Avis, "modello per l'Europa"
A Valdobbiadene convegno sul valore del volontariato del sangue
VALDOBBIADENE - La 15^ edizione della festa dell’Avis provinciale di Treviso si è arricchita quest’anno di un convegno sul “valore” del volontariato del sangue, organizzato assieme all’Avis regionale. Altissimo il livello istituzionale dei relatori intervenuti al Tempio internazionale del donatore, a Pianezze di Valdobbiadene, domenica 7 settembre. Dal senatore Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato ed ex Ministro del Welfare e della Salute, al presidente di Avis nazionale dott. Vincenzo Saturni, affiancati dal direttore generale dell’Iss Istituto Superiore di Sanità, dott. Angelo Lino del Favero, accolti dai presidenti di Avis provinciale Vanda Pradal e regionale Gino Foffano, che ha moderato il convegno.
Hanno partecipato diverse personalità politiche, amministrative e sanitarie della Marca e il Prefetto di Treviso, Maria Augusta Marrosu, mentre è stata notata la completa assenza della politica regionale. Saturni ha subito messo in risalto come l’Avis sia la più grande e organizzata associazione di donatori al mondo. “Siamo forse gli unici al mondo - ha affermato - con una reale e incisiva partecipazione nelle decisioni, grazie alla normativa italiana “costruita” in questi ultimi 80 anni proprio con il volontariato”. Ha poi citato l’esempio del Comitato direttivo del Centro nazionale sangue, dove il volontariato è paritetico rispetto ai rappresentanti delle regioni politiche: tre rappresentanti delle associazioni, tre delle regioni. Ma da ciò deriva anche una grande responsabilità.
“L’adeguamento della raccolta del “Plasma master file”, programmato entro il 31 dicembre, non ci è imposto “solo” dall’Europa - ha detto - ma è un dovere che abbiamo tutti verso gli ammalati e i donatori volontari. Il rischio di non riuscire a mettere a norma tutto il sistema, garantendo la stessa sicurezza dovunque in Italia, non dovrebbe neppure esistere. Non possiamo accettare e non accetteremo più che vi siano trattamenti diversi da regione a regione o da città a città. Noi, come Avis - ha sottolineato Saturni - stiamo facendo appieno la nostra parte per garantire a tutti, anche per quanto riguarda i plasmaderivati, la stessa sicurezza. Lo facciamo con cuore e passione, non a fini utilitaristici, ma non vogliamo che il volontariato, non solo del sangue, diventi solo un soggetto utile al servizio pubblico per esternalizzare servizi a minor costo”.
Concetti che sono stati fatti propri dal Senatore Sacconi: “Il modello Avis, vincente e straordinariamente importante, deve essere portato ad esempio per l’Europa. In questo momento di grave crisi, la politica deve tendere ad una razionalizzazione e appropriatezza della spesa, ma per poi reinvestire il risparmio nello stesso settore sotto forma di ricerca e innovazione. Solo la cultura del dono, della condivisione sociale propria dei Paesi del sud Europa e dell’Italia in particolare, ci aiuterà ad affrontare il futuro, la nostra attitudine a “fare comunità”. Compito dello Stato è quello di risvegliare questa vitalità sociale, non di chiedere al volontariato di sostituirsi ad esso”.
In quest’ambito Del Favero, da marzo Direttore generale dell’ISS da cui dipende il CNS, ha voluto sottolineare come: “Il Centro nazionale sangue sia un ottimo esempio di cooperazione fra Stato, Regioni e volontariato. L’attuale staff raggiunge grandi risultati in sicurezza, efficienza e organizzazione del Sistema trasfusionale, arrivando dopo un percorso fatto sul territorio”.