L’ULTIMO GIORNO DI VENDEMMIA
Ad Arcade, nell'azienda biologica di Luca Rossetto, si raccolgono i grappoli di Cabernet. Mentre l'aria profuma di mosto
Arcade - L’azienda agricola di Luca Rossetto (33 anni, un diploma di Laurea in Tecnica enologica conseguito al Cerletti) è rigorosamente biologica.
La coltivazione del mais, degli ortaggi o della vite non conosce fertilizzanti chimici. Il terreno (25 ettari, parte di proprietà, parte in affitto situati ad Arcade) dà frutti grazie al talento, alla fatica, alle intuizioni di Luca. E della sua famiglia. Che nella bella fattoria (da cui si vede il Montello) ha investito, più esatto sarebbe dire “seminato”, una risorsa fondamentale: la passione.
Le vigne di Luca sono quasi spoglie ormai. La vendemmia (dello Chardonnay, del Prosecco, del Verduzzo, del Merlot, del Cabernet Franc e Sauvignon) è iniziata il 9 settembre. E oggi gli ultimi grappoli cadono sotto le forbici della brigata di vendemmiatori: parenti, cugini, amici – per lo più – venuti (com’è tradizione) ad aiutare i Rossetto (ad Arcade sono noti come “i Triangoli”) a vendemmiare. Un’operazione che qui nell’azienda si compie a mano, come un tempo.
Beppe, Edi, Arpalice, Chiara, Maria, Sergio e Classe (soprannome di Venerino) in queste settimane hanno raccolto circa 550 quintali d’uva.
Quanti grappoli sono passati per le vostre mani?
Luca non vuole credere che la prima domanda che gli pongo sia così sciocca. Ma è troppo educato per farmelo notare. “Il grappolo non è un’unità di misura accettabile. Anche perché il grappolo di Prosecco è molto più grande di quello di uva Cabernet. Diciamo che durante la vendemmia abbiamo raccolto circa 2500 cassette, da 20 chili ciascuna.”
Quanti anni contano le viti di Cabernet che state finendo di vendemmiare oggi?
"Alcune sono state piantate nel 99, altre qualche anno prima, nel 1990. Ma vorrei – dice Luca - che durassero almeno 40 anni.”.
Così come, tra i filari, intenti a vendemmiare, ci sono giovani e meno giovani, anche le piante dell’azienda dei Rossetto hanno età diverse. "
Vicino alla stalla sopravvivono tre gelsi, di mezzo secolo d’età, e una vite che piantò il nonno di Luca nel 1945. E che tutti si augurano continui a restare nella fattoria come un piccolo, timido totem. Quest’anno la vendemmia non ha dato i frutti sperati, comunque. La grandinata del 23 agosto e la peronospora hanno macchiato le foglie, “morso” i grappoli e anche se ora i vendemmiatori tolgono a mano gli acini rovinati, che possono dare un po’ di aspro al vino, il raccolto si annuncia ridimensionato rispetto agli anni scorsi.
“Il Cabernet – spiega Luca Rosettto – ha avuto una resa del 10 per cento in meno; il Merlot o il Prosecco sono stati ancora più penalizzati: ne produrrò circa il 50 per cento meno del 2007.”
(Altra domanda sciocca: ) Sei disperato per questa raccolta contenuta?
"No – risponde Luca (convinto) -. Quando c’è la salute, c’è tutto. "
Anch’io la voglio pensare come lui. Possibile che debba venire ad Arcade per scoprire che nel vigneto (irrorato solo da un po' di rame e zolfo e nessun prodotto di sintesi), nella stalla (che profuma di latte e pulito e che contiene una quarantina di vacche e tre vitellini appena nati), nel pollaio (chiamiamolo così anche se vi ciangottano oche, anitre, galline nostrane, galline padovane, tacchini, pavoni…), nello stallo (dove ronfano i due maiali Porky e Pinky), nei campi dov’è ormai rimasta solo la traccia delle spighe di mais, la natura abbia ancora un battito regolare e sincero?
Quando entro nella stalla, la serie ininterrotta di figuracce che ho deciso di collezionare oggi prosegue. Scambio una vacca per un toro. Dico a Luca che non sono sicura di aver mai accarezzato una vacca e lui mi avverte che potrei prendermi una “leccata”. Mi invita a “stare attenta alla coda” quando passo alle spalle delle mucche da latte per andare a spiare i vitellini.
Li hai fatti nascere tu? No. (Luca è più che paziente…) E’ stata la loro mamma.
Ma non hai chiamato il veterinario? Vuoi scherzare? gli animali si arrangiano.
E qui? Allevi solo conigli neri? Perché: sei razzista? No. Ne ho anche di bianchi. Il colore del pelo è un fatto genetico. Non lo seleziono.
E lì? tieni i pulcini! Sì. Però... quelli sono anatroccoli.
Parecchi anni fa, avevo letto “In campagna è un’altra cosa” di Achille Campanile. E ricordo di aver pensato che le situazioni descritte dal grande umorista romano potessero essere paradossali. Ora, nella fattoria dei Rossetto, mi sento un paradosso io stessa.
Quante ore lavori al giorno, Luca? In questo periodo dalle sei di mattina alle 8 di sera, con una pausa di mezzora per il pranzo. Ma d’inverno lavoro meno: almeno mezzora di meno…
Passando dal vigneto alla cantina, dove sono disposte le botti e le barriques (francesi), Luca mi fa assaggiare il mosto. Puro succo d’uva.
Hai calcolato quanto vino produrrai quest’anno? Circa 450 ettolitri. Lo scorso anno ne avevo fatti 700.
D’accordo, il vino non sarà molt(issim)o, ma sarà ottimo. E il 12 ottobre riceverà la “benedizione” ufficiale con tanto di festa all’interno dell’azienda. Perché – per tradizione familiare – i Rossetto sono molto religiosi. E anche i loro animali.
“Vedi queste vacche? – mi dice Rossetto, nella stalla – Devono essere le uniche (e mi indica la radio accesa) ad ascoltare Radio Maria 24 ore su 24.
Emanuela Da Ros