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08 maggio 2024

Benessere

Dalle mutue al Covid, Rai Teche racconta i 45 anni del Ssn.

| AdnKronos |

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Dalle mutue al Covid, Rai Teche racconta i 45 anni del Ssn.

Roma, 15 dic. (Adnkronos Salute) - La nascita, lo sviluppo e le tappe più importanti dei 45 anni del Servizio sanitario nazionale: dalla sua creazione nel 1978, dall'assistenza che fornivano le mutue, fino ai giorni della lotta al Covid. E' il documentario '45 anni di Servizio sanitario nazionale', una raccolta antologica di Rai Teche disponibile su RaiPlay. Attraverso i materiali dell'archivio Rai, il racconto per immagini ripercorre l'iter che ha portato all'approvazione della legge 833 del 1978. Il documentario è stato presentato oggi a Roma al ministero della Salute dal ministro Orazio Schillaci.

"Dobbiamo stare al passo, abbiamo rimesso la salute al centro dell'agenda di Governo - ha ricordato Schillaci nel suo intervento - Passare da un sistema che non solo cura, ma fa prevenzione, ci permetterà la sostenibilità del Ssn. La Rai è un alleato delle istituzioni nel comunicare la corretta informazione sui temi della salute".

La sezione del documentario si apre con il filmato realizzato dal gruppo di lavoro costituito dalla Direzione Teche con il ministero della Salute che ripercorre l’iter della riforma sanitaria che ha reso il nostro Paese un esempio cui guardare in termini di servizi e diritto alla salute garantito ai cittadini: dal sistema basato sulle mutue all’approvazione della legge numero 833 del 1978 passando per i Lea, fino ad arrivare ai nostri giorni. Nel 1967 è un servizio di 'Prima pagina' che mette in evidenza le falle del sistema sanitario vigente prima della riforma, basato sulle mutue e sui servizi privati: seguendo la giornata tipo di un medico di allora, affastellata di numerosissimi appuntamenti, emergono i difetti di un sistema obsoleto. Al 1970 risale invece 'Inchiesta sulle professioni', che fa luce sulle richieste di medici ospedalieri, ricercatori, assistenti nelle cliniche universitarie e sui fondamenti del sistema di sicurezza sociale verso il quale il Paese stava muovendo i primi passi. Due anni prima dell’approvazione della riforma, il Tg2 Dossier 'Un medico diverso' fa il punto sullo stato della sanità e sul rapporto fra medici e pazienti, che lamentavano il costo esorbitante di visite ed operazioni nelle case di cura private. Mutue, sprechi, burocrazia e inefficienze sono i mali denunciati, ai quali soltanto una radicale riforma poteva porre rimedio.

Nella puntata di 'Filo diretto' del 18 maggio 1978 Tina Anselmi risponde alle domande del pubblico sul diritto alla salute e sulle sue numerose sfaccettature: al ministro gli spettatori domandano dell’educazione sanitaria nelle scuole, del fumo, dell’igiene nell’industria alimentare e dei tempi effettivi per l’entrata in vigore della riforma del servizio sanitario nazionale. Nei mesi precedenti l’istituzione del Servizio sanitario nazionale, il ministro Tina Anselmi si confrontò anche con una lunga vertenza per il rinnovo dei contratti del personale medico, scaduti dal dicembre 1976. Alla fine dell’aprile 1978 i camici bianchi proclamarono uno sciopero, piuttosto impopolare, dato il disagio vissuto dalla popolazione. Al di là delle rivendicazioni economiche, i medici ospedalieri puntavano anche a tutelare il proprio ruolo nell’ambito del nascente Ssn. Il servizio che documenta questi avvenimenti risale al 29 aprile 1978. Al Tg1 il ministro Anselmi ha spiegato i tratti salienti della riforma a un mese dall’approvazione definitiva della legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale, soffermandosi in particolare sull’accresciuta spesa sanitaria, sulla nascita delle unità sanitarie locali e sulle modalità di reclutamento del personale medico.

La televisione pubblica ha poi dedicato alla riforma un programma apposito di 5 puntate, a cura del Dipartimento Scuola Educazione della Rai: 'Progetto Salute: la legge istitutiva del Ssn' approfondiva le novità introdotte dalla riforma con interviste a medici, studiosi di diritto sanitario e di diritto amministrativo, assessori alla sanità, rappresentanti sindacali e docenti, nonché al ministro stesso; perché illustrassero nel dettaglio la riforma e potessero rispondere alle domande dei cittadini.

 



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