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13 novembre 2024

Politica

Avevano promesso di abbassare l'età pensionabile. Ora hanno deciso di alzarla

L'imbarazzante dietrofront di Salvini e della maggioranza

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

Matteo Salvini

ROMA - Dalle promesse elettorali alla realtà di governo, il passo è lungo. Soprattutto quando si parla di pensioni. Il centrodestra, che in campagna elettorale aveva fatto della flessibilità in uscita e dell'abolizione della legge Fornero i suoi cavalli di battaglia, ora si trova a fare i conti con la dura realtà dei numeri e con le richieste di Bruxelles.

 

Il Piano strutturale di bilancio (Psb) inviato alle Camere venerdì scorso dal governo Meloni parla chiaro: non solo non ci sarà nessun allentamento dei requisiti pensionistici, ma si va verso un loro irrigidimento. Il ministro dell'Economia Giorgetti scrive nero su bianco che bisogna intervenire sulla "sostenibilità del sistema pensionistico", che tradotto significa allungare la permanenza al lavoro.

 

Come riporta Il Sole 24 Ore, nel documento si legge che "il governo si impegna a modificare i criteri di accesso al pensionamento". Una formula edulcorata rispetto alla bozza iniziale, che parlava esplicitamente di "adeguamento dei requisiti anagrafici". Il senso però non cambia: si va verso un innalzamento dell'età pensionabile.

 

Un vero e proprio dietrofront rispetto alle promesse elettorali. La Lega di Salvini (in foto), in particolare, aveva fatto della "abolizione della Fornero" il suo mantra. Ora invece si parla solo di confermare per il 2024 le misure già in vigore come Quota 103, Ape sociale e Opzione donna, peraltro in versione ristretta. Di Quota 41, cavallo di battaglia leghista, non c'è più traccia.

 

Come sottolinea Repubblica, il governo punta nel breve termine su incentivi per trattenere al lavoro i dipendenti pubblici e privati "ad alto know-how". Ma è solo l'antipasto di interventi più strutturali per alzare l'età effettiva di pensionamento, oggi ferma a 64,2 anni contro i 67 previsti dalla legge.

 

Le ragioni di questa inversione a U sono molteplici. Da un lato c'è la pressione dell'Europa per tenere sotto controllo la spesa pensionistica. Dall'altro pesano i dati demografici, con sempre meno lavoratori attivi a sostenere un numero crescente di pensionati. Come evidenzia il Corriere della Sera, la popolazione in età lavorativa si è ridotta di 1,8 milioni di unità tra 2013 e 2023. Evidentemente quando facevano le promesse in campagna elettorale non conoscevano i dati o fingevano di non conoscerli.

 

Il governo prova a mascherare la pillola parlando di "sostenibilità" anziché di "contenimento della spesa". Ma la sostanza non cambia: si va verso una stretta sui requisiti pensionistici. Un tradimento delle promesse elettorali.

 

Alzare l'età pensionabile fa bene ai conti pubblici e anche alle statistiche sull'occupazione, che si gonfiano con i lavoratori over 50. Una tentazione a cui il governo Meloni sembra non voler resistere, nonostante gli slogan della campagna elettorale.


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