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30 aprile 2024

Vittorio Veneto

"Non so quel che mi succederà"

Intervista a Castro, senatore e autore

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

VITTORIO VENETO - Il Senatore Castro, anche questa volta, alla vigilia delle elezioni, ha regalato un affresco del tempo suo, ma che è anche il nostro. La volta precedente lo ha fatto con un' intervista ricca di prospettive, con una visione immaginifica del tempo, che sarebbe venuto. Ma leopardianamente, come Silvia, all' apparir del vero..., a Roma si accorse della cruda realtà. Ben presto, infatti, la crisi nascosta ai più, doveva avvolgerci e non ci ha abbandonato. Era il 2009 e a Vittorio Veneto, al termine di un dibattito con Tiziano Treu, a una mia domanda specifica sulla durata della medesima, concordi mi risposero " magari potessimo tornare nel 2013 ai livelli pre-crisi!" Purtroppo la politica italiana continua ad essere il luogo privilegiato della doppia verità, ancora oggi preferisce edulcorare la realtà, lasciando un'eredità sempre più pesante alle nuove e future generazioni.

 

Questa l' ultima fatica del senatore Castro, sicuramente un pò tormentata, con aneddoti intriganti, che il lettori potranno scoprire: Piazze, fabbriche, palazzi. Frammenti per l' autobiografia politica d'un senatore trevigiano, edito da Dario De Bastiani Editore, sarà disponibile gratuitamente ai partecipanti alla presentazione, che si terrà lunedì 18 alle ore 20,30 al Collegio San Giuseppe a Vittorio Veneto. L' autobiografia, per certi aspetti, è un pretesto, per scoprire la storia del nostro tempo, partendo dal nostro territorio. Comincia con i panni dello studente del liceo Flaminio, che si affacciava con i sogni giovanili del dopo '68 a una vita avventurosa, qual è stata quella del Senatore, alla scoperta del mondo da manager, per arrivare al Palazzo Madama, una delle sedi dei bottoni.

 

L' autobiografia alla vigilia delle elezioni per le quali non è stato candidato, nonostante i suoi ottimi rapporti con Maurizio Sacconi, di cui Castro si definisce proconsole. Ma rinviamo ad altro momento un' analisi del berlusconismo e soffermiamoci sul recente passato.

 

Con la scissione di Fini, scrivi, fu inoculato il virus della disgregazione del progetto della destra in Italia. Comincia quella che con categoria consolidata può chiamarsi la nuova diaspora. Anche per l' età avanzata di Berlusconi (è sparito il traguardo dei 120 anni di don Verzè!) verso dove va la destra o, meglio, i valori di quella parte di borghesia e di lavoratori di questa area politica, che, nonostante tutto, rappresenta un 20% dell' elettorato?

Credo che la più nitida intuizione di Berlusconi sia stata quella, enunciata già nel '93, di riunificare in un'unica soggettività politica il centro e la destra, separati invece in Italia sin dall'immediato dopoguerra. Pertanto, stiamo parlando di un'area di consenso elettorale ben superiore al 20% oggi stimato per il PdL, e anzi a esplicita vocazione maggioritaria. Il tema è che, comunque vada la consultazione di fine febbraio, il centrodestra dovrà radicalmente ristrutturarsi, superando il perimetro di una coalizione il cui vettore più potente è oggi l'alternatività al centrosinistra. Io resto convinto della necessità di dare centralità nella nuova mappa del centrodestra a un movimento neo-con e neo-com, cioè neo-conservatore per la nitida difesa dei valori della tradizione nazionale e neo-comunitario per i suoi progetti fondati sull'economia sociale di mercato e la sussidiarietà.

 

Veneto, Treviso, Vittorio Veneto: il rapporto di odio/convenienza tra PDL e Lega, di cui proprio tu sei un esempio eclatante, dove potrà sfociare?

Dal 25 febbraio, servirà una nuova grammatica per la politica veneta. La gestione della Lega è stata positiva nell'ordinaria amministrazione, ma ha sofferto di un evidente deficit strategico per effetto di un'autolimitazione localista del proprio orizzonte. Serve ora un nuovo patto proiettato al 2020 e fondato sul riposizionamento competitivo delle nostre manifatture nei segmenti più pregiati dei mercati, sull'internazionalizzazione dei nostri modelli organizzativi, sull'attrattività delle nostre offerte culturali. La Lega deve scegliere tra l'evoluzione verso la CSU di Strauss o la regressione verso il FN di Le Pen: se sceglie il primo percorso, si dischiudono fertili prospettive di collaborazione; se sceglie il secondo, si deve ripartire da zero, separati.

 

La tua storia ha evidenziato interesse e competenza sul lavoro. La coppia veneta Castro-Treu, mi è parsa molto affiatata, distribuiva le carte da gioco in Senato per l'Italia. Se è vero che ex fructibus cognoscetis eos, gli effetti positivi attesi, mi sembra, sono da dimostrare. E' possibile, secondo te, che il tema lavoro possa uscire dalla contrapposizione maggioranza-minoranza parlamentare, come per la scuola? L' Italia continua ad essere immatura su questo versante?

Il terreno del lavoro resta il più divisivo fra tutti i temi dell'agenda di governo. Lo sforzo immenso condotto da me e da Treu per conferire un assetto propulsivo alla riforma del mercato del lavoro voluta dal Governo Monti in un drammatico clima di pressione internazionale non ha prodotto i risultati sperati. O si fa una scelta definitiva a favore di relazioni industriali collaborative, di un assetto contrattuale baricentrato sul livello aziendale e territoriale, di modelli salariali e organizzativi dinamici e flessibili, o il Paese corre il rischio di scivolare in fondo alle classifiche internazionali, diventando prima una periferia di produzione e poi una colonia di consumo.

 

"Non so quel che mi succederà", penultima pagina. La exit-strategy non può non comportare un ventaglio di ipotesi, che sicuramente cominceranno a delinearsi più nitidamente fra una decina di giorni.

In questi cinque anni è nata una relazione forte con la comunità trevigiana. Anche chi non ha votato per il PdL ha visto in me un riferimento costante per dare rappresentazione e rappresentanza alle istanze del lavoro e dell'impresa nel nostro territorio. Non so ancora in qual modo, o in quale ruolo, ma non penso sia né giusto né possibile sottrarmi alla responsabilità di dar voce a una realtà economica e sociale tanto significativa, e tanto meritevole di avere interpreti istituzionali che con credibilità parlino in suo nome.

 

LE INTERVISTE DI PIETRO PANZARINO

 


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