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20 maggio 2024

Treviso

Sfratto a Treviso, proteste in via Irlanda: "Un nostro concittadino buttato fuori nonostante le migliaia di case sfitte in città"

Momenti di tensione tra gli attivisti di Django e Caminantes e le forze di polizia durante lo sgombero di un appartamento a San Paolo

| Isabella Loschi |

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tensioni sfratto Treviso

TREVISO - Tensione questa mattina, 10 maggio, all’esterno di un appartamento di via Irlanda a Treviso per l’esecuzione di uno sfratto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, la polizia e l’ufficiale giudiziario ma ad attenderli c’era un gruppo di attivisti del cento sociale Django e dell’associazione Caminantes che hanno cercato di opporsi e bloccare lo sfratto.

“E’ l’ennesimo sfratto di un nostro concittadino - dicono attraverso una nota ufficiale -  Non dimentichiamo le promesse del sindaco durante l'occupazione dell’androne del Comune di Treviso, non dimentichiamo come l'abitare continui ad essere un problema reale nella nostra città, che influisce sulla vita di molte e molti e come nonostante le migliaia di case sfitte a Treviso, le persone continuano ad essere sfrattate senza che vengano trovate soluzioni alternative. Nonostante cerchino di vendercela come tale, questa non è un’emergenza. È il risultato di una serie di politiche che vengono portate avanti, che continuano a tagliare fondi all’edilizia residenziale pubblica e a ignorare le necessità di chi abita la nostra città”.

Dopo la resistenza degli attivisti polizia e carabinieri hanno superato il cordone e proceduto allo sfratto. “Ci sono oltre 120 alloggi del comune vuoti, oltre 260 quelli vuoti di Ater, a cui oggi se ne va ad aggiungere un altro. Ater sostiene che gli inquilini morosi sono colpevoli della situazione in cui si ritrovano, evidentemente i dati provenienti dalle inchieste e dai monitoraggi istituzionali non li leggono, a Treviso come in tutta italia c'è un'emergenza abitativa senza precedenti e chi se non le istituzioni dovrebbe farsene carico?”, ribadisce il collettivo Caminantes- Django. "Invece di spendere miliardi di euro pubblici per opere inutili come la Pedemontana Veneta i soldi devono essere dati per il sociale, la sanità e la scuola. Senza questi tre pilastri i cittadini sono equiparati a sudditi che silenziosamente dovrebbero accettare le scelte dei re”.


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