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15 dicembre 2024

Oderzo Motta

Raboso, stop all'imbottigliamento?

Tra i produttori c'è malcontento. Luigi Peruzzetto (Casa Roma): «Un'estate così non di vedeva da decenni»

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Raboso, stop all'imbottigliamento?

SAN POLO DI PIAVE – Problema vendemmie, tra i produttori serpeggia il malcontento a causa di un’estate troppo piovosa. E c’è chi pensa addirittura di non imbottigliare il Raboso, che dunque non avrà l’etichetta del 2014.

 

«Se va avanti così, quest’anno come azienda sceglieremo di non imbottigliare il Raboso». L’ha detto ieri Luigi Peruzzetto (nella foto), titolare dell’azienda agricola Casa Roma di San Polo, realtà tra le più importanti relative al Raboso, produttore agricolo dell’opitergino-mottensi alle prese con un’annata anomala, per usare un eufemismo. 


«La vendemmia 2014 è stata davvero particolare, un’estate piovosa che ha messo a dura prova la nostra realtà. Parlo della mia situazione e non di altri produttori, comunque stiamo seriamente pensando di non imbottigliare alcune qualità di prodotto». 


Il problema riguarda il Raboso, vero biglietto da visita del mercato italiano ed europeo… 
«Purtroppo la maturazione dell’uva non è stata ottima, e nemmeno buona. Ricordo un’annata simile nel 1984, quando la vendemmia fu flagellata dalla pioggia. Stiamo parlando di 30 anni fa. Ma quest’anno è stato molto diverso, con pioggia durante tutta l’estate. Per questo posso dire che quasi sicuramente per quest’anno non imbottiglieremo Raboso, un vino che deve riposare tre anni. Una scelta che sconteremo dunque nel 2017». 
 

Una scelta comunque difficile. 
«Certo, ma ci teniamo alla nostra integrità. Non parlo a nome di nessun altro produttore se non di me stesso. Una scelta grave, che mi attirerà forse le ire di qualcuno, ma che devo segnalare, se vogliamo essere produttori seri». 


E il resto della vendemmia come sta andando? 
«Da nostro punto di osservazione notiamo un leggero calo di produzione delle uve precoci, come pinot grigio e chardonnay. Buono, invece, è il recupero delle qualità più tardive, come Prosecco Doc, Cabernet Franc e Verduzzo. Per cui ci stiamo parzialmente salvando, anche se la bomba d’acqua di lunedì sera non ci voleva. La produzione dunque continua, si sta lavorando e ci sono ancora 20 giorni buoni per la chiusura della vendemmia. Dico solo che certamente non siamo ai livelli del 2013». 

 


| modificato il:

Gianandrea Rorato

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