Imprenditore accusa Galan: 115mila euro per avere l'appalto
Altri vuotano il sacco: "Il sistema era questo"
VENEZIA - Imprenditori contro Giancarlo Galan. E' uno dei 'duelli' che ha caratterizzato l'udienza al Tribunale del riesame che ha visto respinta la richiesta degli avvocati difensori Ghedini e Franchini per la scarcerazione dell'ex governatore o la concessione dei domiciliari.
La Procura ha replicato in sostanza al memoriale con cui Galan sosteneva d'aver ricevuto solo finanziamenti illeciti per la campagna elettorale 2005, facendo i nomi di almeno 10 imprenditori. I pm hanno risposto con il deposito dei verbali di Pierluigi Alessandri, all'epoca dei fatti ai vertici della Sacaim costruzioni. Quest'ultimo ha raccontato di dazioni fatte a Galan in mini tranche da 50mila fino a 15mila euro, per un totale di 115mila, per far lavorare la propria azienda nelle opere pubbliche, perché - ha affermato - "purtroppo il sistema era questo". Alessandri ha aggiunto che, su invito di Galan, avrebbe dato 30mila euro anche all'ex assessore Renato Chisso (in foto con Galan) (tuttora in carcere).
Non avrebbe mai dati soldi, invece, Alessandri, alla ex segretaria di Galan, Claudia Minutillo, una delle grandi accusatrici del politico di Fi. L'ex manager Sacaim ha parlato inoltre di un corrispettivo di 100mila euro con una sola fattura da 25mila euro, mai onorata, per lavori fatti dalla sua azienda fino al 2009 nella di Galan, a Cinto Euganeo (Padova).
Contro Galan anche l'imprenditore Andrea Mevorach. Numerosi gli incontri - ma freddi dice l'industriale - con l'allora Governatore che avrebbe chiesto denaro. Mevorach ha riferito anche di alcune frasi di Galan - "non fare il furbo, sai bene di cosa parlo, la politica va aiutata" gli avrebbe detto l'ex governatore. Proprio in quella circostanza Mevorach decise di interrompere i rapporti con lui. L'imprenditore ha detto ai pm di non aver mai dato neanche un centesimo a Galan, a Chisso, né a Minutillo.