Mose: Meneguzzo tenta suicidio in carcere
Concessi i domiciliari
VENEZIA, 22 GIU - Ha tentato il suicidio in carcere Roberto Meneguzzo (in foto) l'ad di Palladio Finanziaria arrestato lo scorso 4 giungo nell'ambito dell'inchiesta sul Mose.
Un gesto sventato che tuttavia ha portato ieri il gip Alberto Scaramuzza, su parere positivo della Procura di Venezia, ad accogliere la richiesta di scarcerazione avanzata dal difensore di Meneguzzo posto ora ai domiciliari.
Il manager, 58 anni, come indica il Corriere del Veneto, aveva tentato di soffocarsi la notte tra il 18 e il 19 giugno nella sua cella di isolamento del carcere di La Spezia. Il finanziere vicentino vicepresidente e amministratore delegato di Palladio Finanziaria, holding crocevia nel Nordest, secondo l'ordinanza di arresto, "a conoscenza dell'illecita finalita' perseguita" da Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio Venezia Nuova, "lo metteva in contatto" con Marco Milanese. In qualita' di "consigliere politico" dell'allora ministro Giulio Tremonti, Mazzacurati consegno' a Milanese 500 mila euro "personalmente", "al fine di influire sulla concessione dei finanziamenti del Mose e in particolare nel far inserire tra gli stanziamenti inclusi nella delibera Cipe n. 31/2010 e nei decreti collegati anche la somma relativa ai lavori gestiti dal Consorzio Venezia Nuova, inizialmente esclusa dal ministro, in violazione evidente dei principi di imparzialita' e indipendenza".
Meneguzzo poi, secondo l'ordinanza, ha fatto da tramite con Milanese per Mazzacurati in un'altra occasione, per arrivare al generale della Guardia di Finanza Emilio Spaziante. I reati contestati a Meneguzzo, con Mazzacurati, Milanese, Spaziante e altri, sono quelli di corruzione e rivelazione e utilizzazione di segreto d'ufficio.