Eterologa: in Veneto si parte il 1° ottobre
VENEZIA - La Giunta regionale del Veneto ha approvato le linee guida per la fecondazione eterologa. Ne ha dato l'annuncio il presidente, Luca Zaia, spiegando che "il servizio sarà operativo e garantito nei 36 centri regionali accreditati a partire dal primo ottobre".
Nelle linee guida adottate dal Veneto, che riprendono in toto quelle approvate a livello nazionale dalla conferenza dei presidenti di Regione ("venti Regioni le hanno approvate all'unanimità, dando risposte ai cittadini a prescindere dal colore politico e senza accedere all'ufficio complicazione affari semplici"), rientrano l'anonimato, la possibilità per la donna di accedere al servizio fino ai 43 anni, la gratuità della donazione. "In più - ha spiegato Zaia - abbiamo introdotto il tema della visita psicologica con i potenziali fruitori del servizio, visto che riteniamo si tratti di un percorso che va preparato e accompagnato con un'azione che riteniamo di una civiltà estrema. Così come teniamo a chiarire che non si parla assolutamente di eugenetica, muovendoci anzi in direzione opposta".
Il presidente del Veneto ha quindi spiegato, riguardo ai costi, che "da qui al primo ottobre cercherà di negoziare con gli altri presidenti un'azione comune per garantire l'accesso a tutti, perché non è giusto che possano avere questo servizio solo i ricchi, e porteremo l'idea di un ticket simbolico. In ogni caso - ha proseguito - anche se questo non passerà con un accordo a livello nazionale, noi garantiremo ai veneti il servizio con il pagamento di una cifra inferiore anche a quella proposta dalla Toscana, pur costando ognuna di queste operazioni da noi circa tremila euro".
"Sui diecimila casi annui in Italia - ha aggiunto Zaia - per noi si tratta di una partita che riguarda circa cinquecento persone ogni anno: con un sospiro di sollievo, possiamo dire loro che siamo alla fine dei cosiddetti viaggi della speranza, garantendo tra l'altro, a differenza di quanto accade all'estero, uno screening genetico, perché saremmo contenti se, anche gratis, avessimo grazie a ciò cinquecento bambini sani in più ogni anno. E capisco le perplessità e le giuste preoccupazioni dei cattolici; ma ritengo che, una volta lette le nostre linee guida, anche queste possano venir meno".