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22 maggio 2024

Esteri

Armstrong: ''Squalifica a vita è condanna a morte''

Hollywood pensa a un film

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Armstrong: ''Squalifica a vita è condanna a morte''

ROMA - "La squalifica a vita è una condanna a morte, voglio tornare alle gare. Non al Tour de France, naturalmente, ma mi piacerebbe poter partecipare un giorno alla maratona di Chicago, magari quando avrò 50 anni''. Lo ha detto Lance Armstrong nella seconda parte dell'intervista confessione con Oprah Winfrey. L'ex asso del tour de France ha detto che questa è una delle ragioni per cui ha deciso di ammettere dopo anni di essersi dopato, ma ha anche detto di essere convinto di "meritare una sospensione di sei mesi" come altri atleti.

Il ciclista statunitense, parlando poi dell'ex moglie Kristin, ha sottolineato come fosse l'unica che sapeva e proprio lei gli propose un aut aut sul suo ritorno alle gare nel 2009. ''Chiesi la sua benedizione. Me la diede ma solo se avessi corso senza imbrogliare. Ebbe la mia parola. E così ho fatto".

Armstrong ha poi aggiunto che il momento più umiliante è stato "quando mi sono dimesso dalla fondazione Livestrong'' e ha detto che ha preso la decisione di confessare per i suoi figli, in particolare Luke, 13 anni.

"Ho detto a Luke, ed erano presenti anche le gemelle di 11 anni: 'Ascoltate ci sono tante domande sul fatto che vostro padre abbia usato il doping. Ho sempre negato, mi sono sempre difeso, ho sempre dato battaglia. Lo avete visto con i vostri occhi. E' il motivo per cui avete fiducia in me. Ecco, non difendetemi più''. Luke mi ha risposto: Ti voglio bene, sei mio padre. Questo non cambiera' niente'', ha aggiunto Armstrong con gli occhi lucidi che poi parlando di sua madre, ha aggiunto "è a pezzi".

Armstrong ha poi ammesso di essere in terapia. "Mi sento screditato, umiliato e imbarazzato" ha affermato il ciclista, pentito, soprattutto per aver dovuto lasciare la fondazione di aiuto contro il cancro 'Livestrong': "E' stato il momento peggiore, il più umiliante, perché Livestrong è il suo mio 'sesto figlio'". E ha rivelato che il primo momento umiliante è stato quando la Nike lo ha chiamato per dirgli che lo lasciava.

"Sto affrontando i miei demoni, è un processo, l'inizio di un processo", ha spiegato il texano nella sua confessione, nella quale quasi si è messo a piangere parlando dei suoi figli. "Sono in terapia, ho avuto una vita disordinata, non ci sono scuse, ma questo è un processo molto lungo", ha spiegato Armstrong rivelando che è da anni che lo fa sporadicamente, ma che "è necessario farlo in modo continuo".

Ma durante questa fase ha anche detto che ha bisogno di fare sport, di competere, magari "correre una maratona", perché è una persona che ha bisogno "costantemente di competere": "Merito essere punito, ma non sono sicuro di meritare tanto".

Armstrong si sente pentito e sa di dover chiedere scusa a molte persone. Poi sulla sua situazione finanziaria ha spiegato che ha perso le "entrate future" e ha quantificato in 75 milioni di dollari quello che ha perso nei due giorni nei quali lo hanno abbandonato gli sponsor. "Probabilmente non ritorneranno", ha detto. "Non è un buon momento della mia vita, ma non è il peggiore della mia vita, non si può paragonare con la diagnosi del cancro, quando mi diedero il 50% di possibilità di vita. Quello ti segna. Questo gli sta vicino, ma sono ottimista".

"Tutto questo ti ha fatto diventare una persona migliore?'', gli ha poi domandato la Winfrey. "Senza dubbio", ha risposto Armstrong. "Quando mi hanno diagnosticato il cancro fui una persona migliore, più intelligente. Dopo, ho perso la mia strada. Questa è la seconda volta. Non posso perderla di nuovo". La Winfrey ha concluso l'intervista con la frase che disse ad Armstrong la sua ex moglie Kristin nel 2009: "La verità ti renderà libero".

E un giorno dopo la confessione pubblica Hollywood ha già un film in cantiere sull'ascesa e la caduta del ciclista. Lo riferisce il sito 'Deadline.com', spiegando che ieri la Paramount ha acquistato i diritti cinematografici di un libro che sta per essere pubblicato, dal titolo 'Cycle of Lies: The Fall of Lance Armstrong', scritto da Julie Moncur, giornalista del 'New York Times' che ha seguito il ciclista per oltre un decennio.

(Adnkronos)

 



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