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12 dicembre 2024

Conegliano

Pista ciclabile del Menarè? A data da destinarsi

I residenti attendono l'opera

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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Pista ciclabile del Menarè? A data da destinarsi

CONEGLIANO - La pubblicazione del recente servizio sulla mancata realizzazione della pista ciclabile sulla statale 51 al Menarè, prevista dall'accordo di programma, sottoscritto tra Regione Veneto, Provincia di Treviso, i comuni di Conegliano, Colle Umberto e Vittorio Veneto, ha riaperto una vecchia ferita.

La pista ciclabile era stata approvata per motivi di sicurezza, derivanti dai problemi sulla viabilità legati alla costruzione del centro commerciale sul Menarè.

Ad alimentare il fuoco sulle responsabilità in merito alla mancata realizzazione è stata la risposta del Governatore Zaia al consigliere regionale Claudio Niero, in merito all'argomento.

Ha suscitato stupore la conclusione di Zaia: "Per quanto fin qui esposto si ritiene che la giunta regionale abbia assolto a quanto previsto nel richiamato accordo di programma del 23 marzo 2010, considerato che la materiale esecuzione dell'opera risulta oggi in carico all'Amministrazione comunale di Conegliano in qualità di stazione appaltante".

Stranamente, le Amministrazioni di Conegliano e Colle Umberto non erano a conoscenza dell'interpellanza e conseguente risposta, fornite loro da OggiTreviso.

Alla luce del servizio pubblicato e inviato allo stesso presidente della regione Veneto dal sindaco, Zambon ricorda a Zaia che gli altri due soggetti pubblici, Provincia e Colle Umberto, non avevano provveduto a quanto di loro competenza perché fosse completato l'iter di legge per assegnare la funzione di stazione appaltante.

Questa funzione, originariamente affidata al comune di Colle Umberto in seguito all'incontro del 1 settembre 2011, era stata assegnata all'amministrazione provinciale di Treviso.

L'8 giugno 2012 "si riscontra la proposta che il ruolo di RUP venga trasferito al Comune di Conegliano, il tutto comunque legato a preliminari 'atti interni' delle Amministrazioni interessate, idonei a "formalizzare tale passaggio".

Nella lunga lettera, il sindaco Zambon ricorda a Zaia che la provincia di Treviso il 22 ottobre 2013 scriveva: " il provvedimento che riconosce il ruolo di RUP e di stazione appaltante a Conegliano, con le relative previsioni a bilancio in favore dello stesso, è ancora in fase di istruttoria e, stante il vigente accordo di programma, il finanziamento provinciale deve intendersi per l'intero primo stralcio".

Per ben due volte la vecchia amministrazione di Colle Umberto del sindaco Giuseppe Donadel il 24 marzo 2014 e il 2 aprile 2014, invitata a confermare il finanziamento a proprio carico di euro 40.000,00, non aveva mai dato risposta.

Quindi non era stato possibile "approvare il progetto in assenza di riscontro agli impegni di carattere economici assunti con l'accordo di programma".

"Il comitato di vigilanza, riunitosi in data 9 luglio 2014, viene investito dell'opportunità di ridefinire il ruolo di stazione appaltante, come anche della necessità di verificare i costi dell'opera siccome rappresentati nei progetti a suo tempo trasmessi dalla Regione Veneto.

Solo a seguito di queste operazioni - sottolinea Zambon - potrà discutersi del finanziamento dell'intero primo stralcio dell'opera ed approvare il progetto.

Il 17 settembre 2014 la nuova seduta del comitato di vigilanza è stata rinviata a data da destinarsi, per l'impossibilità da parte del Comune di Colle Umberto di rendersi presente alla stessa".

Nella conclusione il sindaco Zambon rileva: " non sono stati assunti dagli Enti co-interessati i necessari atti formali che consolidino il ruolo di RUP e stazione appaltante in capo al Comune di Conegliano, ma anche ove è conclamata l'insufficienza e la indisponibilità della provvista economica, indispensabile per la approvazione e la realizzazione dell'intera opera, sono state di fatto annullate le prerogative afferenti al ruolo di stazione appaltante; poiché- come è ampiamente noto- non vi è stazione appaltante se non vi è un progetto cantierabile, confermato da atti di competenza degli organi deliberanti e sostenuto dalle necessarie fonti di finanziamento".

Insomma ci si muove dentro un ginepraio: ora la palla è tornata in capo alla Regione e allo stesso Governatore, che, nella veste di Presidente della Provincia, mise in vendita il vecchio istituto per l'Agricoltura di Colle Umberto per far nascere il centro commerciale.

Abbiamo chiesto al consigliere di opposizione, Alessandro Bortoluzzi una valutazione. Eccola: " Leggo la risposta della Regione e resto sorpreso. Scopriamo che i progetti sono pronti già da tempo, e che si litiga su chi deve fare da stazione appaltante. Tutta una serie di cose che il Comune ci aveva nascosto.

Eppure è da oltre un anno che chiediamo insistentemente di sapere perché le opere non decollano. Non abbiamo mai avuto risposte chiare.

La Regione da colpa al Comune di Conegliano, che scarica le colpe in parte al Comune di Colle Umberto ed in parte alla Provincia. Manca solo l’ONU.

E allora, chiediamo a Zambon, se era veramente tutta colpa degli altri, perché fino a poco tempo fa ha fatto intendere che i progetti non erano ancora arrivati dalla Regione.

E perché non ha mai chiesto la convocazione del Comitato di Vigilanza che tali problemi doveva risolvere? C’era qualcosa da nascondere? Ora però basta.

Chiediamo a Zambon di incontrare i cittadini per spiegare una volta per tutte come stanno le cose e soprattutto di adoperarsi perché l’opera sia realizzata al più presto. I cittadini del Menarè non possono aspettare ancora".

Questa invece la posizione dei ricorrenti Angelo Zanin, Riccardo Posocco e Giuliano Salvador, storici oppositori del centro commerciale, anche per le gravi conseguenze per la sicurezza.

Ovvio che per loro la pista ciclabile è attesa come la manna dal cielo.

Questa la loro opinione nel merito: " Lo scaricabarile fra comuni di Conegliano, Colle U. e Regione rappresenta la sintesi dei soprusi, delle falsità, delle meschinità, che sono state adottate da chi ci governa fin dall'inizio di quella vicenda.

C'è però una considerazione che non può sfuggire, di mezzo c'è la sicurezza di una comunità (ben noti sono gli incidenti anche mortali).

Su tutto vogliamo fare una considerazione: come mai tutti gli attori di quell'ignobile ACCORDO di programma hanno unanimemente spianato la strada a tutte le fasi, che riguardavano la costruzione del MEGACENTROCOMMERCIALE per gli interessi di un imprenditore, mentre continuano a intorbidire le acque in maniera vergognosa, quando invece devono eseguire le opere di messa in sicurezza per la comunità?

Ricordiamo che quell'accordo è stato firmato da GALAN l'ultimo giorno prima di abbandonare la "carega" da governatore.

Vogliamo allora lanciare una provocazione, possibile che nessun magistrato della provincia di Treviso non pensi di andare a fondo della vicenda, visti i rimpalli di responsabilità e il mancato rispetto degli accordi?".

A chi e a quando la prossima mossa?

 
 
 
 

 


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