TREVISO – Nessun segnale di ripresa per l’occupazione in provincia di Treviso. Nei primi quattro mesi dell’anno sono stati licenziati altri 1.240 lavoratori dalle medio-grandi aziende, il 17% in più rispetto lo stesso periodo del 2013. A questi vanno aggiunti oltre 2.400 addetti delle piccole imprese. Questi i dati emersi dall’analisi dell’Ufficio Studi della Cisl Belluno Treviso su “Mercato del lavoro e occupazione in provincia di Treviso”.

La fascia d'età dei lavoratori più colpita è quella tra i 40 e i 49 anni (36,8%) e quella degli ultracinquantenni (34). Ma l'aumento più preoccupante, ha sottolineato questa mattina Alfio Calvagna, della segreteria confederale della Cisl Treviso e Belluno, riguarda i giovani che nei primi 4 messi hanno registrato un più 37,5% di ingressi nelel liste di mobilità. I comparti produttivi più colpiti sono quello delle costruzioni con 223 lavoratori, del Legno con 185 lavoratori, tessile e abbigliamento (162) e mobili - arredo (135).

I dati, seppur provvisori, sui redditi dei trevigiani, al termine della campagna fiscale appena conclusa, confermano l’aggravarsi della situazione occupazionale. Quest’anno sono state compilate dal Caf della Cisl di Treviso 2.483 dichiarazioni dei redditi senza sostituto d'imposta, su 54mila dichiarazioni totali. Si tratta di dichiarazioni dei redditi di lavoratori disoccupati che hanno redditi da dichiarare o rimborsi da richiedere, ma che non hanno più un datore di lavoro come sostituto di imposta in quanto disoccupati. Lo scorso anno il Caf della Cisl di Treviso ha elaborato 464 dichiarazioni di questo tipo. Si registra dunque un aumento del 535% nel giro di dodici mesi.

“L’emorragia di posti di lavoro non è ancora terminata, purtroppo, e abbiamo consegnato alla storia i dati occupazionali del 2008 – afferma Franco Lorenzon segretario generale della Cisl Belluno Treviso – Il compito del sindacato ora non è più solo rivendicare o protestare ma offrire nuove possibilità di ripresa, avanzare proposte concrete. Dobbiamo far si che il lavoro sia sempre in primo piano nell’agenda del Governo così come nell’opinione pubblica. Sindacato più forte, lavoratori più forti, questo è un concetto da sostenere.”