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13 dicembre 2024

Treviso

Sulle quote latte i nodi sono arrivati al pettine

138 le aziende trevigiane coinvolte

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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Sulle quote latte i nodi sono arrivati al pettine

TREVISO - Nelle ultime settimane c'è stata un'accelerata, come si dice in gergo, sulla vecchia questione delle quote latte sforate.

Si tratta di recuperare le sanzioni contro il superamento delle quote di produzione del latte, assegnate dall’Europa.

Per quanto riguarda il Veneto sono questi i dati significativi: si devono recuperare sanzioni arretrate, che sarebbero pari a 273 milioni di euro.

Sono oltre 700 le aziende venete, 138 le aziende trevigiane, che non hanno ancora accettato il pagamento delle vecchie multe, nonostante due piani di rateizzazioni.

Per gli irriducibili allevatori sono in arrivo cartelle esattoriali in media da 400mila euro e si concretizzano le minacce di pignoramenti.

Ma vediamo con ordine i fatti.

Giovedì 10 luglio 2014 la Commissione europea ha inviato a Roma un “parere motivato”, che ingiunge al pagamento di 1,4 miliardi di euro di sanzioni per il superamento delle quote negli anni precedenti.

E' la conseguenza della procedura d’infrazione, partita nel giugno 2013: se il Governo non farà quanto dovuto, partirà un contenzioso davanti alla Corte di Giustizia dell’UE.

Ne abbiamo parlato con l' on.le Andrea Zanoni, europarlamentare trevigiano nella legislatura che si è conclusa a luglio 2014. "Oggi la Lega e Zaia tentano di scaricare sul Ministero per le Politiche Agricole il problema che, come risaputo, è stato creato ed utilizzato da loro per fare propaganda elettorale.

Prima da Ministro e poi da presidente della Regione Veneto, Zaia ha infatti sfruttato politicamente con scopi propagandistico elettorali la vicenda delle quote latte - ci conferma Zanoni - il Governo deve risolvere la questione senza penalizzare gli imprenditori, che hanno fatto il proprio dovere, seguendo le norme sulle quote latte stabilite dall’Unione Europea che sono la stragrande maggioranza anche in Veneto, circa quattromila contro i 719 che non le hanno rispettate.

Chi ha pagato allora, a differenza di chi ha fatto il furbo, non può essere penalizzato adesso: è una questione di equità e rispetto delle regole - conclude Zanoni - perciò se qualcuno ora deve pagare cifre esorbitanti, si rivolga alla Lega e a Zaia che ha sempre sposato la tesi che le multe non si dovevano pagare".

Per completare il quadro generale vale la pena ricordare che la Commissione europea, nel parere motivato del 10 luglio 2014, specifica che la cifra di 1,4 miliardi di euro è quella che rimane dei 2,26 miliardi di sanzioni, emesse per lo sforamento delle quote latte tra il 1995 e il 2009.

Il mancato pagamento, secondo la Commissione dell’UE, “dimostra che le autorità italiane non hanno preso, o non hanno messo in opera, misure sufficienti per assicurare il pagamento delle somme dovute”.

Un inadempimento che “compromette gli sforzi europei per stabilizzare il mercato dei prodotti lattieri, provocando distorsioni di concorrenza con gli altri produttori europei ed italiani, che hanno rispettato le quote di produzione o che hanno pagato le loro multe”.

 
 

 


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