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29 aprile 2024

Nord-Est

Migranti, sindaci Lega Veneto, 'contro hub e accoglienza diffusa'

Viminale contro sindaci, su migranti polemica 'surreale'

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Migranti, sindaci Lega Veneto, 'contro hub e accoglienza diffusa'

NOVENTA PADOVANA - "Siamo contro gli hub e l'accoglienza diffusa: chi non ha diritto di stare in Italia deve essere rimandato indietro": è Marcello Bano, sindaco leghista di Noventa Padovana, a guidare la rivolta dei primi cittadini del Veneto del Carroccio sull'arrivo in questi giorni di migranti, collocati in palestre e persino in studi medici. "Capannoni, uffici, palestre - dichiara all'ANSA - non possono essere usati per stoccare i migranti, non sono strutture idonee". L'unica soluzione praticabile, per Bano, "è l'utilizzo di centri di permanenza per i rimpatri, meglio se vicini ad un aeroporto".
Il primo cittadino leghista boccia il modello dell'accoglienza diffusa, sottolineando "la profonda amarezza" per le scelte imposte alle amministrazioni locali. "Le palestre non sono strutture adatte - ripete Bano - soprattutto perchè siamo a poche settimane dalla ripresa dell'anno scolastico". Quelle fatte dal governo, rincara, "sono scelte che non ci rappresentano, non rappresentano la linea del partito", sottolineando che quanto sta avvenendo in questi giorni "passa sopra a qualunque regola di buonsenso, mettendo in seria difficoltà gli amministratori locali".

Viminale contro sindaci
E' scontro tra Viminale e sindaci in tema migranti. Da giorni contro la gestione dell'accoglienza si sono schierati alcuni amministratori locali che contestano la strategia sul territori. E oggi fonti del ministero dell'Interno replicano e definiscono "surreale" la polemica sollevata dai primi cittadini aggiungendo che "la mancata adozione dello stato di emergenza" da parte delle 4 regioni a guida centrosinistra, ha ritardato alcuni interventi sul territorio". A criticare la linea del Viminale è stata però in particolare l'Anci, per quanto riguarda i minori non accompagnati,: "con questi numeri", ha detto il sindico di Prato e responsabile immigrazione Matteo Biffoni, le amministrazioni locali non potranno "garantire il rispetto delle condizioni stabilite per legge, e la responsabilità è dello Stato centrale. Non ci sono gli hub di primissima accoglienza, non ci sono le risorse per la mediazione culturale". Dal Viminale ricordano però che proprio sulla questione minori "è fondamentale legge Zampa", che "è stata voluta dal Pd". Le prese di distanza sulla gestione arrivano anche dai sindaci della Lega Veneto che ribadiscono il loro "no" contro gli hub e l'accoglienza diffusa: "chi non ha diritto di stare in Italia deve essere rimandato indietro: capannoni, uffici, palestre non possono essere usati per stoccare i migranti, non sono strutture idonee", affermano.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, uno dei quattro governatori del Pd, taglia corto: "sulla gestione del fenomeno migratorio il governo non ha alcuna strategia". Polemiche che infuriamo mentre il flusso degli sbarchi non si ferma: dal primo giugno al 18 agosto, secondo i dati diffusi dal Viminale, ci sono stati 55.318 sbarchi, con una media giornaliera che supera le 700 unità. E nell'hotspot di Lampedusa ci sono ancora 2.427 i migranti. La pressione nella macchina dell'accoglienza resta, quindi, altissima e dal territorio, con cadenza quotidiana, arrivano segnali di sofferenza e richieste di intervento da parte del Governo e del Ministero dell'Interno. Il Viminale, che ha annunciato per settembre interventi per rendere più rapido l'iter per il rimpatrio dei migranti irregolari e in particolare di quei soggetti tra loro problematici e pericolosi, il 3 luglio scorso ha inviato una circolare con cui introduce il criterio della redistribuzione anche in base "all'estensione territoriale" oltre a quello della popolazione. Nel documento, il Ministero dell'Interno afferma che è stata "condivisa una modifica del criterio di distribuzione su base regionale, che utilizzerà oltre al consueto parametro della popolazione residente anche quello dell'estensione territoriale".

Il nuovo criterio "oltre ad essere applicato per il piano previsionale straordinario, sarà utilizzato nei singoli periodici riparti resi noti ai Prefetti dei capoluoghi di regione per la successiva ripartizione infraregionale, secondo le modalità definite in seno ai rispettivi tavoli di coordinamento", si afferma nella circolare. In base agli ultimi dati ufficiale attualmente sono 132.796 il totale degli "immigrati in accoglienza sul territorio". La regione con il maggior numero di presenza è la Lombardia con 16.814 (pari al 13% del totale), seguita dall'Emilia Romagna con 12.572 (9%), dalla Sicilia 11.758 (9%) e dal Piemonte 11.576 (9%). Il nuovo criterio potrebbe portare a trasferire un maggior numero di persone in territori con grandi estensioni ma con densità abitativa più bassa come ad esempio la Sardegna che ad oggi ospita 2.098 persone pari all'1% del totale o la Basilicata il cui presidente di Regione, Vito Bardi, afferma che il suo territorio "non può reggere numeri importanti". Altro capitolo è quello del turn over nelle strutture di accoglienza straordinari (Cas) per i quali sarà effettuata una sorta di censimento. Ad oggi ospitano 110 mila persona circa ma obiettivo del Viminale è verificare quanti siano ancora i soggetti che hanno i requisiti per ottenere assistenza. Il ministero chiede, con una circolare del 7 agosto, a prefetti, Dipartimento di pubblica sicurezza e alla Commissione nazionale per il diritto di asilo "di verificare la puntuale applicazione delle previsioni, tanto in un'ottica di corretto utilizzo delle risorse pubbliche, quanto al fine di assicurare il turn over nelle strutture di accoglienza e garantire la disponibilità di soluzioni alloggiative in favore degli aventi diritto".


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