Arresto Milanese: ricostruito il giorno della mazzetta
Con Mazzacurati e Meneguzzo nella sede di Palladio finanziaria
VENEZIA - Marco Milanese (in foto), arrestato nella vicenda Mose, avrebbe ricevuto la presunta tangente da 500mila euro il 14 giugno 2010 nella sede di Milano di Palladio finanziaria alla presenza del suo Ad Roberto Meneguzzo e di Giovanni Mazzacurati, allora presidente del Consorzio Venezia Nuova, in un incontro a tre.
La tangente - come ricostruiscono i Pm della Procura di Venezia - serviva per veder accelerato l'ingresso della 'pratica' Mose al Cipe per ottenere i finanziamenti per la continuazione delle opere di difesa di Venezia dalle acque alte eccezionali; una cifra inizialmente di 230 milioni di euro poi salita a 400 milioni.
Secondo l'ordinanza del Gip di Venezia Alberto Scaramuzza la dazione sarebbe testimoniata da "quattro riscontri" di quello che è un incontro "a tre tra Meneguzzo, Mazzacurati e lo stesso Milanese".
Il primo elemento è "l'agenda informatica di Mazzacurati, da cui risulta partenza il 14 giugno 2010 da Venezia alle 8.30 per Milano con ritorno la stessa giornata". Il secondo è quello che indica come ci siano "due telefonate" intorno a mezzogiorno e mezzo dello stesso giorno "partite dal cellulare di Mazzacurati che hanno attivato celle telefoniche" in zone vicine alla "sede della Palladio finanziaria" con investigazioni che testimoniano l'arrivo di Mazzacurati in quell'ufficio. A ciò si aggiungono i tabulati del telefono di Meneguzzo che indicano che l'Ad di Palladio finanziaria è nel suo ufficio lombardo.
Il pagamento era stato accelerato dopo che la Guardia di finanza aveva effettuato dei controlli al Cvn e Milanese non figurerebbe nell'ordinanza con elementi probatori - anche se viene citato come presente - probabilmente perché all'epoca dei fatti ancora parlamentare del Pdl e quindi 'protetto' dall'immunità sul fronte di eventuali intercettazioni.