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30 aprile 2024

Montebelluna

«NON MI PENTO, VOLEVO UCCIDERLO»

Così Gianluca Gallina in seguito all’arresto. L’acqua di una canaletta alla base del litigio col vicino ancora in prognosi riservata

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«NON MI PENTO, VOLEVO UCCIDERLO»

MONTEBELLUNA – Non ha mostrato alcun segno di pentimento Gianluca Gallina (in foto a sinistra), il 30enne che ieri ha investito il vicino di casa con l’auto al culmine di un diverbio.

«Non ne potevo più, se lo meritava: volevo ucciderlo»: frasi di questo tenore quelle pronunciate da Gallina nelle ore successive all’arresto per tentato omicidio. Parole da cui traspaiono lucidità e determinazione, ma non pentimento.

Attualmente, il suo vicino, Mario Martignago, 58 anni, si trova ancora in prognosi riservata all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso.

I carabinieri stanno proseguendo con gli accertamenti sull’episodio avvenuto in via Groppa poco prima delle 19 di ieri.

Alla base dell’ennesimo litigio, secondo quanto riscontrato sinora, ci sarebbe l’acqua di una canaletta che passa vicino alle due abitazioni usata per irrigare i campi: Gallina sarebbe stato accusato dal vicino di averne interrotto il flusso. Un diverbio come altri verificatisi da un paio d’anni a questa parte, eppure stavolta l’esito è stato gravissimo.

«Ora ti metto sotto con la macchina!», ha urlato il 30enne. «Macché, non hai il coraggio», ha risposto provocatoriamente quell’altro. Ma ha fatto male. Gallina ha preso il suo Suzuki Vitara (foto sotto) ed ha spinto sull’acceleratore investendolo.

Inizialmente sono intervenuti i vigili credendo si trattasse di un incidente stradale, poi però, capito quanto era successo, sono arrivati i carabinieri. Ricostruire l’accaduto è stato tutt’altro che semplice: escluso Gallina, che era perfettamente sobrio, tutti i presenti, una donna e due uomini oltre a Martignago, dimostravano di aver bevuto.

Gallina, in carcere con l'accusa di tentato omicidio, nel 2009 era già stato arrestato per detenzione di armi da guerra. «A casa ho tanto esplosivo da far saltare in aria la caserma», aveva detto ai carabinieri che l’avevano fermato per un normale controllo. E diceva sul serio: la perquisizione aveva dato esito positivo.

Matteo Ceron

 


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