Dove (e come) seppelliamo Fido?
Si dibatte sulla sepoltura di cani e gatti. In giardino o in discarica?
| Andrea De Polo |
SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA - Dove (e come) seppelliamo Fido? In tanti non ci avranno pensato. E al più fedele compagno dell’uomo avranno già trovato uno spazietto in giardino, per avere l’amico a quattro zampe sempre vicino, anche dopo la sua scomparsa. In realtà, per legge gli animali domestici (defunti) andrebbero trattati come “materiali di categoria 1: sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano”. E quindi smaltiti in discarica da ditte specializzate, come un rifiuto qualsiasi. Per chi ha vissuto con loro trattandoli come uno di famiglia, un orrore: ecco perché Sernaglia ha approvato uno specifico “Regolamento per la tutela, la detenzione, il benessere degli animali da affezione”.
Si tratta di un dettagliato insieme di regole per chi voglia tenere animali in casa. Tutti, non solo cani e gatti. Ci sono capitoli dedicati agli animali da cortile, a ovini e caprini, equidi, volatili, animali acquatici. L’ultima parte del Regolamento riguarda i rettili e gli animali velenosi. Per ogni bestiola, ci sono regole specifiche da rispettare circa le dimensioni della gabbietta o del recinto, il trasporto, la pulizia e l’alimentazione. Poi, però, c’è anche la questione più spinosa: la sepoltura. E, in consiglio comunale, se ne sono viste delle belle. Qualcuno ha tirato in ballo persino Dudù, il cagnolino più celebre del momento, per sottolineare l’inutilità del Regolamento: solo burocrazia in più, tanto chi vuole seppellire il cane in giardino lo fa lo stesso, senza chiedere il permesso al sindaco. Per altri, come l’ormai ex assessore Rudy Mazzero, è invece un modo per garantire dignità all’animale anche dopo la morte, trovando una via d’uscita alla legge che lo vorrebbe trattare come un rifiuto da smaltire.
Quindi? A Sernaglia, dopo la dipartita di Fido, serve una “autorizzazione al sotterramento” rilasciata dal sindaco o da un suo delegato. Poi, un certificato veterinario che attesti le cause di morte e l’assenza di patologie tali da vietare l’interramento. E una copia della denuncia di decesso dell’animale. Solo a questo punto si può procedere con la sepoltura, facendo in modo che «animali carnivori od onnivori non possano accedervi, senza mettere a rischio la salute umana e senza utilizzare processi o metodi che presentino rischi per l’ambiente (in particolare per l’acqua, l’aria, il terreno o gli animali), oppure che risultino nocivi a causa del rumore o dell’odore».