TEST DEL DNA PER TROVARE IL CORPO DI MARTINAZZO
Prelevato un campione dal padre di Tomaso Martinazzo. La famiglia per ora non si reca a Perm
Crocetta del Montello - Solo tramite il test del Dna si riuscirà a capire quali siano i resti di Tomaso Martinazzo, il 51enne di Crocetta del Montello morto nel disastro aereo degli Urali. Ieri, quindi, al fine di espletare le procedure per il riconoscimento della salma, è stato prelevato un campione di Dna dal padre di Martinazzo, Giovanni. Campione che verrà analizzato e i dati ricavati dai test serviranno in Russia, dove si potrebbe arrivare all’identificazione dei resti dell’uomo.
Il condizionale è d’obbligo, dato finora le autorità russe non hanno fatto trapelare altre informazioni rispetto a domenica: hanno solamente comunicato che l’imprenditore trevigiano si trovava nella lista degli 88 passeggeri del velivolo dell’Aeroflot precipitato negli Urali. I famigliari al momento non hanno espresso l’intenzione di recarsi in Russia, anche se si rimane in attesa di una telefonata che faccia sapere qualcosa di più e a quel punto potrebbero partire.
Alla Icoplan, la ditta di Mareno di Piave per conto della quale Tomaso Martinazzo era partito alla volta di Perm, ieri i macchinari sono rimasti spenti in segno di lutto. Tutto chiuso. A Crocetta del Montello non è stato dichiarato il lutto cittadino, ma potrebbe accadere nelle prossime ore. Messaggi di cordoglio sono arrivati sia da parte delle massime cariche della Regione e della Provincia.
“Sono certo – le parole del presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan - che ogni famiglia veneta sente come proprio il lutto che ha così dolorosamente colpito la famiglia di Tomaso Martinazzo, tragicamente scomparso a Perm, in Russia. Martinazzo è morto viaggiando per lavoro e la sua improvvisa morte ha rivelato a tutti noi il lato bello di una vita interamente spesa nel donare affetto e sicurezza alla propria famiglia, competenza e dedizione al proprio lavoro”.
“Purtroppo anche questo tragico incidente è da annoverare tra le morti bianche, perché era pur sempre in viaggio per lavoro – ha dichiarato invece il presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro -. Morti come queste non possono e non devono più accadere nell’era della tecnologia e della mobilità”.