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19 aprile 2024

RACKET DI ORGANI IN UCRAINA?

Categoria: Notizie e politica -

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Francesca Salvador | commenti | (10)

Dopo il Kosovo l'ombra del racket di organi avvolge Donetsk e Lugansk

 

 

Nel Sud-Est dell’Ucraina spariscono dei bambini. Degli hacker hanno intercettato lo scambio di messaggi tra l’ex avvocato di Yulia Timoshenko, Serghei Vlasenko, e un medico tedesco dal quale risulta che l’Ucraina manda in Germania degli organi umani prelevati ai miliziani (e forse anche ai civili) feriti.

 

Quando la stampa aveva cominciato a scrivere dei terribili segreti della “casina gialla”, sembrava che fosse un film d’orrore e non la realtà sintomatica del dramma del Kosovo. La Jugoslavia non esiste più. Ci sono però dei testimoni, quelli che portavano con la forza nel Nord dell’Albania i prigionieri serbi che invocavano la morte per non essere “fatti a pezzi”, quelli che prelevavano a questi prigionieri gli organi senza anestesia. Che destino è stato riservato ai miliziani feriti di Donetsk e Lugansk?

 

Non si tratta di denigrare nessuno. Si tratta soltanto di fatti, fatti scottanti e ripugnanti. La corrispondenza dell’ex avvocato di Yulia Timoshenko con la chirurga tedesca Olga Wieber e il comandante del battaglione “Donbass” Semion Semenchenko fa luce sulla terribile realtà del traffico di organi umani che proprio in questo momento è in atto nel Sud-Est dell’Ucraina.

 

Slobodan Despot, scrittore di origine serbo-croata e direttore della casa editrice Xenia, conosce molto bene la tragedia dei serbi del Kosovo.

 

Del traffico di organi umani in Kosovo ha scritto Carla Del Ponte, che nel suo libro descrive il lavoro del Tribunale Internazionale per l’ex Jugoslavia. Tuttavia un’indagine molto più profonda è stata svolta da Dick Marty, magistrato e deputato svizzero che in seguito ha presentato il suo rapporto al Consiglio d’Europa. Questo documento conferma il traffico degli organi che venivano prelevati ai prigionieri (in prevalenza, serbi pacifici) dai medici dell’UCK (Esercito di liberazione del Kosovo). Successivamente questi organi, spesso prelevati in condizioni mostruose, senza anestesia, venivano venduti attraverso una rete criminale in Turchia e in altri paesi. Gli acquirenti erano persone che avevano bisogno di trapianto e avevano soldi per pagare. È stato accertato che in questo traffico erano coinvolti dei funzionari altolocati, perché altrimenti sarebbe stato impossibile organizzare un traffico del genere senza attirare attenzione: il trasporto degli organi richiede un’infrastruttura capillare, rapidità d’azione e conoscenze professionali che solo poche persone hanno. Nel rapporto si rilevava anche che la domanda era alta, perché gli organi prelevati venivano spediti subito in Turchia e in Europa occidentale.

 

È probabile che anche in Ucraina stia accadendo qualcosa di simile, ma è molto difficile prevedere come questa verità, se dovesse essere confermata, potrà essere portata a conoscenza dell’opinione pubblica. Ricordiamo che le rivelazioni di Carla Del Ponte non avevano destato imbarazzo nel mondo occidentale, e pure al deputato svizzero Dick Marty, che ha rischiato non poco per svolgere la sua indagine, nessuno ha riconosciuto il merito del lavoro di importanza davvero storica.

 

Anche in Ucraina il tutto potrebbe finire avvolto dal silenzio. Primo, perché questo scenario non corrisponde al copione della crisi ucraina che ha distribuito i ruoli una volta per sempre. Secondo, perché di mezzo ci potrebbero essere degli interessi di persone influenti in Occidente che faranno tutto il possibile per evitare che la verità possa venir a galla.

 

Ad ogni modo, esiste il precedente del Kosovo, dove tutto è stato documentato e confermato con fatti. Ricordiamo che in quel periodo il curatore del Kosovo, nominato dall’ONU, era Bernard Kouchner che semplicemente non poteva non sapere di quello che accadeva nel territorio, molto piccolo, di cui era responsabile. Quando un giornalista gli ha fatto una domanda sul traffico di organi umani, Kouchner gli ha consigliato di farsi visitare da uno psichiatra. Con un simile precedente appare chiaro che l’Occidente negherà fino all’ultimo persino le prove più ovvie di questo traffico illegale.

 

Françoise Compuen   8 luglio 2014



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Non ci vuole niente, sa, signora mia, non s’allarmi! Niente ci vuole a far la pazza, creda a me! Gliel’insegno io come si fa. Basta che Lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza!

Luigi Pirandello


;-)

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In Ucraina vi e' una recente storia di traffico di organi umani. Ora piu' che sospetti vi sono testimonianze e prove.

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Penso che non ci siano bestialità "pensabili" che l'uomo, nella sua storia, non sia prima o poi riuscito a trasformare in raccapricciante realtà.

Cio premesso , se si fanno delle accuse mirate senza il sostegno di prove certe e verificabili si fa del puro sciacallaggio mediatico. Si scrivono "cose" choccanti solo per l'insano piacere di finire per qualche istante sotto i riflettori. E perché, naturalmente, non si sa guadagnar la scena con qualcosa di serio.

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Ucraina, il business è morto


Smascherato il traffico illegale di cadaveri: dall'Est Europa alle industrie dell'Occidente.

L'ALLARME

di Stefano Grazioli
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da Kiev

L'allarme sul commercio di tessuti dei cadaveri è stato lanciato dall'International consortium of investigative journalists.
L'allarme sul commercio di tessuti dei cadaveri è stato lanciato dall'International consortium of investigative journalists.
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Potrebbe essere la trama di un thriller-horror di serie B, se non fosse per il fatto che la sceneggiatura arriva dalle solide fonti dell’International consortium of investigative journalists (Icij), associazione che raccoglie giornalisti sparsi in tutto il mondo basata negli Stati Uniti e specializzata nell’indagare temi scottanti.
Si tratta spesso di argomenti che fanno capolino nelle cronache di tivù e giornali con episodi degni di un film per poi perdersi tra l’indifferenza e il boato di notizie sempre più forti.
RICICLATI I TESSUTI DEI CADAVERI. Così in questi giorni, tra la guerra in Siria, la crisi dell’euro e la strage di Aurora, il rapporto dell’Icij è passato inosservato, quasi a tutti. Visto che solo l’Organizzazione mondiale per la sanità sembra l’unica ad aver reagito.
Si tratta in realtà di una questione vecchia: il traffico illegale di tessuti umani destinati al riciclo nell’industria sanitaria e cosmetica. Nella ricerca, intitolata Pelle e ossa, l’oscuro commercio di parti umane si parla di cadaveri come di macchine per il profitto, tra tessuti, tendini e valvole cardiache che possono essere riutilizzati in un mercato non sempre trasparente e per questo pericoloso.
IN UCRAINA IL CENTRO DI SMISTAMENTO. L’Est Europa, e in particolare l’Ucraina, sarebbe uno dei maggiori centri di provenienza del materiale, che poi verrebbe smistato in Occidente, tra Europa e Stati Uniti, sia in maniera perfettamente legale e conforme alle leggi che vigono nei rispettivi Paesi sia attraverso canali poco puliti.
Diversi gli episodi che hanno portato recentemente alla ribalta il problema, come il blocco a febbraio di un pulmino in viaggio dall’ex repubblica sovietica verso la Germania pieno di resti umani.
COINVOLTI I TEDESCHI E GLI AMERICANI. Secondo i servizi segreti ucraini, i documenti sequestrati portano a un’azienda tedesca, succursale di un’americana, entrambe operanti nel campo della medicina rigenerativa.
La teutonica Tutogen, contro la quale la procura tedesca aveva già indagato nel 2010, e Rti Biologics con sede in Florida, sarebbero, secondo i segugi dell’Icij, gli esempi di come le multinazionali si muovano spesso in un terreno al confine della legalità.

Business da miliardi di dollari: un cadavere vale 200 mila dollari

Il prezzi di un cadavere vanno da 80 mila a 100 mila dollari.
Il prezzi di un cadavere vanno da 80 mila a 100 mila dollari.
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Quasi un anno di ricerche in 11 Paesi è servito per portare alla luce un network con un giro di miliardi di dollari.
I prezzi di mercato di un cadavere vanno da 80 a 200 mila dollari e sebbene negli Usa, come in molte altre nazioni, il commercio diretto di tessuti umani sia proibito, i metodi per aggirare legalmente gli ostacoli fioriscono.
Nei paesi dell’Est, dove la legislazione è poco definita, i controlli labili e la corruzione alta, è più facile muoversi.
NELL'EST EUROPA IL TRAFFICO DI ORGANI. L’Ucraina è da anni sotto osservazione per essere uno dei fulcri anche del traffico di organi a livello europeo e mondiale: nell’estate 2011 a Kiev è stato sgominato un gruppo criminale con ramificazioni dal Caucaso al Sudamerica che pianificava soprattutto in questa zona e in Israele trapianti per pazienti facoltosi disposti a pagare fino a 200 mila dollari per un rene.
Secondo il ministero degli Interni ucraino le operazioni venivano fatte a Kiev con la complicità di medici locali e anche all’estero, con trasferte sino all’Azerbaigian e all’Ecuador per soddisfare i clienti non in grado di spostarsi.
I donatori, provenienti da Russia, Bielorussia, Moldavia e Uzbekistan ricevevano sino a 10 mila dollari.
ATTIVITÀ PER INCREMENTARE IL SALARIO. Le problematiche condizioni sociali ed economiche nello spazio postsovietico sono uno dei fattori per cui la criminalità organizzata specializzata nel commercio d’organi trova terreno fertile in queste regioni, dove per un rene si riceve una somma superiore al salario medio annuo.
Anche per i cadaveri, sempre secondo le ricerche dell’Icij, chi procura i corpi può a ottenere negli Usa sino a 10 mila dollari, che si riducono di molto in Europa orientale e che fanno la fortuna degli intermediari locali.
Dopo il rapporto dell’Icij l’Organizzazione mondiale per la sanità ha annunciato un giro di vite sui controlli con la creazione di un sistema di monitoraggio per la codifica dei tessuti umani usati nell’industria e tentare di arginare il traffico illegale.

Mercoledì, 25 Luglio 2012

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IL SILENZIO SUL TRAFFICO DI ORGANI IN UCRAINA. 10 LUGLIO 2014

Di Tony Cartalucci

A differenza dei crimini dei terroristi in Libia, Siria e ora Iraq, supportati da USA, Regno Unito, UE, membri della NATO e collaboratori locali come Arabia Saudita, Israele e Qatar, dove ogni tentativo di impedire che i terroristi prendano intere nazioni incontra i latrati di indignazione dell’Occidente e le accuse di “abuso dei diritti umani”, la brutalità estrema dei nazisti di Ucraina contro le province separatiste viene accompagnata dal silenzio ipocrita dell’Occidente.

I rifugiati in fuga dai centri abitati circondati e bombardati raccontano di assassinii di massa, civili presi di mira indiscriminatamente, e perfino raccapriccianti resoconti di prelievo forzato di organi dai cadaveri delle vittime dell’offensiva armata di Kiev, o dalle persone rapite dalle bande criminali che operano nell’impunità permessa dal silenzio occidentale.


A differenza che in Libia, Siria e ora Iraq, dove il media occidentali riportano entusiasticamente i resoconti degli “attivisti” presentandoli come verità incontestabili, media come la BBC liquidano i racconti dei rifugiati ucraini come “sentito dire”, senza investigare alcunché. L’articolo della BBC “I rifugiati ucraini scappano in Russia” afferma:
“Dicono che masse di cecchini polacchi continuano a sparare ai civili, che alcuni bambini sono stati rapiti e portati in America per l’espianto di organi, e che l’esercito ucraino uccide i rifugiati che cercano di scappare. Non ci sono prove a supporto di alcuna di queste affermazioni estreme. Ma provano che c’è una radicata sfiducia di Kiev.”
Di “estrema” qui c’è la scandalosa ipocrisia della BBC, la loro mancanza di investigazione (considerato che affermano di essere giornalisti), e l’assenza di spiegazioni su come mai la gente dell’Ucraina orientale nutre una “radicata sfiduca di Kiev”. Tanto per cominciare, per quale ragione migliaia di ucraini dell’est, ostili o diffidenti verso Kiev, scapperebbero dalle loro case, se Kiev non avesse portato avanti una politica di brutalità criminale?

Prelievo forzato di organi – il vero orrore deliberatamente ignorato dalla BBC

Ucraino s. rene

Le fonti russe raccontano un’altra storia, spiegando i dettagli dell’orrore in corso, che la BBC menziona di passaggio ma non qualifica né smentisce con alcuna prova concreta. Nell’articolo della Pravda “In Ucraina, gli organi umani non puzzano” viene riportato che:
“Informazioni scioccanti sono apparse sui social network, secondo cui la milizia di Slavyansk, durante un’operazione di ricognizione notturna, ha trovato centinaia di cadaveri di soldati della Guardia Nazionale. I soldati avevano lo stomaco aperto, e gli organi interni rimossi. Inoltre, le persone che vivono nei territori travagliati hanno visto ambulanze ben equipaggiate, van corazzati per trasporto valori e altri veicoli speciali vicino ad ospedali dell’esercito ucraino.

Alcuni impiegati degli aeroporti internazionali, per esempio a Boryspil, affermano che sono stati noleggiati molti piccoli aeromobili per trasportare frigoriferi speciali, usati per trasportare organi umani.”
Questi sono gli stessi “social network” citati spesso dai media occidentali per supportare le accuse ai governi di Libia e Siria. Ora che gli interessi occidentali stanno appoggiando un regime che cerca di consolidare il suo potere contro combattenti armati, storie simili sono “estreme” e indegne di ulteriore investigazione. La Pravda nota che lo stato precario dell’esercito ucraino, incapace di fornire perfino uniformi uguali o il vitto, rende poco probabile che l’accresciuta presenza di medici intorno alle forze di Kiev serva a preservare il benessere dei combattenti. E’ invece più probabile, considerata l’immensa corruzione e illegalità (che esisteva anche prima del cosiddetto “Euromaidan” e dell’ascesa di un regime satellite estremista che opera nel disordine totale) che sia in corso il prelievo di organi per profitto. L’Europa orientale è da anni uno dei numerosi centri globali del prelievo forzato di organi. Un articolo di Bloomberg del novembre 2011, intitolato “Le bande degli organi costringono i poveri a vendere i reni per israeliani disperati”, riportava che:

“Gli investigatori di cinque continenti affermano di aver scoperto una rete criminale interconnessa, gestita da israeliani ed europei dell’est, che porta le persone oltre confine, a volte contro la loro volontà, per vendere un rene.
, spiega Bahat, che ha investigato una rete di traffico d’organi a Gerusalemme.
I criminali vedono nel traffico d’organi un’opportunità di grandi guadagni, dove possono vendere un rene a 15 o 20 volte il prezzo pagato, afferma la polizia in tutta Europa.

spiega Jonathan Ratel, pubblico ministero di Pristina, in Kosovo, che ha indagato tale traffico negli ultimi due anni.
I trafficanti di solito pagano il rene 10.000 dollari al venditore e lo vendono al paziente a 150.000.”
In realtà sarebbe impensabile che, nel caos del conflitto armato ucraino, queste bande criminali non rovistassero i campi di battaglia e gli ospedali in cerca di potenziali vittime. Il fatto che la BBC non investighi le affermazioni molto plausibili dei rifugiati disperati suggerisce sia totale incompetenza giornalistica che perfino complicità nel coprire le atrocità commesse, e che fanno parte del tentativo brutale, arbitrario e letale di Kiev di consolidare il potere.

Lo stato del prelievo forzato di organi, come descritto da Bloomberg nel 2011, e da altri resoconti, implicava specificamente bande criminali in Ucraina. Anche gli ospedali e i medici ucraini sono da tempo coinvolti. Come fa quindi la BBC a chiamare i resoconti di prelievo di organi “affermazioni estreme”, quando niente è stato fatto per fermare queste pratiche dal 2011, e specialmente nelle attuali condizioni dell’Ucraina, che permettono a tale criminalità di fiorire indisturbata?

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Anche EL PAIS giornale spagnolo, non certo di sinistra, mentiva nel lontano 2005 e con lui l' Unione Europea.


Una misión de la Asamblea Parlamentaria del Consejo de Europa (PACE) ha certificado que en Ucrania hubo casos de secuestro de niños recién nacidos, presuntamente para utilizar sus órganos en trasplantes y como fuente de las valiosas células madre.

"Ahora estoy convencida de que realmente hubo robos de bebés", declaró Ruth-Gabi Vermot-Mangold, encargada de preparar un informe al respecto para la PACE, después de investigar durante esta semana las denuncias de desapariciones de niños y de cuerpos de nacidos muertos.

La ponente del Consejo de Europa subrayó, en una entrevista publicada este fin de semana por el periódico Kommersant-Ucraina, que las informaciones que motivaron su investigación "se corresponden con la realidad y los niños, efectivamente, desaparecieron". La Asamblea Parlamentaria del Consejo de Europa anunció el pasado 22 de agosto que la tarea de su emisaria en Ucrania era "investigar presuntas desapariciones de recién nacidos en extrañas circunstancias", según la web de la organización (http://press.coe.int/ cp/2005/432a(2005).htm).

El departamento de prensa de la Comisión Europea afirma que la decisión de enviar a Vermot-Mangold a Ucrania se tomó después que en varios periódicos alemanes aparecieran noticias de que a finales de 2002 en una maternidad de la ciudad ucraniana de Jarkov habían desaparecido los cuerpos de dos bebés. Los padres de los recién nacidos fueron informados de que sus hijos habían nacido muertos, pero nunca pudieron cerciorarse de ello pese a sus insistentes demandas.

Sin embargo, "más tarde, en los contenedores de residuos biológicos de la clínica fueron hallados fetos y cadáveres de recién nacidos cuyos órganos habían sido extraídos", señaló la PACE en su comunicado.

También destacó que, según una ONG ucraniana, "entre 2001 y 2003 en las casas de maternidad del país pudieron haber ocurrido hasta 300 desapariciones similares" de bebés o de sus cadáveres.

En su alocución ante el Parlamento europeo en enero, el presidente de Ucrania, Viktor Yushchenko, ofreció toda su ayuda para investigar las supuestas desapariciones de bebés y para combatir el tráfico de órganos.

















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Mayflower semmai! Letteralmente fiore di Maggio.

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A dispetto di quanto raccontato dai telegiornali in cui crede il Bisticcetti il governo Golpista di kiev e le sue milizie battono in ritirata con pesanti perdite di uomini e mezzi su tutti i fronti e l'invio di convogli di aiuti umanitari da parte della Russia nella settimana scorsa è giustificato appunto dall'apparente stato di controllo della situazione da parte delle milizie filorusse come riportato bene in questo articolo:

(p.s: e che questo possa portare un spiraglio di luce sulla triste vicenda dei traffici di cui sopra)


L'AVANZATA DELLE MILIZIE

Le milizie del Donbass stanno riportando importanti vittorie in tutta la zona dei combattimenti e si dirigono a sud, verso il mare. Le truppe di Kiev fuggono da Mariupol per evitare di scontrarsi con i resistenti. Anche Slaviansk sta per essere liberata, dopo essere stata rasa al suolo dai governativi nei bombardamenti di qualche mese fa. L’idea dei Generali di Kiev di ritirarsi verso questi due centri per riorganizzare l’esercito, in previsione della campagna invernale, si dimostra irrealistica. La linea del fronte deve essere ancora spostata più indietro, nella regione di Dnepropetrovsk. A quanto pare, si prevede una sospensione delle operazioni già in ottobre, come annunciato ieri da Turchinov. In verità, i golpisti non hanno scelta, gli uomini sono scoraggiati, le armi sono insufficienti e scarseggiano i rifornimenti. La loro strategia di guerra è stata fallimentare. L’assedio di Donetsk e di Lugansk è stato un altro tentativo improvvisato di spezzare la volontà della popolazione, ed il suo sostegno ai separatisti, colpendo indiscriminatamente a distanza sui luoghi pubblici e sulle abitazioni, sottraendosi al corpo a corpo coi miliziani. Gli oligarchi non hanno esitato a mettere in atto un piano criminale, suggerito dai propri protettori atlantici, che prevedeva, sin dall’inizio, lo sterminio dei cittadini russofoni, divenuti bersaglio dei cannoneggiamenti della guardia nazionale e dei pogrom dei nazisti filo-occidentali di Pravy Sektor. La propaganda con la quale Kiev ha mascherato le sue sconfitte sta per sciogliersi come neve al sole. Un’ondata di insoddisfazione travolgerà tutto l’ovest del Paese e la pessima condizione economica fungerà da moltiplicatore del malcontento generale. I capi della rivolta di Majdan, dopo aver fatto credere agli ucraini di poter fare a meno dei vicini russi, reclamano la loro comprensione ed un ripristino delle relazioni commerciali. Il Premier Yatseniuk invoca l’accordo sul gas con Mosca, a prezzi calmierati, in previsione di un inverno lungo e rigido. Poroshenko dichiara di voler riattivare i canali diplomatici col Cremlino perché l’Ucraina necessita di buoni rapporti con esso per risolvere la crisi sociale ed economica. Parole distensive che giungono con mesi di ritardi e troppi morti sulla coscienza. Senza il Donbass, che vale il 60% della produzione nazionale, lo Stato ucraino cesserà di esistere. A questo punto le strade sono due: o Kiev riesce a convincere Mosca approvando una nuova costituzione federalista che assegni ampia autonomia alle province ribelli oppure la divisione in due dell’Ucraina, con la creazione di un’entità statale indipendente nel Sud-Est, sarà inevitabile. In ogni caso la transizione dovrà avvenire dando spazio, nei futuri assetti istituzionali del Paese, a soggetti non compromessi con le potenze straniere che hanno finanziato il colpo di stato contro Yanukovic. Questi scenari dovrebbero venire in evidenza a breve, se gli esiti della guerra procederanno lungo la direzione attuale. Esiste sempre il rischio di un coinvolgimento maggiore di Usa ed Ue che potrebbe prolungare l’agonia degli ucraini. Ciò implicherebbe un una estensione di questa disputa internazionale su altri teatri che sarebbe deleteria per tutti. Staremo a vedere.

Ps. Ieri sul Corriere, che continua a distinguersi dagli altri quotidiani per la divulgazione di notizie tendenziose sul conflitto ucraino, oltre al solito delirio di Dragosei, il Minotauro con le palle attaccate al sellino della sua bici, c’era un intervento di Luigi Ippolito intitolato “L’esibizione oscena dei vinti”. Il riferimento era alla sfilata dei prigionieri ucraini lungo le strade di Donetsk che ha urtato la sensibilità di quest’anima bella incline all’umanitarismo a “etnie” alterne. Ippolito, che finora non ha sprecato nemmeno parola contro l’uccisione indiscriminata di civili nel Donbass, commette due gravi errori gravi di valutazione. Il primo consiste nel mettere sullo stesso piano quanto accaduto a Donetsk, a Gaza e in Iraq. Mentre la parata dei prigionieri di Donetsk si è conclusa con un lavaggio delle vie dove erano passati i soldati catturati, che simbolicamente puliva i loro crimini, a Gaza e in Iraq l’esposizione degli sconfitti è terminata con delle esecuzioni sommarie. Se il giornalista non vede l’essenziale differenza tra questi episodi o è stupido o è in malafede. Certo, non è stato uno spettacolo edificante quello di Piazza Lenin ma non lo è nemmeno l’improprio accostamento di Ippolito che sovverte la logica e annega il lume della ragione nell’incapacità di distinguere tra umiliazioni e delitti. In secondo luogo, Ippolito, non pago del primo strafalcione prova anche a filosofeggiare su cose che stenta a discernere. Scrive il giornalista che trattasi di: “esibizione del corpo del vinto, spossessato della sua umanità, ridotto a cosa nella sua totale disponibilità. Rappresentazione «oscena» che si compiace della «nudità» dell’altro. Corpi nemmeno più viventi, già di fatto trapassati nel recinto della morte… Il nemico, interno o esterno che sia, va terrorizzato, va ammonito che il suo destino ultimo è la nullificazione”. Il nostro filosofo dilettante si è smarrito nei suoi stessi discorsi obliterando alcune questioni essenziali che se esposte inficerebbero il suo giro di paroloni sin dalle premesse. Facciamola breve ed includiamo i necessari antefatti che hanno scatenato queste scene altrimenti è troppo semplice, anche per un prestigiatore della chiacchiera come Ippolito, avere la meglio su tutti gli spiriti sensibili che purtroppo abitano questa terra. I tuoi poveri uomini vinti, caro giornalista, si sono macchiati di omicidi atroci contro cittadini disarmati. E lo hanno fatto ben protetti dagli aerei e dai carri armati, stando dentro i quali è facile tirare il grilletto o spingere il pulsante del cannone, perché non guardi negli occhi le tue vittime, non senti le loro urla di dolore e non ti bagni delle loro lacrime e del loro sangue. Centri l’“obiettivo” e non vedi le loro membra straziate. Insomma, non colpisci muscoli e nervi ma miri ad un luce sul tuo radar, segui un puntino sullo schermo che smette di lampeggiare quando hai colpito. Questa è disumanizzazione. Il corteo di due giorni fa a Donetsk ha, invece, restituito a questi soldati l’umanità che avevano smarrito, la vergogna meritata per il sangue innocente versato, l’umiliazione degli sputi in faccia per i reati di cui si erano macchiati, il terrore di essere linciati a causa dei loro atti scellerati ed, infine, il senso di colpa, cresciuto sotto la paura di incorrere nella vendetta, per aver ammazzato, senza conoscerli, i parenti di tutta quella gente. Questa è la vera umanità, quella tragica e penetrante che viene fuori unicamente quando i suoi rappresentanti si rendono conto di aver toccato il fondo. L’umanità emerge proprio quando gli uomini danno il peggio di loro stessi e si ravvedono per un momento perché circondati dalle macerie e dalla morte. Il senso di umanità è sempre più spiccato in quelli che temono di essere ripagati con la stessa moneta e col male che hanno causato. Dura poco, tuttavia, questo senso di resipiscenza. Col tempo il rilassamento delle coscienze prepara altre, se non superiori, nefandezze. Non c’è essere più spregevole di quello umano checché ne pensino intellettuali e religiosi. Come diceva Lenin, l’umanità va bastonata in testa per costringerla ad accettare i miti consigli. Ciò che dura a lungo sono i vaniloqui dei filosofi e dei giornalisti che, negando l’evidenza, fanno i gargarismi con i valori acquistati sul mercato delle ideologie dominanti, per farsi una carriera ed un cospicuo conto in banca.

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ah... a dispetto di quanto auspicato in precedente blog della Sigra Salvador, i fatti recenti continuano a dimostrare in modo semprepiù plateale l'invasione, da parte delle truppe neoimperialiste sovietiche, della indipendente Repubblica Ucraina.
La Crimea è stata uno stuzzichino...

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Nell' Ucraina esiste un' importante comunita' di lingua e cultura russa che ha diritto all' aitonomia o indipendenza. E' questa comunita' che ha il diritto alla decisione E' questo il cuore del problema.

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