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24 aprile 2024

Oderzo Motta

BOER: «RIPENSIAMO IL CONSORZIO»

Lettera aperta e una proposta da parte di ponte 2000

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Ponte di Piave - Sul cambio al vertice del consorzio dei comuni opitergino mottensi, Silvana Boer del gruppo di opposizione Ponte 2000 di ponte di Piave lancia una proposta.

«L’evidente significato politico nel cambio di presidenza del Consorzio Opitergino merita alcuni chiarimenti per essere compreso meglio dai cittadini» dice la Boer.«Il consorzio, nato degli anni ’80 con una chiara connotazione politica, aveva assunto compiti di direzione e coordinamento sulla quasi totalità delle competenze amministrative dei comuni, ponendosi di fatto come un ente sovra e non intercomunale.

Con la legge 142/90 il consorzio si è trasformato in azienda speciale, ente strumentale cioè dipendente dai comuni , per l’espletamento di alcune funzioni: ufficio di statistica, progettazione opere pubbliche, difensore civico.

Ben presto però sono riaffiorate le vecchie abitudini con l’assunzione di iniziative estranee rispetto ai propri fini istituzionali, come l’acquisizione di immobili, la proliferazione di uffici ed assunzione di personale non sempre con un adeguato beneficio per i comuni.

Ponte 2000 ha sempre sostenuto, spesso da solo, la necessità di una radicale trasformazione del consorzio in un ente per la gestione di problemi a valenza intercomunale quale la sicurezza, la viabilità, la difesa idrogeologica del territorio, lo sviluppo del settore turistico, affidandone la responsabilità collegiale ai Sindaci tramite accordi od intese su diversi problemi.

All’inizio della presente legislatura, Ponte 2000, quale figura politica più “anziana”ha invitato tutti i capigruppo consiliari dei Comuni aderenti al Consorzio, a portare questa proposta in discussione nei singoli consigli comunali.

Abbiamo rivolto la stessa sollecitazione al nuovo Presidente del Consorzio, sembra con positivo riscontro, viste le aperture a Motta di Livenza e Meduna per un indispensabile rientro. Il blitz di questi giorni dimostra però che nulla è sostanzialmente cambiato. Vanno abbandonate le controproducenti beghe politiche.

La valorizzazione dell’area territoriale fra Piave e Livenza può avvenire soltanto con la convinta ed attiva cooperazione di tutte le comunità secondo regole chiare e concertate con il massimo coinvolgimento degli organi politico amministrativi e delle popolazioni».

 


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