LA QUESTURA CHIEDE AI PRESIDI DI VIGILARE SUGLI STRANIERI
Studenti costretti a lasciare gli studi per problemi familiari. La scuola può far molto per aiutarli
Treviso - La Questura di Treviso chiede ai presidi di vigilare sulle situazioni spesso drammatiche che coinvolgono gli studenti stranieri spesso costretti ad abbandonare la scuola. Spesso dietro a episodi del genere – avverte Elena Peruffo dirigente dell’ufficio stranieri della Questura – si celano situazioni di pesante di disagio ai danni di minorenni”.
L’appello è stato lanciato ieri nell’ambito del convegno “Viaggio verso un mosaico di Culture” in programma al Palladio anche questa mattina dove interverranno anche il parroco di Paderno don Aldo Danieli, l’imam di Treviso Youssef Tadil e il docente di sociologia delle religioni Renzo Guolo. L’abbandono dello studio, spesso nasconde situazioni come il ritorno in patria della propria famiglia, la necessità di trovare lavoro anche da giovanissimi, l’incapacità di inserirsi all’interno dell’ambiente scolastico, ma anche l’inserimento in ambienti malavitosi.
Peruffo ha raccontato la storia di una minorenne marocchina abbandonata a se stessa, prima segregata in casa per due anni, poi messa in strada con le valige. L’ha soccorsa un passante che si è rivolto ai servizi sociali. Per non parlare poi della piaga del lavoro nero e dello sfruttamento minorile che è un fenomeno usuale anche nella ricca Treviso.
Ma fortunatamente ci sono anche le storie a lieto fine come quella di un ragazzino senegalese che frequentava un istituto superiore di Treviso, che sarebbe stato rimpatriato perché al padre era scaduto il permesso di soggiorno. Trovandosi nella posizione di irregolare, non avrebbe potuto sostenere l’esame di stato. I suoi docenti si sono mobilitati rivolgendosi all’Ufficio stranieri e alla fine sono riusciti a far regolarizzare lo studente consentendo che si diplomasse con il massimo dei voti.