878mila pensionati percepiscono meno di 750 euro al mese
A lanciare l'allarme i sindacati che chiedono aiuto ai parlamentari
| Isabella Loschi |
TREVISO - In Veneto nel 2014 vengono erogate complessivamente 1.450.457 pensioni, di queste 878.640 pensionati percepiscono meno di 750 euro mensili, di cui 338.922 meno di 500 euro al mese. A lanciare l’allarme i sindacati dei Pensionati di Treviso e Belluno, che hanno incontrato alcuni parlamentari delle due Province per un confronto e uno scambio di proposte sulle emergenze e sulle priorità emerse dal contatto diretto con i pensionati del territorio.
“La situazione è talmente difficile che a Belluno è stata istituita un'equipe di psicologi a supporto degli anziani in situazioni di disagio o povertà” ,afferma Renato Bressan Segretario Generale Spi Cgil Belluno. "Nel nostro territorio sono in aumento le situazioni di criticità davvero pesanti - sottolinea Antonio Confortin, Segretario Generale Uil Pensionati Belluno Treviso - Pochi giorni fa ho visitato una famiglia di quattro persone, genitori e due figli disoccupati, che sopravvivono con la sola pensione del padre, di 832 euro mensili. Capite che è davvero impossibile gestire una situazione simile".
“E' fondamentale ristabilire un'equità fiscale e una redistribuzione del reddito, anche pensionistico - dichiara Francesco Rorato, Segretario Generale FNP Cisl Belluno Treviso Penso ad esempio ai 15 miliardi di euro per le pensioni accompagnatorie dove, eliminando quelle erogate a chi ha più di 60mila euro di reddito annuo, si potrebbe redistribuire circa 4 miliardi di euro alle fasce più deboli".
Da qui quattro le richieste avanzate dai Segretari Generali dei Pensionati Cgil Cisl e Uil ai parlamentari bellunesi e trevigiani: il recupero del potere d'acquisto delle rendite pensionistiche; maggiore attenzione alla non autosufficienza, incrementando il fondo nazionale e vigilando sulla gestione del fondo regionale; l’applicazione dello strumento della nuova Isee per le prestazioni mediche e socio-sanitarie (case di riposo comprese) così da incrementare l'equità fiscale e sociale; una rivalutazione generale della riforma sanitaria con particolare attenzione agli ospedali di comunità e alla medicina di base, servizi essenziali per le fasce più deboli di una comunità.