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14 dicembre 2024

Treviso

Profughi nelle caserme, Zaia: "Situazione indecente"

Una tendopoli allestita nell'ex caserma di Codognè, a Treviso dormitorio disponibile per casi di emergenza

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Profughi nelle caserme, Zaia:

TREVISO – Dopo che la Prefettura di Treviso, con il Comune, aveva scartato l’ipotesi di ospitare i profughi nelle caserme dismesse, troppi i lavori da fare e poco il tempo per renderle agibili, ieri la Prefettura di Venezia, nel corso del tavolo sull'immigrazione, ha portato all'individuazione di alcune strutture da poter utilizzare come centri di primo smistamento dei migranti in arrivo in Veneto.

 

A Treviso è stata designata l’ex caserma Maset di Codognè per la permanenza temporanea dei migranti. Dismessa da vent’anni è in stato di abbandono, ma l’idea sarebbe di allestire delle tendopoli al suo interno. Durissima la reazione del governatore della Regione Luca Zaia: “ Si apprende ufficialmente dalle Autorità Statali - tuona - che, in Veneto, altri 200 profughi sono in arrivo, e chissà quanti altri ancora in futuro, e che le strutture pomposamente chiamate Hub che dovrebbero accogliere le persone sono 3 caserme dismesse e inagibili a Ceggia, Meolo e Codognè, al cui esterno dovrebbero nascere praticamente 3 tendopoli, e una ex scuola a Trivignano. Ma le tende non si sa chi le mette, i pasti non si sa chi e con quali cucine da campo li deve preparare, i letti, almeno quelli, dovrebbero arrivare dall’esercito. Roba da repubblica delle banane!”. “Praticamente tutto – prosegue Zaia – viene di fatto scaricato sulle comunità locali e sui sindaci, già strangolati dal patto di stabilità, con la miseria di 35 euro a persona per organizzare ed erogare una sfilza di servizi. Siamo dio fronte a un’organizzazione alla Franceschiello – insiste Zaia – e a un paese che, se volesse davvero dirsi civile, dovrebbe adoperarsi per fermare questo flusso alla fonte, considerando poi che due terzi di questi ospiti spariscono in 48 ore”.

 

Sul fronte sanitario legato ai profughi, interviene invece, il consigliere comunale Mario Conte (lista Gentilini): “Per quanto è vero che tutti i profughi vengono visitati appena arrivano a Treviso, è altrettanto vero che gli esiti delle visite e gli esami ai quali si sottopongono arrivano dopo qualche giorno, e la maggior parte delle volte i profughi se ne sono già andati facendo perdere le proprie tracce”, come successo anche sabato scorso dove tutti 30 gli ospiti dopo neanche 24 ore se ne erano andati. 
”E' fondamentale – ribadisce Conte - che i profughi rispettino i tempi di verifica delle loro condizioni sanitarie e permangano obbligatoriamente all'interno del sito a loro preposto per almeno 7 giorni, come richiesto dalla Caritas. 
Chiedo quindi all'Amministrazione di provvedere alla sorveglianza dei centri d'accoglienza allo scopo di rispettare i termini concordati ed evitare che persone sconosciute, magari affette da qualche malattia girino liberamente per il nostro paese”. 


 

Intanto se a Treviso in queste ore dovessero arrivare altri migranti, ha ribadito l’assessore al Sociale Liana Manfio, il dormitorio di Santa Maria del Sile sarà a disposizione per tamponare l’emergenza: “Siamo a disposizione coem abbiamo sempre fatto fino a quando non verranno aperte le offerte dle bando della Prefettura, in scadenza domani. Dopodichè le cose potrebbero risolversi tramite la Prefettura che ne è responsabile”. Il bando prefettizio mira ad individuare 150 posti sul territorio per accogliere i profughi. 


 


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Isabella Loschi

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