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12 dicembre 2024

Treviso

Marco, un paracadutista da Treviso al Centrafrica

Il Capitano Schiavon a Bangui in missione con l’Unione Europea

| Julia Gardiner |

| Julia Gardiner |

Marco, un paracadutista da Treviso al Centrafrica

BANGUI (REP. CENTRAFRICANA) – A operare a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, è un contingente di 750 uomini, una cinquantina dei quali italiani, inviato dall’Unione Europea per creare un ambiente sicuro e consentire l’assistenza umanitaria alla popolazione civile minacciata dai violenti scontri interni tra fazioni opposte, iniziati alla fine del 2013 e che hanno causato migliaia di vittime e l’esodo di più di un milione e trecentomila persone. Una missione che si potrebbbe definire di “passaggio” quella dell’UE, in attesa che a dicembre prenda piede la missione delle Nazioni Unite denominata MINUSCA (Missione ONU a Sostegno della Repubblica Centrafricana).

Con l’eccezione del capo del contingente italiano, il Ten. Col. Mario Renna, alpino, gli uomini schierati dall’Italia appartengono all’8° Reggimento Genio Guastatori “Folgore”, reparto di cui fa parte anche il trentenne trevigiano Marco Schiavon (in foto, in alto): “Sono arrivato tra i primi, ad inizio agosto, trovando un paese in mano a bande armate e criminalità, dove la struttura governativa è completamente collassata. Ora la situazione è stabile, ma basta poco perché la popolazione si infiammi, come è successo una quindicina di giorni fa, quando sono improvvisamente sorti degli scontri che hanno portato al ferimento di nove francesi, oggetto di particolare ostilità da parte dei musulmani”.
L’area di intervento dei genieri italiani, infatti, comprende alcuni tra I quartieri più caldi della capitale Bangui, in passato colpite da violenti disordini tra milizie contrapposte.


Oltre alla realizzazione di lavori infrastrutturali di base in favore della popolazione e del governo locale, come la sistemazione dell’area di accesso all’aeroporto, dove si sono concentrati i profughi, i genieri italiani avranno tra l’altro il compito di monitorare un importante progetto di ricostruzione di un ponte, finanziato dall’UE e affidato a imprese locali.
“Siamo impegnati in questi giorni, oltre che nelle attività di pattugliamento e controllo del territorio, nella sistemazione di un grande canale per lo scolo delle acque – spiega il Capitano Schiavon – un’attività importante perché in quest’area, nella stagione delle piogge, ci possono essere intense precipitazioni che durano anche 8-10 ore, con importanti rischi di allagamenti, senza contare l’elevata possibilità di diffusione di epidemie di malaria causate dall’acqua stagnante”.

 

 



Julia Gardiner

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