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doppia preferenza di genere: girandola strumentale o occasione di rinascita ?

06-03-2015 - Treviso

paola poldelemengo | commenti

Siamo vicini all’otto marzo, la giornata istituita per ricordare le battaglie emancipatorie delle donne. E che è diventata , credo comprensibilmente, una giornata di festa per i risultati ottenuti dal mondo femminile nelle presenze sociali, politiche e nei costumi.
Per le donne oltre 50 non serve ricordare una serie di passaggi fondamentali come il superamento, nel 75, del vecchio diritto di famiglia che conteneva la potestà maritale, la legge 194 per la procreazione responsabile del 1978, la trasposizione, solo nel 96, del reato di violenza sessuale dai reati contro il buon costume a quelli i contro la persona, la integrazione dell’art. 51 della Costituzione che ridefinisce la parità dell’art. 3 , formale, in termini di impegno della Repubblica a trovare modalità ad hoc per superare il gap di genere con apposite leggi. Non serve a chi queste battaglie le ha condotte con fermezza e determinazione , ma serve alle giovani generazioni per far sapere che il buono è frutto di duro lavoro, di vigilanza e che si può sempre tornare indietro . Ne è prova il nostro Consiglio regionale dove non si riesce a far passare la doppi preferenza di genere per la legge elettorale, meccanismo collaudato in molte altre regioni ed adottato per le elezioni comunali per favorire la presenza di donne nelle assemblee elettive.
La assenza di donne in Consiglio, 2 su 60 consiglieri, è una vera e propria vergogna. Ma la doppia preferenza non va avanti . Proposta ancora a fine 2011 dal gruppo PD - capogruppo Laura Puppato - non è passata: si ottenne allora l’obbligo della presenza in lista del 50% di donne, che di fatto, se non strumentalizzato con donne variamente cooptate dal mondo politico tradizionale, diventa un passo sicuro per la visibilità del mondo femminile e un ampliamento della possibilità di scelta di donne.
Ma non è sufficiente e i mugugni femminili arrivano a Palazzo Balbi. Progetti inesistenti o mal finanziati per la maternità responsabile ex 194 e contro la violenza di genere e tutto ciò che inerisce ai servizi cui suppliscono le donne , fan sì che ci si renda conto che una presenza femminile decente in Consiglio avrebbe fatto la differenza e siano pervenute proposte per far modificare la legge elettorale con la possibilità di accompagnare la preferenza già prevista con altra di genere diverso.
A chi non mastica questioni elettorali la cosa può riuscire poco comprensibile: di fatto agisce un meccanismo psicologico basato sulla sua propensione dell’elettore a indicare le preferenze, come voto più qualificato. Questa si rivolge al candidato più conosciuto che, attualmente, per varie ragioni, è un uomo. Aggiungere una seconda preferenza è un qualcosa in più, un rafforzamento di questa logica ed è gradito. L’obbligo della differenza di genere non la snatura, ma anzi, in qualche modo solleva positivamente il problema della scarsità di donne e porta uno strumento per contributo positivo alla questione.
La vicenda è stata un tormentone. Dopo l’approvazione all’unanimità in Commissione settembre scorso e , in aula si sono verificate altre maggioranze che hanno fatto cadere il tutto, non più di un mese fa. PD compatto, maggioranza divisa e Lega schizofrenica. Con la doppiezza che lo caratterizza Zaia (l’attuale pupillo di Salvini- Casa Pound) dichiara in pubblico il suo sostegno all’ emendamento che introduce la doppia preferenza, ma poi, chissà perché, non c’è in aula e fa mancare il suo voto. Tant’è che mancheranno i 3 voti necessari per l’approvazione. Si possono contare tutti gli assenti dei vari partiti , ma se si mettono insieme Zaia, il capogruppo Caner e la consigliera Lazzarini tutti della Lega, che a voce del presidente leghista appoggiava la doppia preferenza, si evince la vera volontà politica : un’incrostazione di poltrone che questo emendamento potrebbe far saltare e una modalità perversa e continua del nostro governatore di dichiarare sempre quello che non pensa.
Ma le donne sono tenaci e i mugugni continuano: due giorni fa un comunicato stampa del Consiglio ripropone la questione ad opera di uno degli assenti alla precedente votazione .
Che dire ? un pentimento? Una captatio verso l’elettorato femminile da parte di tutte le forze che sono state protagoniste dell’affossamento, un mese fa?
Che farà la Lega? che dopo l’alleanza di Salvini con i fascisti di Casa Pound nel Veneto dovrà fare i conti con il suo elettorato moderato e superare la querelle tra la nuova linea Tosi e quella vecchia e stantia di Zaia. Darà un contentino alle donne?
Vedremo. Poi, noi donne, come Penelope, sappiamo attendere e sapremo scegliere.

Paola Poldelmengo



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