Caso Diciotti: La Cassazione condanna il governo a risarcire i migranti
Salvini attacca la magistratura con "insulti inaccettabili"

La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza storica, condannando il governo italiano a risarcire un gruppo di migranti eritrei trattenuti a bordo della nave Diciotti tra il 16 e il 25 agosto del 2018, su decisione dell'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini. Questa decisione segna un importante precedente giuridico, sottolineando che gli atti politici non possono essere sottratti al controllo giurisdizionale quando sono in gioco i diritti fondamentali.
La vicenda risale all'estate del 2018, quando la nave Diciotti, dopo aver soccorso 177 migranti al largo di Lampedusa, fu bloccata nel porto di Catania senza autorizzazione allo sbarco. Dopo dieci giorni di tensione, i migranti furono finalmente fatti scendere a terra grazie alla pressione mediatica e all'intervento della Chiesa.
La Cassazione ha stabilito che il soccorso in mare è un dovere che prevale su tutte le norme e gli accordi bilaterali contro l'immigrazione irregolare, e che il trattenimento dei migranti a bordo costituisce una violazione arbitraria della libertà personale. La sentenza sottolinea che l'azione del governo, anche se motivata da ragioni politiche, non può essere insindacabile quando si tratta di diritti fondamentali.
La reazione del governo è stata immediata e durissima. La premier Giorgia Meloni ha definito la decisione "frustrante" e ha sottolineato che non avvicina i cittadini alle istituzioni. Matteo Salvini, tanto per cambiare, ha attaccato i giudici, definendo la sentenza "vergognosa" e suggerendo che i giudici dovrebbero accogliere i migranti a casa loro. Queste dichiarazioni hanno suscitato una forte reazione dalla presidente della Cassazione, Margherita Cassano, che ha condannato gli "insulti inaccettabili" contro la magistratura.
La sentenza della Cassazione non solo stabilisce un importante principio giuridico, ma apre anche un dibattito acceso sulla politica migratoria italiana e sulla separazione dei poteri nello Stato di diritto. Mentre il governo continua a criticare la magistratura, le opposizioni sottolineano che la Cassazione è l'ultimo grado di giudizio previsto dalla Costituzione e che le sue decisioni non possono essere messe in discussione da dichiarazioni politiche.