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28 marzo 2024

Treviso

In arrivo altri 200 profughi: verranno ospitati presso ex caserme e ex scuole

Muraro dice no all'ondata: "Abbiamo finito i soldi"

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In arrivo altri 200 profughi: verranno ospitati presso ex caserme e ex scuole

TREVISO - "Tra oggi e domani, arriveranno in Veneto altri duecento immigrati". La notizia è stata data dal prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia, in apertura dei lavori del tavolo sull'immigrazione di questa mattina a Ca' Corner. Da inizio 2014, gli arrivi gestiti sono stati già 1895, con buona parte degli immigrati che hanno già lasciato il Veneto, sono attualmente 869 quelli ospitati nelle diverse strutture d'accoglienza.

 

Cuttaia, sottolineando come "finalmente è stato raggiunto un accordo a livello nazionale sulla fase operativa della gestione", ha quindi ricordato che il Veneto sarà interessato dalla seconda e dalla terza fase dell'emergenza, quelle cioè dell'accoglienza nelle strutture, già in atto, e, prima, quella dell'individuazione degli hub in cui mediamente gli immigrati trascorreranno le prime 48 ore. "Arrivando negli aeroporti di Venezia, Verona e Treviso - ha concluso il prefetto - la cosa migliore sarebbe quindi individuare, per la realizzazione degli hub, delle aree vicine agli scali".

 

Il tavolo sull'immigrazione ha portato all'individuazione di alcune strutture da poter utilizzare come centri di primo smistamento dei migranti in arrivo in Veneto. Lo ha annunciato, al termine del vertice, Cuttaia, spiegando che, nel contempo, "si lavora per trovare una sistemazione immediata, che non gravi sulla cittadinanza, per i duecento profughi che sono annunciati in arrivo per le prossime ore".

 

Le indicazioni emerse puntano principalmente su ex caserme ed ex scuole dismesse e sarebbero stati individuati tre siti a Venezia (tra demaniali e comunali), uno a Treviso e due caserme a Padova. "Una di queste soluzioni padovane - ha detto al riguardo Cuttaia, che non ha chiarito per il momento di quali siti si parla - la escluderei, perché all'interno della città, così come escluderei l'auspicato hub all'aeroporto di Verona. Non siamo comunque di fronte a situazioni cristallizzate o ingessate: sarebbe preferibile realizzare i punti di smistamento vicino agli aeroporti, ma, contando sullo spirito di collaborazione di tutti, prenderemo in considerazione tutte le alternative possibili".

 

Cuttaia ha quindi sottolineato la necessità dell'intesa nell'ambito territoriale con la Regione ("tramite il suo rappresentante presente abbiamo dato le nostre indicazioni, con l'illustrazione di problemi e disponibilità che verranno riferite ai vertici"), "ma se non ci fosse l'auspicata condivisione, continueremo ad operare noi, come abbiamo fatto fin qui, evitando qualsiasi impatto negativo con la popolazione, visto che, finora, non c'è stato alcun caso di reato". "Se non si trova una soluzione ha concluso il prefetto - inizieranno i problemi, visto che, come questi migranti arrivano sulle coste, arrivano subito qui, sulla base di un criterio di ripartizione sul territorio nazionale che prevede una quota spettante al Veneto".

 

Il presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro, in merito all'arrivo dei profughi, ha immediatamente detto la sua. “Negli ultimi anni stiamo vivendo nell’‘emergenza’ profughi: al di là degli appelli di istituzioni e associazioni continuano ad arrivare senza una programmazione precisa e un piano razionale di controllo anche sanitario. Non si hanno certezze su quanto debbano restare, e sulle condizioni di mantenimento a lungo termine. Vien detto solo che bisogna farli soggiornare a spese dei territori. Ora, si chiede ai Comuni di ospitare la nuova ondata in caserme e scuole dismesse, ma mi domando con quali soldi i sindaci possono mettersi a fare lavori di emergenza per rendere idonei alloggi fatiscenti, quando già stanno tagliando capitoli di bilancio dedicati al sociale”.

 

“E’ un dovere delle Istituzioni  - continua Muraro - nei confronti della Comunità garantire che, proprio ora che stiamo vivendo un periodo economicamente difficile, nessun immigrato senza lavoro e senza scopo stanzi sul territorio a spese del contribuente, girovagando senza meta libero. Non è assolutamente questione di razzismo o di mancanza di solidarietà internazionale, anzi: è una questione di solidarietà nei confronti dei trevigiani che tanto hanno sacrificato e tanto sacrificano anche adesso. Sono 1 miliardo e 668 milioni di euro le risorse nazionali e comunitarie spese tra il 2005 e il 2012 per il programma di contrasto dell'immigrazione irregolare in Italia, soldi che non possiamo più permetterci di spendere da soli”.

 

Il presidente della Provincia di Treviso ricorda poi che a Treviso “gli immigrati rappresentano oltre l'11% della popolazione locale, una densità molto alta se consideriamo che siamo circa 900.000 abitanti. La misura è colma, nuovi arrivi, specie senza regole, non servono” chiude il presidente.

 


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