita, quando è stata spinta a terra su un marciapiede mentre tentava di scappare, abbia causato la morte. Fondamentale stabilire anche l'arco temporale, cioè se Giulia è morta verso le 23.40, quando le telecamere della zona industriale di Fossò hanno ripreso l'ultima fase della aggressione, o se era ancora viva quando è stata caricata in macchina prima della fuga di Turetta.

 


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