Accorato addio a Renato Donazzon in piazza Cima
Il saluto di Piero Fassino e Floriano Zambon
CONEGLIANO - Una grande folla ha partecipato ai funerali dell'onorevole Renato Donazzon, accompagnato dalla moglie Carmen, dai figli Sandra e Luca e dalla sorella.
L'onorevole era mancato sabato scorso. Questa mattina la sua salma è stato collocata nella sala della Giunta del municipio di Conegliano, dove migliaia di persone si sono recate per l'estremo saluto.
Alle 11:00 la salma è stata collocata in piazza Cima, mentre le autorità salivano sulla gradinata per rendergli omaggio.
Già ieri sera alla Camera dei Deputati l'onorevole Floriana Casellato aveva commemorato il parlamentare trevigiano, che era stato eletto per due mandati alla Camera dei Deputati, dopo un decennio trascorso in veste di Consigliere regionale a Venezia, dal 1970 al 1980.
Che un operaio, sindacalizzato, potesse ricoprire ruoli istituzionali così elevati era stato un fatto importante per tutta la società trevigiana!
Tra le autorità presenti c'erano Piero Fassino ( in foto), l'onorevole Floriana Casellato, il Consigliere regionale Claudio Niero, il sindaco di Conegliano, Floriano Zambon, e il vicesindaco di Treviso Roberto Rigoletto, insieme a molti sindaci e dirigenti sindacali, tra i quali il segretario provinciale Giacomo Vendrame.
È toccato a Marco Golfetto, amico di Renato, ricordare alla grande folla i passaggi salienti dell'attività svolta a favore della comunità da parte di Renato. A conclusione del suo intervento ha letto la lettera dell'europarlamentare Flavio Zanonato, impegnato al Parlamento europeo.
Ha preso la parola Floriano Zambon, che da subito aveva messo a disposizione il municipio per l'estremo saluto a Renato Donazzon, che, tra l'altro, per un decennio era stato capogruppo del Pci a Conegliano.
Di lui ha ricordato che era " una bella figura e testimone di valori, un interlocutore autorevole che si era impegnato per il mondo del lavoro e per le politiche sociali, ma anche per venire incontro ai meno fortunati, ai portatori di handicap. Ha lasciato segni e stimoli per nuove chiavi di lettura del nostro tempo".
Il ricordo storico è stato affidato a Ernesto Brunetta, che ha esordito con il classico "compagno Renato", ricordando il senso comunitario di tutta la sua attività, il primo sciopero alla Zoppas nel 1956 e i 40 giorni di sciopero, sempre alla Zoppas nel 1963, con l'obiettivo di "cambiare il mondo, la società ingiusta, verso una maggiore solidarietà: è questa la lezione di Renato" ed è scoppiato l'applauso della folla.
È arrivato da Torino, il sindaco Piero Fassino, già ministro e segretario del PCI, che lo aveva fatto eleggere al Parlamento nazionale.
" Siamo tantissimi, è il risultato della stima grande per il tuo impegno civile, che si è incarnato nell'impegno sindacale del riscatto degli operai negli anni 60-80. Costante l'attività di relazione con le persone, perché la politica di Renato era essenzialmente ascolto e servizio ai cittadini.
Era il figlio della cultura del nordest per il cui cambiamento aveva dedicato tutta la vita. Per questo ha lasciato il timbro e il segno con la sua vita e con uno sforzo collettivo per creare condizioni migliori.
Per questo tanta gente è qui!
S'impegnò anche a scrivere alcuni saggi per trasmettere a futura memoria l'esperienza di aiuto e di contributo alla società. Ancora grazie!".
E la gente continuava a battere le mani.
Subito dopo sono risuonate le note di " bella ciao" e fratelli d'Italia, l'inno nazionale, mentre sventolavano le bandiere del partito democratico e della Cgil.
Addio, Renato!
pietro.panzarino@oggitreviso.it