Il dipartimento salute mentale perde tre psichiatri: "In campo un team multidisciplinare per terapie a misura dell'utente"
In tutta l'Ulss2 mancano 20 psichiatri. Il dg Benazzi: "Andremo a potenziare il numero di psicologi ed educatori per dare risposte alle richieste del territorio"
| Isabella Loschi |
CASTELFRANCO - Il Centro di salute mentale del distretto di Asolo non rimarrà scoperto. I tre medici psichiatri trasferiti da Asolo, due dei quali rimasti comunque all’interno dell’Ulss2 e un terzo trasferito al Dipartimento Salute Mentale della Regione, saranno coperti da un potenziamento di psicologi ed educatori e da altri psichiatri in servizio presso l’Ulss2.
A fare il punto sulla situazione del Dipartimento di Salute Mentale della Marca trevigiana è il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, con il direttore dei Servizi Socio-sanitari, Roberto Rigoli, la direttrice del Dipartimento di Salute Mentale (DSM), Carola Tozzini, e il direttore dell’Unità operativa complessa di Psichiatria del Distretto Asolo, Giuseppe Salce, alla luce delle proteste da parte dei cittadini e delle associazioni per la tutela della salute mentale. "La psichiatria, accanto alle liste d’attesa, rappresenta una delle priorità dell’Ulss2 - ha spiegato il direttore generale Benazzi - Ad oggi mancano 20 psichiatri che andremo a coprire con l’aumento di psicologi ed educatori, come da indicazioni della Regione, per dare risposte alle richieste del territorio e con una decina di giovani specializzandi nel 2025”.
“I tre medici psichiatri in servizio nel distretto di Asolo si sono spostati per motivi personali, due sono rimasti sempre all’interno della nostra azienda e un’altra per entrare a far parte del gruppo regionale - ha spiegato il direttore generale - Devo ringraziare gli psichiatri che stanno lavorando molto visto l’aumento delle richieste di supporto psichiatrico del 15-20% e l’abbassamento dell’età fino a a16 anni. Ringrazio anche le associazioni di familiari come l’Aitsam di Castelfranco Veneto, partner importantissimo dell’Ulss 2, per il prezioso supporto”.
Proprio per far fronte alle necessità sempre più urgenti e numerose del territorio partirà il "Progetto di vita” che coinvolgerà un team di professionisti costituendo rete fatta di medici, operatori sanitari, volontari.
“Il progetto - spiega la dottoressa Carola Tozzini, direttrice del Dipartimento salute mentale di Treviso - consiste nel rilevare quelli che sono i bisogni dell’utente e nel costruire quindi un progetto terapeutico “su misura” a seconda di quelle che si rilevano essere le aree da dover curare e soprattutto riabilitare. Un progetto che si fonda, quindi, su una interazione specifica multiprofessionale in cui un ruolo fondamentale ce l’hanno il medico e, soprattutto, lo psicologo, l’educatore, l’assistente sociale, l’infermiere e l’operatore socio-sanitario che accompagnano la persona in una filiera riabilitativa, ma anche in un percorso che poi evolve verso la residenzialità leggera, l’inserimento lavorativo e l’inserimento sociale, supportandola in ogni tappa”. Si tratta di un percorso che parte dal momento della comparsa degli aspetti di disabilità che vengono poi trattati e superati, la fase più critica, e poi parte attraverso progetti di riabilitazione che sono più creativi, dalla grafo-pittorica alla scrittura, a quelli più operativi legati alle necessità della gestione della quotidianità.
“Per far fronte alle esigenze del territorio, l’Ulss 2 punta moltissimo sulla multidisciplinarietà - ha commentato il dottor Rigoli -. È stato fatto un intenso lavoro proprio nell’ambito del Progetto di Vita, strumento di sostegno alla persona con disabilità, portato avanti anche dalla presidente della Conferenza dei Sindaci, Paola Roma, e in altre progettualità inclusive quali il Cohousing, che abbiamo introdotto nei Piani di Zona proprio per andare incontro alla necessità di inserire nel territorio i pazienti”.
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