Mani tese a Gianangela
Venerdì sera spettacolo teatrale dedicato alla coneglianese sopravvissuta alla furia omicida del marito
CONEGLIANO – Mani tese a Gianangela Gigliotti, la donna e mamma coneglianese che poco più di un anno fa era stata brutalmente aggredita dal marito armato (forse) di un’accetta, riportando il 90 per cento di invalidità.
La compagnia teatrale Alitese, per ricordare l’atroce violenza subita da Gianangela e per raccogliere un fondo di solidarietà a suo beneficio, organizza per venerdì sera, alle 20.45, presso l’auditorium Dina Orsi di Conegliano, lo spettacolo “Speriamo che sia femmina”. Incentrata sulla vita di due donne, la rappresentazione è un alternarsi di riflessioni e musica con riferimento ai vari momenti della loro esistenza, dalla nascita all'età adulta. Accanto alle protagoniste si esibiranno cantanti, ballerini, il coro e un'orchestra di circa 30 elementi.
Gianangela Gigliotti, in attesa dell’evento, spera di trovare la forza di assistere personalmente alla rappresentazione. Solo tre settimane fa è tornata a vivere nella casa di Parè dove il 24 luglio 2013, poco prima di mezzanotte, venne aggredita dal marito Stefano Rizzo. Armato probabilmente di un’accetta, l’uomo – già separato dalla moglie - era entrato nell’appartamento di quest’ultima da una finestra, l’aveva sorpresa alle spalle e si era accanito su di lei con furia omicida, sferrandole un colpo sulla testa, sul braccio e sulla nuca. Dopo averla immobilizzata, l’uomo aveva le quindi amputato quattro dita. Sorpresa dal figlio in una pozza di sangue, Gianangela era stata ricoverata in ospedale e sottoposta a due interventi chirurgici urgenti (durati 9 e 11 ore) a cui ne sono seguiti molti altri.
Oggi, dopo oltre un anno di cure, Gianangela è tornata nella sua casa. E’ invalida al 90 per cento, ha perso il lavoro presso l’Ulss7 per il quale aveva vinto un concorso. A stipendio zero, è in attesa di ricevere i 700 euro di pensione di invalidità che le spettano e i 480 euro di accompagnatoria. Con questi soldi (che devono ancora esserle corrisposti), Angela deve anche pagare il mutuo della casa e la badante che – viste le sue condizioni – dovrebbe assisterla 24 ore su 24.
Accanto a numerosi amici e parenti e soprattutto al figlio Federico, Angela – nonostante la drammatica vicenda di cui è stata vittima – è riuscita finora a non arrendersi. Al dolore e al ricordo atroce della violenza subita. Ha lottato, passando da un ospedale a un altro per oltre un anno, per la propria dignità. E ora ha bisogno che un diritto fondamentale non venga calpestato: “Chi ha fatto del male – dice Angela – non deve restare impunito. Mai. Non deve avere sconti di pena.”. In rete con altre vittime di violenza, Angela vorrebbe attivare una raccolta firme da presentare al Parlamento perché i reati gravi contro la persona non abbiano sconti di pena.
Lo spettacolo Speriamo che sia femmina servirà anche a sensibilizzare il pubblico in questa direzione. E’ possibile acquistare i biglietti (costo 8 euro), sia in prevendita presso il Salone Luana, in via Friuli 57 a Conegliano o presso la tabaccheria Re di via Vecchia Trevigiana, sia al Dina Orsi la sera dello spettacolo. Il ricavato sarà devoluto a Gianangela Gigliotti.