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21 maggio 2024

Vittorio Veneto

BOATI: NON È QUESTA LA PRIMA VOLTA PER IL FADALTO

Il fenomeno si lega alla natura carsica del territorio. Alcune ipotesi, come quella delle acque sotterranee, perdono quota

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

VITTORIO VENETO - Non è la prima volta, questa, che in Fadalto si avvertono dei boati, fenomeni localizzati che si legano alla natura carsica del territorio. Lo ha reso noto ieri sera l'ing. Roberto Baglioni, Dirigente Geologo della Regione del Veneto, in occasione del vertice che si è svolto nella sala consigliare del comune.

Presenti tutti i rappresentati locali delle forze dell'ordine, quelli dell'esercito, i Vigili del Fuoco con il comandante provinciale Agatino Carrolo, il delegato del Prefetto di Treviso, l'assessore alla Protezione Civile regionale Stival e quello provinciale Lorenzon, il Presidente della provincia di Belluno,  Bottacin, il sindaco di Farra d'Alpago, i dirigenti della Protezione Civile regionale, oltre agli amministratori vittoriesi e ai rappresentanti delle associazioni di Protezione Civile del territorio.

L'incontro, in una prima fase chiuso al pubblico, è stato poi aperto alla stampa e ai numerosi cittadini, in gran parte della Val Lapisina.

«Questa tipologia di fenomeno si è già verificata in almeno un paio di occasioni: tra il dicembre 2000 e il gennaio 2001, e nel dicembre 2003 - ha sottolineato l'ing. Roberto Baglioni -, manifestazioni minori, ma simili nella percezione». Un aspetto, questo, che era stato anticipato anche dal direttore del CRS di Udine, Paolo Comelli.

«Le rete strumentali adesso registrano puntualmente i fenomeni, quindi si tratta di fenomeni che hanno una componente vibrazionale, molto focalizzati e che hanno come prima indicazione del luogo di provenienza un'area posta a sud-est rispetto al Pizzoc. Ne sapremo qualcosa di più fra un paio di giorni» ha aggiunto Baglioni, riferendosi al vertice che lunedì prossimo, 7 febbraio, si terrà in regione: solo in quella occasione saranno a disposizione tutti i dati analizzati dal CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche.

«I boati - ha poi proseguito Baglioni - sono in realtà delle cose che accompagnano questi eventi. Quali siano le cause, ci sono diverse ipotesi, alcune perdono quota, altre diventano più probabili».

Tra le cause che nelle ultime ore hanno perso quota c'è proprio quella che si era accreditata nei giorni scorsi: che i boati fossero legati ai flussi d'acqua sotterranei. Questa ipotesi sembrerebbe oggi meno probabile perchè i primi boati sono stati avvertiti a ottobre, mentre il maltempo si è abbattuto sull'area solo a Ognissanti.

Ci sono però altre ipotesi che oggi vengono tenute in considerazione dagli esperti regionali. La prima è quella degli assestamenti di grandi masse che potrebbero generare questo tipo di emissioni, ipotesi che ieri è stata oggetto del sopralluogo con elicottero sulla zona del Fadalto. Un'altra ipotesi avanzata sarebbe quella che i boati non siano altro che gli effetti di variazione di frizione delle rocce superficiali legati a spostamenti tettonici.

«Tutte queste ipotesi dovranno essere vagliate e ci vorrà tempo. Abbiamo comunque la certezza che si tratti di un fenomeno localizzato e superficiale» ha ammesso l'ing. Baglioni.

Ieri con il sopralluogo in elicottero da parte dei tecnici della Regione non sono state avvistate nè frane nè faglie, ma altre indagini saranno condotte nelle prossime ore.

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