TREVISO – Sono oltre 4mila famiglie residenti nelle case popolari in provincia, preoccupate per il pagamento della tasi che hanno preso d’assalto gli sportelli del Sunia e dello Spi Cgil. Di questi immobili ben 1.200 dell’Ater di Treviso e altre 800 di proprietà del Comune di Treviso. Le due organizzazioni sindacali precisano gli inquilini di questi immobili non devono pagare nulla.

 

“Alla luce della normativa vigente e dell’aliquota applicata dal Comune di Treviso nulla sarà dovuto da Ater e dagli inquilini per la Tasi” - spiega Alessandra Gava, segretario generale del Sunia Cgil di Treviso. “Gli immobili Ater sono assimilabili alle prime case e questo è suffragato dal fatto che l’Ente stesso ha vinto il ricorso relativamente al pagamento dell’Imu e che la Legge 80/2014 ha recentemente esonerato questa tipologia di residenze proprio dall’imposta municipale sulla proprietà. Nello specifico del caso di Treviso in seguito all’applicazione dell’aliquota all’1,6 per mille e della detrazione, pari a 200 euro, quasi la totalità degli alloggi, che per il 95% hanno una rendita catastale inferiore ai 790 euro, nulla è dovuto né da Ater né dagli inquilini”.

 

“E' necessario, anche per tranquillizzare le quasi 2mila famiglie coinvolte, fare subito chiarezza – dicono Gava e Paolino Barbiero (Spi Cgil) - Per questo l’Amministrazione comunale fissi entro le prossime 48 ore un incontro con Ater e le Parti Sociali per affrontare la questione e dipanare la matasse, ed evitare, inoltre, contenziosi che coinvolgerebbero Enti e cittadini in una inutile guerra fra poveri e spreco di risorse pubbliche”.

 

Intanto è attesa per oggi la decisione del governo sulla possibile proroga del pagamento della prima rata, ad oggi fissata per il 16 giugno, anche per i comuni virtuosi come Treviso.