Andreetta: le anticipazioni della proposta per il programma regionale
Il PD trevigiano domani a Castelfranco Veneto
TREVISO - Domani 26 ottobre si terrà a Castelfranco Veneto l’assemblea provinciale del Partito Democratico di Treviso. Al Centro Don Bordignon, con inizio dei lavori previsto per le 10.00, verrà presentato e discusso quanto elaborato in questi mesi dalla segreteria provinciale, dai circoli e dagli amministratori trevigiani.
Castelfranco Veneto è la città trevigiana più popolosa in cui si voterà in primavera, per la scadenza naturale del quinquennio, contestualmente alle elezioni regionali.
In questa intervista la segretaria provinciale Lorena Andreetta, in qualche modo, espone il suo pensiero, alla vigilia di questa importante iniziativa politica, mentre stanno per scadere i termini per la presentazione delle candidature alle primarie di Castelfranco per la scelta del candidato sindaco da contrapporre alla Lega.
1) La Direzione Regionale del PD ha preso decisioni importanti in merito alle prossime elezioni e sulle primarie: quali sono le decisioni più importanti assunte?
La decisione fondamentale che è stata presa dalla Direzione Regionale del partito è che le primarie per la scelta del candidato presidente si faranno. La data stabilita è quella di domenica 14 dicembre. Rimane però ancora una scelta da compiere: vanno infatti verificati i confini delle primarie, se si tratterà cioè di primarie di partito oppure di coalizione. Su questo attendiamo l’esito delle consultazioni che sta conducendo il segretario regionale che riferirà nel brevissimo alla direzione regionale.
2) Gli input padovani mettono in moto anche le attività nella nostra Provincia... ci puoi dire quali sono i prossimi passaggi che hai messo in agenda?
La Segreteria provinciale di Treviso e tutti i circoli stanno lavorando ormai da mesi, molto prima che fossero decise date e regole per le primarie. Possiamo tranquillamente affermare che il nostro lavoro non si è mai fermato, forte anche della spinta positiva che ci è arrivata dall’esito più che positivo del voto amministrativo della scorsa primavera. Soprattutto in questi ultimi mesi la Segreteria provinciale, i circoli e gli amministratori trevigiani hanno lavorato per sviluppare i temi che dovranno essere portati alla Segreteria regionale come contributo importante per formulare il programma sul quale lavorare per cambiare il Veneto, per dare risposte chiare e concrete a quelle tematiche e a quei problemi ai quali la giunta leghista in questi anni non ha saputo o voluto rispondere. Domenica a Castelfranco Veneto ci ritroveremo tutti in assemblea provinciale proprio per sintetizzare il lavoro svolto fin qui e approvare il contributo programmatico che invieremo alla Segreteria regionale.
3) All'interno del programma regionale, c'è qualche aspetto peculiare riguardante la nostra Provincia?
Posso anticipare che rispetto al canovaccio proposto dal regionale ci siamo concentrati sulle proposte su sviluppo economico e lavoro in generale senza limiti provinciali precisi. Le imprese vivono una forte crisi legata all’imposizione fiscale e al costo del lavoro. Bisogna rispondere valorizzando le eccellenze, puntando su innovazione e internazionalizzazione del mercato. Per fare questo bisogna riscoprire il ruolo delle scuole ad indirizzo tecnico, ma non solo, e delle università come motori di sviluppo. Inoltre, le politiche su cultura e turismo non hanno una regia e questo limita le potenzialità di una regione che per visitatori è la seconda del Paese. Per quanto riguarda le infrastrutture e la progettazione del territorio è stata bocciata la passata politica delle grandi opere e del consumo indiscriminato del suolo. Servono nuove infrastrutture, ma devono essere progettate con trasparenza e costruite in tempi rapidi. Non è possibile dover fare tre diversi biglietti per fare 60 chilometri con il trasporto pubblico, le aziende vanno accorpate e liberate dai localismi che ne limitano l’integrazione con il resto del territorio. I comuni vivono ormai una saturazione edilizia che blocca il mercato e mette a rischio paesaggio e stabilità idrogeologica, per questo va dissuaso il consumo di altro territorio e incentivata la riqualificazione urbana. La prima azione, se i democratici saranno chiamati a guidare il Veneto, sarà quella di impegnare risorse ingenti per contrastare frane e alluvioni. Infine, ma non da ultimo, il grande tema della sanità, sul quale a nostro avviso è più che mai necessario cambiare rotta. L’eccellenza della sanità veneta è ormai minacciata per mancanza di progettazione. Le risorse sono troppo sbilanciate fra le province, creando grandi disparità in termini di servizi; il processo di riduzione di ospedali e posti letto non è accompagnato dal potenziamento dell’assistenza territoriale. Infine, pesano moltissimo le scelte sbagliate sul project financing, sul cui strumento bisogna fare chiarezza. Il project non può comportare maggiore spesa di risorse rispetto ad un progetto completamento pubblico e non può essere impiegato per fare business nell’ambito del servizio medico e sanitario. Sul come è stato utilizzato questo strumento gravano pesanti ombre ereditate dai vent’anni della destra veneta. Scelte che di sicuro non hanno garantito benefici per la salute dei cittadini.
4) I rumors dei media provinciali danno un numero sempre più crescente di aspiranti a candidarsi per le Regionali. Rispetto a questo problema come si pone la segreteria provinciale?
Ho avuto modo di affermarlo in più di un’occasione che secondo me le primarie sono una ricchezza per il nostro partito: se affrontate con serenità e autentico spirito di servizio non dividono ma fanno emergere le energie positive dei democratici. Nello specifico, per quanto riguarda il candidato presidente logica vuole che questa Segreteria provinciale appoggi l’eventuale candidato del proprio territorio soprattutto se si tratta di persone di esperienza e capacità; soprattutto di capacità di elaborazione di una strategia per cambiare il Veneto che quindi possa diventare il Veneto che vorrei e che vogliono i Veneti. Relativamente ai candidati consiglieri, invece, la segreteria è pronta a parlarne dal giorno successivo all’esito delle primarie per il candidato presidente. Il percorso è chiaro partendo dal presupposto che la lista deve essere composta di uomini e donne: se ci saranno più candidati rispetto al numero dei posti disponibili in lista, oppure se le candidature non rispettano la parità di genere, si ricorrerà alla scelta attraverso lo strumento delle primarie.
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