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15 dicembre 2024

Eutanasia dell'Italia, aspettando l'inferno della Troika.

Categoria: Notizie e politica -

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Francesca Salvador | commenti | (16)

 

 

Questa mattina mi è arrivato un sms da un amico, che segue anche il mio blog.

“Francesca, Renzi ha portato l’Italia in recessione e tu sei in vacanza? Ohoooo ☺

 

La mia risposta… “Italiani? Mando af… milioni di i… che hanno votato PD! Posso solo dire... Ve l’avevo detto!"

 

(conversazione privata, uso il linguaggio che voglio, perciò astenersi finti scandalizzati).

 

Per la cronaca:

 

1)   non sono in vacanza, sono reduce di una settimana da imbianchino, ho appena rifatto il look a una della stanze dei miei figli, soffitto, pareti, mega armadio, letto, librerie, mensole, scrivania… un lavoro massacrante, ma vuoi mettere la soddisfazione di guardarmi intorno in un luminosissimo ambiente bianco panna (prima era tutto legno scuro e ottanio, stile anni novanta) e, già che c’ero, ho completato l’opera con il soffitto del bagno ☺

2)   ieri mattina un mio amico, analista finanziario che lavora in borsa, mi diceva che da giorni girano voci dall’alto (GS) di vendere tutto che mandano l’Italia in default. Tra l’altro, espertissimo di numeri, nel suo schema l’italia si era appena “seduta” sulla linea di default, ma senza oltrepassarla… manca comunque poco.

 

E noi abbiamo ancora l’imbecille che gira e chiacchiera a vuoto (ma lo pagheranno “80” o 800 euro a cazzata?)

Capiamoci, Renzi (che è un maledetto venduto) sa benissimo cosa accadrà, anche se lui rimane fuori dalla stanza dei bottoni, utile marionetta idiota.

Cosa aspettarsi da un essere infame, che prima dell’ascesa ha fatto il suo giretto “americano” per avere l’imprimatur (stessa procedura a suo tempo, dell’altro arringatore di folle, l’orribile Di Pietro), e che si è messo a 90° strisciando fino alla city per portare a casa il programma, stilato dagli squali della finanza, da far ingoiare agli italiani? Peggio di lui c'è solo il presidente (della repubblica).

 

Tutto questo mi fa venire in mente la scena di un film di Sordi, con la famosa battuta… “Lavoratori”… e a seguire il celeberrimo gesto ☺ ☺ ☺

 

In realtà, per anni, un ristrettissimo gruppo di persone, in cui mi annovero, ha spiegato dettagliatamente ai cittadini le corrette previsioni, che si sono puntualmente avverate, e la programmata distruzione della nazione.

Molti ridevano (e qualcuno si vergognava che fossi “vittoriese”) ma ora il momento è quasi arrivato.

 

Sapete che vi dico? Mi sono stancata di parlare a dei sordi, e quindi non perderò più tanto tempo per spiegare cosa succederà passo dopo passo a gente che per tutta risposta pensa solo a dileggiare.

 

Mi interessa di più raccogliere un gruppo sempre più nutrito di persone che, dopo il disastro, prenda in mano la situazione e sappia perfettamente come agire.

 

Ripeto, per chi non lo avesse ancora capito… l’unico modo per uscirne prima di far suicidare buona parte degli italiani, è riconquistare la sovranità monetaria  (l’ultimo che ci ha provato – Moro – ha fatto una brutta fine).

 

Godetevi, si fa per dire, le ultime chicche…

 

Eutanasia dell’Italia, aspettando l’inferno della Troika

 

8.8.2014

 

• Qualcosa di esplosivo sta accadendo nei piani alti del mainstream italiano: a rompere il tabù, prospettando l’arrivo della famigerata Troika, il triumvirato tecnocratico composto da Commissione Ue, Bce e Fmi, è stato il direttore del “Corriere della Sera” Ferruccio De Bortoli.

 

«Il direttore del “Corriere” ci descrive lo scenario che ci aspetta il prossimo autunno», avverte Cesare Sacchetti, «quando vedremo realizzarsi le peggiori nemesi nella manovra economica, che prevederà un probabile prelievo forzoso sui conti correnti». Sarebbe la riedizione del 1992, quando l’allora primo ministro Giuliano Amato «decise di approvare questo furto a danno del risparmio dei cittadini italiani».

 

Solo allora «verrà dichiarata la resa ai tecnocrati». E sarà «messo in un angolo» il governo presieduto da Matteo Renzi, «che non ha vinto nessuna elezione democratica ma è stato nominato dal Capo dello Stato».

 

Tutto questo, mentre i signori della Troika faranno all’Italia quello che fecero nel 2011 alla Grecia, che in cambio dei 50 miliardi ricevuti sta privatizzando tutto: sono all’asta «porti, aeroporti, isole e acquedotti».

 

È questa, scrive Sacchetti su “L’Antidiplomatico”, «la forma più subdola e criminale con la quale il colonialismo finanziario distrugge e depreda gli Stati sovrani, ostaggi di un debito sovrano denominato in una valuta straniera che non possono stampare».

 

Parole profetiche: «Datemi il controllo della moneta di una nazione e non mi importa di chi farà le sue leggi», disse un certo Mayer Amschel Rothschild.

 

Auspicio «portato a compimento nella moderna Eurozona», dal momento che «gli Stati ex-sovrani sono messi nelle condizioni di una colonia: per poter finanziare la propria spesa devono bussare alle porte dei colonizzatori, che vorranno in cambio la linfa economica degli Stati e prenderanno il possesso monopolistico di tutti i settori strategici di quel paese».

 

L’Italia è già da tempo in vendita, e gli investitori stranieri stanno facendo man bassa dei suoi gioielli, «gentilmente offerti dal governo Renzi», come la Cassa Depositi e Prestiti, Poste Italiane (che dismetterà il 40% della partecipazione pubblica), nonché Eni e Enel, «che potrebbero cedere il 5% delle azioni, come annunciato recentemente dal sottosegretario all’economia, Giovanni Legnini».

 

Mentre gli italiani provano a godersi quei pochi spicchi di sole di quest’estate anomala, scrive Sacchetti, l’ipotesi che la Troika venga qui nel Belpaese non è più remota.

 

«Il giorno dopo che De Bortoli ha annunciato questo scenario, Rcs fa sapere che non si avvarrà più della collaborazione del direttore. È stato infranto un vincolo di riservatezza, qualcosa che doveva essere taciuto è stato rivelato».

 

Forse il direttore «ha pagato questa delazione», anche se «l’impressione è quella di un Ponzio Pilato che vuole lavarsi le mani del sangue degli italiani e non intende accollarsi la responsabilità morale di un disastro sociale ed economico senza precedenti».

 

Non passano che pochi giorni dalle scioccanti dichiarazioni di De Bortoli che «il Barbapapà del giornalismo italiano, Eugenio Scalfari», fondatore di “Repubblica”, «ci fa dono di una delle sue memorabili articolesse domenicali, dove si augura una venuta della Troika che “deve combattere la deflazione che ci minaccia”».

 

Per Scalfari, la Troika – proprio lei, la massima responsabile dell’euro-disastro – deve «puntare su una politica al tempo stesso di aumento del Pil, di riforme sulla produttività e la competitività, di sostegno della liquidità e del credito delle banche alle imprese».

 

Scalfari, che non ha ancora digerito la detronizzazione del suo beniamino Letta (con quale cenava, addirittura insieme a Draghi e Napolitano) non manca di inviare un messaggio a Renzi: «Capisco che dal punto di vista del prestigio politico sottoporsi al controllo diretto della Troika sarebbe uno scacco di rilevanti proporzioni, ma a volte la necessità impone di trascurare la vanagloria e questo è per l’appunto uno di quei casi».

 

Parole chiare: caro Renzi, ti è stato affidato un compito ben preciso e non lo stai portando a termine come previsto. «Questo – scrive Sacchetti – il contenuto del messaggio che Scalfari manda al premier, al quale potrebbe essere dato il ben servito molto presto se non esegue pedissequamente le istruzioni che gli sono state date». E la fine che lo attende, se non “obbedisce”, «è quella dei suoi predecessori Monti e Letta, i quali sono stati gettati via come due scarpe vecchie appena diventati inutili».

 

Nessuna sorpresa: «E’ il meccanismo infernale che ha progettato l’élite transnazionale che detesta gli Stati e i popoli che li abitano, considerati alla stregua di una plebe ignorante priva di diritti», conclude Sacchetti.

 

«De Bortoli e Scalfari sanno molto bene quale sarà il trattamento che attende l’Italia e ne stanno discutendo nei primi giorni di agosto, mese ideale per sferrare l’ennesimo calcio nelle gengive agli italiani, distratti dalle vacanze».

 

Al loro ritorno, «potrebbero trovare ciò che è stato conquistato ieri dai loro padri completamente distrutto nel giro di pochi mesi oggi».

 

 

Fonte



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d'altronde col debito che aumenta, il pil che diminuisce, un sacco di disoccupati non c'è d'aspettarsi altro.
Ciao

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Ma se siamo prossimi alla catastrofe, dalla quale si salverà solo un manipolo di eletti che han creduto in lei, perché mai prendersi la briga di imbiancare la casa, Sig.ra Salvador?

PS: con rispetto parlando, imbianca anche per terzi? che quello è un lavoro che proprio non mi appassiona...

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ah...a proposito di inferno, ma INFERNO VERO, non quello dei chiacchiericci salottieri, che mi dice Sig. Salvador di quel che sta accadendo ai cristiani (e ad altre minoranze reigiose) in IRAQ? per aiutare i quali gli unici a muoversi finora, dell' intera comunità cristiana , sono stati gli Americani? e Papa Franceco che dice, è così che lascia massacrare le sue pecorelle?

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Caro Michele, è il secondo commento in cui esorti ad alcune riflessione sulla guerra USA in Iraq. Mi cogli impreparato perché ormai ho perso il conto di tutte le componenti cattoliche e islamiche.

Tuttavia provo ad esercitare al logica formale de "I Topici" di Aristotele.

Sono contro l'intervento USA. E' bene che i cattolici diventino, come molti che abbiamo sul calendario, Martiri e che dopo il martirio passino a miglior vita. Tanto più, come dice il tuo illuminato Vescovo, che tutti dobbiamo morire. Il Dio infinitamente buono dei cristiani ha scelto per loro il privilegio del martirio e non si può andare -proprio come l'eutanasia- contro la volontà di Dio.

La loro sofferenza li santifica, proprio come alcuni paralitici unti dal Signore.

Non devo certo ricordarti che dopo le Catacombe e dopo Diocleziano, il cristianesimo si è rinvigorito.

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Caro Mario, mi sorprende in negativo il laico cinismo che stai dimostrando.
Forse, oltre alla più totale ed "inumana" tua indifferenza (o ne godi?) verso ciò che sta accadendo, ti sfugge che il fondamentalismo islamico è talmente sprofondato nel più angosciante buio della ragione che questi fanatici non sono solo pronti a tagliar la testa alle minoranze religiose ma anche a quelle laiche...

PS: è veramente strano che questa tragedia non smuova minimamente i sentimenti dei blogger filopalestinesi...

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Caro Michele, il mio commento voleva solo screditare le religioni la cui logica è assurda. Sull'eutanasia deve essere rispettata la volontà di Dio, ma sul massacro dei cristiani bisogna intervenire subito -e con i cannoni. E i cannoni USA per difendere i cristiani uccidono gli islamici. E così in nome di una religione piuttosto di un'altra è un continuo spargimento di sangue.

Trovo le guerre in sé assurde, ma quelle religiose le trovo deliranti. Come la penso sugli arabi l'ho già detto più volte.

Non sono insensibile alla strage in Iraq ancor più che -leggo- sono stati sepolti vivi bambini.

In nome della religione, dice Nietzsche in Genealogia della morale, sono stati commessi nella storia dell'uomo i peggiori crimini. La sua analisi parte fin dalle religioni politeiste.

Da laico mi auguro che la religione diventi "unione di cuori" (Hegel) e non fragore di cannoni. Ma non lo credo perché tutte le forme di pensiero assoluto hanno in sé il germe della violenza.

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Leggo uno dei commenti e mi viene in mente il detto cinese del dito e della luna.
Quando ad uno stupido indichi la luna questi dira': " Ma il dito e' sporco."

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infatti è per questo che io sono mesi che non leggo più certi post...

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di : Natalino Balasso


Si era fatta decorare le unghie.
Questa volta non si trattava di ghirigori astratti, ma di un magnifico paesaggio.
Per lei si trattava di un capolavoro;
agli sguardi più attenti non poteva sfuggire la fila di anatre che si avviava ad un laghetto su cui si rifletteva il sole al tramonto.
Alzò fiera il dito verso il cielo per fare ammirare agli amici quel microcosmo.
Tutti guardarono la luna.

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Renzi: è arrivato il grande freddo

di Sergio Caserta
Questo articolo è stato pubblicato sul blog di Sergio Caserta sul FattoQuotidiano.it l’8 agosto 2014

( Commento: a mio avviso i fattori che possono sconfiggere politicamente Renzi sono 3: il sindacato (lotte dei lavoratori), M5s e le contraddizioni interne al Partito Democratico, in quest' area inserisco anche Renzi, l' eventuale ruolo della Lista Tsipras, scesa in campo alle regionali quest' autunno della Calabria e dell' Emilia Romagna, è marginale.)

Alla fine è arrivata la gelata che colpisce la tracotanza bullonesca dell’uomo di Firenze. La crisi è tutt’altro che superata, il tunnel è ancora lungo, il rischio che la luce in fondo sia del treno che ci può travolgere è tutt’altro che esclusa. Queste considerazioni che stanno facendo capolino dalle redazioni dei giornali e nei commenti dei media basterebbe andarle a confrontare nelle case degli italiani per trovare conferma.
Non fa piacere a nessuno che il Paese vada a ramengo ma cosa ci si aspettava? Un governo nato dalle alchimie di una congiura di palazzo stile Borgia che fonda la sua forza sul potere di ricatto “o me o il voto”, che costruisce le sue strategie nel rapporto con Berlusconi, l’uomo che porta segnato in volto il declino del Paese: su queste basi quale prospettiva nuova volete che possa sorgere? È un ossimoro e un paradosso, l’Italia che “cambia verso”, occorrerebbe aggiungere come acutamente scrive il direttore del Sole 24 ore di oggi “verso dove?”. La verità è che alla base dell’ascesa del ragazzo di Firenze, c’è la più grave confusione politica che il maggior partito italiano ha accumulato da vent’anni a questa parte.
Una classe dirigente di burocrati in perenne lotta tra di loro che sono stati in grado di abbattere Prodi per la terza volta e resuscitare il Caimano altrettante volte, che si dibattono nelle secche di un “liberismo dal volto umano” senza capire che all’Italia serve una svolta vera ma nel senso della giustizia e della democrazia, non della rendita e dell’oligarchia. In questo quadro melmoso c’è un barlume di speranza: il sindacato italiano dopo il lungo sonno nel bosco di Biancaneve forse ha riacceso i motori e comincia a muoversi; è una bella notizia, però non basta, occorre che in Parlamento e nel paese si organizzi una risposta.

L’alternativa si può fondare sull’alleanza delle forze che ritengono che il lavoro e i diritti siano il centro di una rivoluzione (costituzionale) culturale e politica possibile superando le divisioni che hanno consentito finora al conservatorismo di sguazzare sereno nell’arbitrio e nell’individualismo del “mi faccio i fatti miei”.

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Renzi: è arrivato il grande freddo

di Sergio Caserta
Questo articolo è stato pubblicato sul blog di Sergio Caserta sul FattoQuotidiano.it l’8 agosto 2014

( Commento: a mio avviso i fattori che possono sconfiggere politicamente Renzi sono 3: il sindacato (lotte dei lavoratori), M5s e le contraddizioni interne al Partito Democratico, in quest' area inserisco anche Renzi, l' eventuale ruolo della Lista Tsipras, scesa in campo alle regionali quest' autunno della Calabria e dell' Emilia Romagna, è marginale.)

Alla fine è arrivata la gelata che colpisce la tracotanza bullonesca dell’uomo di Firenze. La crisi è tutt’altro che superata, il tunnel è ancora lungo, il rischio che la luce in fondo sia del treno che ci può travolgere è tutt’altro che esclusa. Queste considerazioni che stanno facendo capolino dalle redazioni dei giornali e nei commenti dei media basterebbe andarle a confrontare nelle case degli italiani per trovare conferma.
Non fa piacere a nessuno che il Paese vada a ramengo ma cosa ci si aspettava? Un governo nato dalle alchimie di una congiura di palazzo stile Borgia che fonda la sua forza sul potere di ricatto “o me o il voto”, che costruisce le sue strategie nel rapporto con Berlusconi, l’uomo che porta segnato in volto il declino del Paese: su queste basi quale prospettiva nuova volete che possa sorgere? È un ossimoro e un paradosso, l’Italia che “cambia verso”, occorrerebbe aggiungere come acutamente scrive il direttore del Sole 24 ore di oggi “verso dove?”. La verità è che alla base dell’ascesa del ragazzo di Firenze, c’è la più grave confusione politica che il maggior partito italiano ha accumulato da vent’anni a questa parte.
Una classe dirigente di burocrati in perenne lotta tra di loro che sono stati in grado di abbattere Prodi per la terza volta e resuscitare il Caimano altrettante volte, che si dibattono nelle secche di un “liberismo dal volto umano” senza capire che all’Italia serve una svolta vera ma nel senso della giustizia e della democrazia, non della rendita e dell’oligarchia. In questo quadro melmoso c’è un barlume di speranza: il sindacato italiano dopo il lungo sonno nel bosco di Biancaneve forse ha riacceso i motori e comincia a muoversi; è una bella notizia, però non basta, occorre che in Parlamento e nel paese si organizzi una risposta.

L’alternativa si può fondare sull’alleanza delle forze che ritengono che il lavoro e i diritti siano il centro di una rivoluzione (costituzionale) culturale e politica possibile superando le divisioni che hanno consentito finora al conservatorismo di sguazzare sereno nell’arbitrio e nell’individualismo del “mi faccio i fatti miei”.

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ieri mattina un mio amico, analista finanziario che lavora in borsa, mi diceva che da giorni girano voci dall’alto (GS) di vendere tutto che mandano l’Italia in default
"
Tradotto?
Visto che le piace fare informazione la faccia chiara, no?

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11 agosto 2014 A che punto siamo.
Dati contrastanti sull'economia italiana.

Moody's ha stimato che l'Italia chiuderà il 2014 con un Pil in contrazione dello 0,1% contro il +0,5% stimato in precedenza e mancherà entrambi gli obiettivi governativi di deficit/Pil collocandosi al 2,7% quest'anno e il prossimo, con "rischi significativi" di sforare ulteriormente.
La recessione avrà effetti negativi sulla politica fiscale e sul clima politico nel suo insieme, a livello sia nazionale sia europeo", ha sottolineato l'agenzia di rating americana. "Poichè il Governo prevede una crescita dello 0,8% per quest'anno, la contrazione dell'economia minaccia la forza fiscale del governo", indica l'agenzia, che nella nota sottolinea anche "gli ostacoli che l'Italia incontra nel rendere permanenti le riduzioni della spesa a causa delle pressioni politiche interne". Il riferimento è alle recenti dichiarazioni di Carlo Cottarelli, il commissario alla spending review, sul fatto che "il Parlamento ora progetta di usare una parte dei tagli dalla spending review per finanziare nuove spese per 1,6 miliardi di euro nel 2015, invece che finanziare la riduzione del debito, tramite tagli permanenti".

DATI OCSE - Più ottimistica invece l'analisi dell'Ocse. La crescita nell'eurozona conferma "uno slancio stabile", ma in Germania continuano i segni di una "perdita di slancio", mentre per l'Italia si delinea una fase "positiva". Csì il superindice Ocse di giugno, che per l'eurozona è stabile (-0,04%), per la Germania vede un calo dello 0,23% su base sequenziale e per l'Italia un aumento dello 0,1%.

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Mario Marangon in Irak ci sono anche i curdi. La cui maggioranza è sunnita. Una minoranza, gli Yezidi, sono adepti al allo zoroastrismo.
La Casa Bianca ha annunciato oggi la consegna di armi ai peshmerga, le forze curde, impegnati nel nord.

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è già da tempo che si paventa il fallimento dell'Italia e se a da venire che venga così si metterà fine a questa farsa europea che altro non è se non un esperimento ideato dagli americani per dar luogo al cosiddetto nuovo ordine mondiale un mondo senza etnie, cultura, storia e valori ma fatto solo di consumatori.

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Italiani, gente poco incline ad essere unita come POPOLO, sempre pronti a schierarsi gli uni contro gli altri per le cazzate e poi per cose importanti come popolo non esistono. Ecco la denuncia di uno di noi per noi tutti :

http://www.studiolegalemarcomori.it/wp-content/uploads/2014/08/clicca-qui.pdf

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