Verso il codice etico a Treviso
messaggio tra CISL e Unindustria
TREVISO - La nuova Presidente di Unindustria Treviso, Maria Cristina Piovesana, intende varare per l’associazione di categoria il “codice etico”.
Si parla anche del personaggio a cui sarebbe affidata l'impostazione dell'iniziativa ossia Luciano Marton, già Presidente di ProEtica.
L'argomento è musica per il segretario della Cisl di Belluno-Treviso, Franco Lorenzon, che ha chiosato: "Non posso che condividere la scelta, avendo da tempo portato all’attenzione dei nostri industriali la necessità di un cambio culturale nel modo di fare impresa.
Credo fortemente che non si debba semplicemente parlare di etica ma che sia urgente e necessario declinarla a buone pratiche all’interno della propria azienda e nella comunità locale".
Da tempo si avverte la opportunità, anzi la necessità che gli imprenditori superino l’idea di considerare l’azienda un bene proprio o della propria famiglia, a favore di una visione che lo cataloghi come un “bene sociale” della comunità in cui si trova ad operare e produrre.
Secondo Lorenzon prima di tutto bisogna " adottare il “codice della legalità”, combattendo l’evasione fiscale, il trasferimento di capitali all’estero, rapporti di lavoro, che ledono la dignità del lavoratore".
In tal modo si supererebbe l'idea che "l’interesse individuale o famigliare sia come unico criterio di riferimento.
Una impresa etica cresce, produce reddito e lo ripartisce al suo interno e nel territorio in cui si trova. Il compito dell’impresa non è creare profitto, ma aumentare il benessere della società, delle persone, iniziando dai propri lavoratori e le loro famiglie".
Nella veste di segretario e, quindi, di un autorevole rappresentante "di chi in questo momento produce reddito, invito la Presidente Piovesana a continuare nel confronto e nella contrattazione partecipativa e non antagonista, che come Sindacato abbiamo da tempo avviato, per contribuire alla crescita della nostra società locale e del benessere di imprese e lavoratori".
In questo contesto Unindustria dovrebbe svolgere un ruolo attivo anche nella definizione della mission della Camera di Commercio, dentro la quale svolge un ruolo di primissimo piano.
La recente difesa d'ufficio per il mantenimento dello status quo, auspicato da qualche intervento, non favorisce la responsabilità dei "padroni", per eliminare gli sprechi, anche in questo settore molto "coperto" e reso opaco a chi vorrebbe capirci qualcosa.
Questa levata di scudi contro la riforma di Renzi, che impone il 50% di taglio ai diritti finora gestiti dalla Camera di Commercio, ha spinto Vittorio Mincato, presidente emerito della Camera di Commercio di Vicenza fino allo scorso autunno a dire: "Il no a Renzi è al cambiamento".
E' una delle nuove frontiere per tutti coloro che vogliono dare il contributo fattivo al superamento della crisi.