Crisi, impennata di suicidi. Specie a Nord Est
A togliersi la vita sono soprattutto uomini e imprenditori
ROMA - Seppur in lieve flessione negli ultimi mesi, cresce il numero dei suicidi rispetto al periodo 'pre-crisi economica'. Nel 2006-2007 erano circa 3600 l'anno, oggi circa 4000, con un aumento del 12% in particolare tra i maschi nella fascia 25-64 anni.
"Con la crisi si è innescato un aumento proprio in età lavorativa, con una diminuzione emblematica di suicidi oltre i 70 anni, fascia notoriamente a rischio". E' quanto spiega Maurizio Pompili, responsabile del servizio Prevenzione Suicidi dell'Ospedale Sant'Andrea di Roma e docente di Psichiatria presso L'Università La Sapienza, facendo il punto sui dati dell'Oms, secondo i quali circa 8 persone, ogni giorno in Italia, si tolgono la vita. La crisi, sottolinea, "non ha un rapporto di causalità diretto, ma contribuisce notevolmente, e questo lo si è visto in tutta Europa. Sconfitta e umiliazione acuiscono una vulnerabilità preesistente".
Al Sud, l'incidenza è più bassa di oltre la metà. "Laddove la disoccupazione è diffusa - chiarisce l'esperto - perdere il lavoro viene messo quasi in preventivo. Al Nord, è più destabilizzante. Nel Nord Est abbiamo avuto un' impennata, per via della grande chiusura di imprese". Su 4 persone che si tolgono la vita, 3 sono uomini. "Nelle donne prevale il tentativo, fanno gesti che più difficilmente danno esiti letali". Particolarmente a rischio resta la fascia 15-24, in cui rappresenta la seconda causa di morte. Anche in questo caso prevale il genere maschile e a innescare il meccanismo possono essere "episodi di bullismo ma anche l'eccessiva discrepanza tra standard troppo elevati posti dai genitori e la realtà".
Ad alto rischio anche le persone che da bambini hanno avuto forme, riconosciute o meno, di Adhd, sindrome che comporta iperattività e impulsività. "Tra chi ne ha sofferto è una delle cause di morte più frequenti", precisa Pompili. Il fenomeno non esclude i bambini. Dal 1971 al 2008, ci sono stati 374 suicidi tra 10 e 14 anni ed è "una delle cause di mortalità non intaccata dai miglioramenti della medicina. In questo caso la famiglia, se ben strutturata e presente, fa la differenza". Soprattutto tra gli adulti, non mancano segnali che possono mettere in allarme e su cui far leva per la prevenzione. La maggior parte dei soggetti "dichiara di volerlo fare e risolve i propri affari in sospeso". Ma anche ansia, insonnia e comportamenti che mettono a rischio la propria incolumità sono indicatori.