L'orso fa strage di montoni
In Alpago, a pochi passi dal Dolada, la scoperta di Enzo De Prà
ALPAGO - L'orso fa colazione in Alpago: due montoni e una pecora sventrati sul declivio erboso. A pochi passi dal rifugio Dolada. A scoprire le "vittime" il ritoratore Enzo De Prà, che aveva avvertito nell'aria un "odore acido", diverso da quello consueto, portato dai cervi o da altri animali selvatici.
Di seguito il racconto di Rosanna Roma, che era insieme a lui. E che ha fotografato ciò che hanno incontrato nel cammino.
Vampiri o Orsi? Otto agosto, giornata di sole come non te l'aspetti, almeno non di questi tempi. Girano le voci sull'orso qui in Alpago, anzi sugli orsi, ma pensi sempre a leggende, storie, chiacchiere... L'ascesa oggi è alla Forcella Dolada, base camp Albergo Dolada, nonché ristorante, e fin qui niente leggenda, solo storia della grande cucina italiana.
Si fa colazione, una colazione da re, brioches fragranti con il burro del Cansiglio, torte spettacolari, miele di Enzo De Prà, che ci fa scherzare sull'orso: "Eh sì, l'altro giorno ho trovato tracce su un albero" - racconta Enzo - e tutti ridiamo. Ci mettiamo in moto verso il Rifugio Dolomieu al Dolada per affrontare poi il sentiero in cresta. L'attenzione e la concentrazione di questo impegnativo percorso distolgono il pensiero dall'orso.
Percepiamo rumori ma pensiamo ai caprioli, ai cervi, e si procede. Poco prima della sella del Col Mat, a circa 1900 m di altitudine, i nostri nasi ben allenati, in primis quello dello chef Enzo De Prà, percepiscono un odore di selvatico, non è lo stesso dei cervi, "qualcosa di diverso - dice Enzo - quasi felino, ma più acido".
Procediamo incontrando qua e là ciuffi di vello ovino ben evidenti nell'erba verde della cresta, qualche passo e ci si apre davanti uno spettacolo raccapricciante: sentiamo rumori strani ma ci catturano l'attenzione tre sagome biancastre annerite qua e là da nuvole di mosche. Basiti procediamo, tre cadaveri, due montoni e una pecora.
il pensiero va a lui, all'orso. Ci avviciniamo per capire: presi per la gola ma non dallo chef... e da chi? Vampiri o orsi? Ci assale la paura, ogni fruscio è motivo d'ansia: abbiamo forse disturbato un banchetto? Qualche foto e via.
Procediamo sulla via del ritorno, il sentiero che dal Col Mat ci riporta al rifugio. Non parliamo. Procediamo spediti. Incredibile come la paura ti metta velocità, forza alle gambe provate dalla cresta e dalla morte.
Scappiamo senza guardarci indietro, senza attendere, senza soste. Oramai la certezza o il dubbio? Orso o vampiro?
Enzo De Prà appena rientrato chiama subito il pastore, suo amico: "Ti mancano pecore o montoni?" La risposta arriva immediata: " sì, due montoni e una pecora, perché?"
Risposta attesa ma infelice che lascia tutti nel silenzio prezioso delle montagne dell'Alpago.
Rosanna Roma