LAVORETTI EXTRA CONTRO LA POVERTA'
Il progetto è coordinato dalla Prefettura e coinvolge le associazioni produttive, i datori di lavoro e i sindacati
Treviso - Contro il caro vita nasce l’idea di trovare un «lavoretto» alle persone in difficoltà economiche, per consentire loro di arrotondare il proprio reddito.
Il progetto è stato pensato dal gruppo di lavoro coordinato dalla prefettura di Treviso al quale partecipano associazioni di categoria, sindacati ed enti locali. In pratica si vorrebbe offrire a pensionati o lavoratori in mobilità piccoli lavori di giardinaggio o di pulizie in modo da procurare un piccolo reddito extra. Ora occorrerà stabilire quali saranno i lavoratori che possono essere coinvolti nel progetto e quali i lavori occasionali previsti, per non interferire con quelli “formali”.
"La finalità - spiega una nota della prefettura - è quella di sperimentare forme locali di organizzazione e gestione di prestazioni occasionali di lavoro accessorio, con il duplice obiettivo di offrire servizi a basso costo e di impiegare in attività lavorative remunerate soggetti che versano in condizioni di difficoltà economiche, perché prive di reddito o con reddito annuo insufficiente".
I datori di lavoro potranno essere sia privati sia enti pubblici. Il progetto esecutivo verrà sviluppato in partenariato tra prefettura di Treviso, Veneto Lavoro, Provincia di Treviso, Associazione Comuni Marca trevigiana, aziende sanitarie locali, parti datoriali e sociali, costituite per l’occasione in gruppo di lavoro che tornerà a riunirsi il 12 settembre prossimo.
A preoccupare gli operatori sociali e il mondo del volontariato nella Marca è la povertà di chi non mette in piazza il proprio disagio economico, ma si trova in reali difficoltà ad arrivare a fine mese: a Treviso il dato relativo alle nuove povertà “silenziose” arriva al dieci per cento della popolazione. E non si tratta solo di disoccupati, ma soprattutto famiglie con figli a carico, donne sole, immigrati. Ed è, purtroppo, un dato destinato ad aumentare nei prossimi anni arrivando a toccare punte del 15 per cento, secondo i dati Ocse.